UNICAL VOICE – Van Gogh Museum: è un addio?
- Postato il 24 settembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
UNICAL VOICE – Van Gogh Museum: è un addio?
Il tempio del pittore olandese rischia la chiusura dopo i mancati finanziamenti da parte del governo dei Paesi Bassi. Van Gogh Museum a rischio.
Da un solo quadro venduto in tutta la vita, a un’eredità dal valore inestimabile, esposta nella città dei tulipani e contesa dai più grandi collezionisti mondiali.
L’arte di Vincent Van Gogh è famosa per la sua pittura materica, che lascia insinuare l’occhio tra le linee delle colline provenzali. Tra i solchi dei volti scavati nei ritratti, lungo i vortici luminosi ed infiniti che si allargano nel cielo terso. Lo sguardo riposa lasciandosi cullare sopra i campi di grano piegati dal vento ed ombreggiati dai mulini, nei giardini intimi e floreali d’Arles che sanno di casa, e sugli specchi d’acqua dalle mille sfumature di colore, dove figure che paiono amanti, si allontanano tetri dal proprio riflesso notturno, scolpito dalle energiche pennellate.
Un trascorso, quello del pittore, che pare incupire solo parte della propria opera. Strano come i sensi si rallegrino e trovino pace nella luce spiccante degli iconici girasoli. O nelle stelle punteggiate delle sue notti stellate, che emanano un calore tale che non diresti mai possa provenire da un uomo tanto provato dalla solitudine. Forse è questo che si intende, quando si dice «l’arte è lo specchio dell’anima»? Di sicuro i fortunati che hanno avuto l’occasione di apprezzare i celebri quadri dal vivo nel museo olandese, avranno trovato la risposta che cercavano.
Ma la magia giallo limone di Van Gogh, che riusciva a far guardare dentro sé qualsiasi essere umano dotato della più diversa forma di sensibilità, rischia adesso di spezzarsi.
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VAN GOGH MUSEUM A RISCHIO
Il museo di Amsterdam che la ospitava, anche detto Van Gogh Museum, minaccia la chiusura a “tempo indeterminato”, per via dei pochi fondi stanziati dal governo olandese. O almeno così dicono le news.
Questi non sarebbero sufficienti a coprire le spese di oltre 120,6 milioni di dollari del masterplan richiesto per garantire un ammodernamento dei locali, ormai vecchi e poco sicuri per i visitatori, e per ristabilire una corretta messa in sicurezza delle opere, obsoleta considerando la grande affluenza di persone che ogni anno di più, si riversa tra le sale della struttura.
Un’ipotesi che si scontra con l’accordo storico stretto con il nipote Vincent Willem Van Gogh nel 1962. Lettere, dipinti, oggetti personali, tutti affidati alla fondazione, facendola diventare in poco tempo, il tempio universale dell’artista post-impressionista.
A primo impatto viene da pensare che il problema principale, per via del suo legame con la sicurezza delle opere, sia connesso alle proteste degli attivisti di organizzazioni come Just Stop Oil. Questi già nel 2022 imbrattarono i Girasoli alla National Gallery di Londra con una lattina di zuppa. Nello stesso anno il gruppo ambientalista Ultima Generazione invece colpì Il Seminatore in mostra a Roma, sempre con una lattina di zuppa. I quadri si salvarono, essendo protetti da una teca di vetro, e l’ondata di odio verso i giovani fu di portata mondiale, nonostante l’appoggio di una parte di popolazione, che reputò “l’affronto” a Van Gogh necessario e per una giusta causa.
Eppure la motivazione della presunta chiusura, non pare essere questa.
A RISCHIO, MA PERCHè?
Tanti i pareri in merito alla questione sui social, soprattutto esperienze personali di coloro che non sono mai riusciti ad acquistare il biglietto d’entrata per via dei ripetuti sold out, e che quindi non si spiegano dove tutto questo denaro vada a finire.
Le entrate del museo sarebbero, secondo molti, superiori ai costi richiesti nel finanziamento, e sufficienti a coprire le spese necessarie per far fronte alla problematica.
Tuttavia, nel comunicato stampa del Museum si legge che i biglietti sono in calo, e che i finanziamenti sono necessari anche per riuscire a compensare le perdite alimentate dall’inflazione.
Per alcuni la causa è l’overtourism, mentre altri dicono si tratti solo di una fake news.
Nella pagina ufficiale del museo si legge il comunicato del 27 Agosto, poi ricondiviso dal New York Times, con il titolo “Il futuro del Van Gogh Museum è in dubbio”. Riassume gli estremi di una situazione preoccupante causata dagli impegni mancati del governo olandese, accusato di star mettendo in pericolo l’arte ed i suoi fruitori, e di star portando la fondazione ad una rapida.
Fino ad adesso, l’idea di una crisi che porti ad una chiusura definitiva, rimane una remota possibilità. Si spera che sfumi con una pronta risposta (positiva) dai Paesi Bassi, e la decisione di riprendere in mano il proprio impegno nel rispetto degli accordi stabiliti, onde evitare la compromissione del futuro accesso alle opere.
Ma sappiamo bene che quando c’è di mezzo l’economia, questa conta più del pennello del più grande artista.
Il Quotidiano del Sud.
UNICAL VOICE – Van Gogh Museum: è un addio?