Urso, Napoli e Campania Polo del Sud per l’intelligenza artificiale

  • Postato il 15 marzo 2025
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Urso, Napoli e Campania Polo del Sud per l’intelligenza artificiale

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Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Alfredo Urso, a Feuromed 2025, parla di sviluppo e intelligenza artificiale, delineando gli interventi messi in campo


L’Intelligenza artificiale è sempre più un “fattore” strategico ai fini del rafforzamento della competitività delle imprese e della crescita del Paese. L’Italia sta lavorando per costruire un ecosistema in grado di accelerare lo sviluppo delle nuove tecnologie e ritagliarsi un ruolo di primo piano nel contesto europeo e internazionale. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha delineato il piano e gli interventi in messi in campo dal governo di fronte alla platea di Feuromed 2025.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE, IL POLO AL SUD

Napoli e la Campania, grazie a una fruttuosa collaborazione tra università, centri di ricerca e aziende, si sono rivelate un terreno fertile per lo sviluppo delle tecnologie: «diventeranno il polo del Sud per l’IA, mettendo pienamente a frutto la propria vocazione», ed entreranno in connessione con il quadrilatero per l’IA Genova-Bologna-Torino-Pavia.

«Il Mimit – ha spiegato il ministro intervenuto da remoto al Festival – ha sostenuto la creazione di una fondazione a Torino, che sarà il motore del coordinamento tra lo sviluppo tecnologico e il tessuto imprenditoriale, puntando sulla collaborazione continua tra pubblico, privato, industria e ricerca. Con una dotazione annuale di 18 milioni di euro, la fondazione completa un quadrangolo di ricerca pubblico-privata sull’IA che include innanzitutto l’istituto italiano di tecnologia di Genova, il Cineca di Bologna con il supercomputer Leonardo e la futura fabbrica di IA e la fondazione Chips-It di Pavia, che abbiamo istituito nei mesi scorsi, specializzata nel design dell’hardware».

L’HUB DI ROMA


Roma, invece, ospiterà un hub per lo sviluppo sostenibile in Africa: si tratta, «di una piattaforma tecnologica che metterà in contatto permanente le grandi multinazionali europee, ovviamente anche italiane e occidentali, con le start-up africane che stanno incalzando affinché possano essere coinvolte nello sviluppo del loro continente in una piena sinergia con la nostra Europa”. L’Italia, ha sottolineato Urso, vanta poi “diverse infrastrutture abilitanti come il ‘supercomputer’ Leonardo, tra i dieci più potenti al mondo».

INTELLIGENZA ARTIFICIALE, BOLOGNA PUNTO CARDINE


Nella geografia europea dell’IA, Bologna sarà uno dei punti cardine: «Abbiamo supportato la candidatura del tecnopolo di Bologna al bando europeo per le fabbriche di IA. Un traguardo di cui siamo particolarmente orgogliosi. L’Italia ospiterà una delle prime 7 fabbriche europee progettata per promuovere innovazione, collaborazione tra ricerca e industria, in particolare start up e lo sviluppo di IA.

In seconda istanza ci stiamo concentrando anche su un’altra infrastruttura cruciale: i data center, le miniere del futuro, fondamentali per la transizione digitale di imprese e pubbliche amministrazioni. I data center stanno facendo dell’Italia una destinazione privilegiata per investimenti internazionali».

UN MILIARDO PER LE STARTUP NEL SETTORE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE


Per fare la “rivoluzione” servono risorse importanti e far sì che arrivino alle imprese. Il Mimit, con il Fondo nazionale innovazione e altre risorse del Pnrr, ha sottolineato il ministro, ha messo a disposizione circa un miliardo per le startup nel settore dell’IA, attraverso lo strumento di Cdp Venture Capital.
«Le misure di transizione 4.0 e 5.0 – ha aggiunto – prevedono altre agevolazioni per 12,6 miliardi, per ricerca e innovazione, anche nella chiave della sostenibilità ambientale».
Il ruolo dell’Europa in questo processo di evoluzione tecnologica, è decisivo per la competitività e la crescita.

POLITICA PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA

“Il cerchio del nostro progetto si chiude necessariamente a Bruxelles dove – ha sostenuto il ministro Urso – occorre sviluppare una politica per l’innovazione tecnologica, per una competitività e quindi per l’industria, che sino a oggi purtroppo è mancata in sede europea.
La bussola per la competitività della Commissione è un passo in avanti che abbiamo sollecitato, ci indica che siamo perfettamente allineati e capaci di indirizzare la strategia europea.
L’Europa sta lavorando su queste linee. Il nostro impegno è quello di partecipare alla definizione delle nuove strategie, per garantire che le imprese italiane possano competere al meglio nel contesto internazionale».

LA SOPRAVVIVENZA DEL SETTORE AUTOMOTIVE


Dalla scommessa per il futuro che poggia sulla sfida digitale a un settore a rischio sopravvivenza come l’automotive. «L’Italia guida il fronte delle riforme in Europa per rimettere sulla strada giusta l’auto europea», ha asserito il ministro in apertura del tavolo automotive al Mimit.

«Ci siamo mossi per primi, già sei mesi fa – ha detto – Con il nostro non-paper sul settore dell’automotive abbiamo costretto la commissione Ue a inserire nel piano d’azione sull’automotive due precondizioni assolutamente necessarie, ma ancora non sufficienti.
Il rinvio delle sanzioni previste per il 2025, che avrebbero comportato il collasso dell’industria europea, e l’anticipo alla seconda metà di quest’anno della revisione del regolamento sui veicoli leggeri, inizialmente prevista per la fine del 2026»

. Ma non basta, ha rimarcato. Per il ministro bisogna che il raggiungimento degli obiettivi della transizione passi dall’apertura a tutte le tecnologie disponibili, a partire da biocarburanti e idrogeno».

«Serve poi rivedere il metodo di calcolo delle emissioni e servono inoltre risorse adeguate a livello europeo per incentivare la produzione made in Europe e garantire l’autonomia strategica sulle batterie elettriche».

PUNTO DI SVOLTA PER IL SETTORE

«Siamo a un punto di svolta decisivo per la sopravvivenza del settore automotive in Europa – ha detto – stretto tra regole folli che ne minano la competitività e una concorrenza globale sempre più aggressiva, a cui si aggiungono le nuove criticità derivanti dai possibili dazi americani e dalla sovrapproduzione cinese che potrebbe inondare il mercato europeo».

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