Università e solidarietà: la scelta di esserci. Angeli per un giorno per UER

  • Postato il 21 giugno 2025
  • Società
  • Di Paese Italia Press
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All’Università Europea di Roma (UER) si è concluso un altro anno di attività di Responsabilità Sociale, promosse dal Centro di Formazione Integrale dello stesso ateneo.

Questa università non si limita ad offrire un semplice percorso accademico, ma coinvolge gli studenti in iniziative orientate a sviluppare uno spirito di servizio per gli altri.

Queste attività occupano un ruolo centrale nella formazione e nella crescita personale degli studenti, sensibilizzandoli alle dinamiche sociali, all’esercizio attivo della solidarietà e al riconoscimento del valore sociale intrinseco nell’impegno professionale. 

Gli studenti collaborano con diverse realtà che operano nel sociale sul territorio (associazioni, Onlus, fondazioni, laboratori, organizzazioni di volontariato) e si impegnano a svolgere attività di vario genere: supporto a persone senza fissa dimora o in condizioni di disagio socio-economico, assistenza a minori e disabili, tutela dell’ambiente, promozione della cultura e dell’educazione, sostegno a persone anziane o malate.

L’obiettivo è che lo studente UER sia preparato tanto dal punto di vista tecnico-scientifico quanto dal punto di vista umano, per essere capace di relazionarsi agli altri con sensibilità e rispetto, e di vivere la propria professione non solo come una realizzazione personale ma anche come un servizio per la trasformazione della società.

Nell’anno accademico 2024-25 il Centro di Formazione Integrale dell’Università Europea di Roma ha visto il coinvolgimento di circa 300 studenti che hanno svolto circa 15000 ore totali di attività presso 31 enti del territorio.

Gli studenti hanno raccontato le loro esperienze in una serie di articoli scritti nell’ambito del Laboratorio di comunicazione “Non sei un nemico!”, attività di Responsabilità Sociale diretta dal giornalista Carlo Climati, che si ispira alla cultura dell’incontro.

Una studentessa, Alexia, ha descritto la sua esperienza in aiuto delle persone senza fissa dimora: “Tornando a casa, ci siamo portati dietro molto più di quanto avessimo lasciato. Quell’incontro ci ha cambiati. Ha incrinato quella barriera invisibile che ci separa dal dolore degli altri. E forse è proprio in questo piccolo spostamento dello sguardo che inizia la possibilità di un cambiamento più grande: nella città, nelle relazioni, in noi stessi”.

Un’altra studentessa, Martina, ha raccontato la giornata solidale “Angeli per un giorno”, trascorsa con i bambini delle case famiglia romane: “L’esperienza mi ha insegnato che il volontariato non è solo un’azione generosa. È uno specchio. Ti mette davanti agli occhi la realtà degli altri, ma anche la tua. Ti costringe a rivedere le priorità, a rimettere a fuoco cosa conta davvero. Ti educa al rispetto, alla gratitudine, alla presenza”.

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