Una strada italiana è la più amata dagli stranieri (ma non è la più famosa)

  • Postato il 24 novembre 2025
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  • Di SiViaggia.it
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Le città europee hanno strade che non sono semplici collegamenti tra un punto e l’altro: sono teatri di incontri, memorie e sfumature urbane che trasformano una passeggiata in un’esperienza. È da questa consapevolezza che nasce la classifica delle strade più belle d’Europa, realizzata da Time Out.

A dominare l’immaginario degli stranieri non sono solo le arterie glamour di Parigi o le vie hipster di Berlino. Al sesto posto di questa classifica c’è una italiana… e non è la più famosa.

La strada italiana più amata dagli stranieri

Non è via Condotti, non è via Montenapoleone a Milano (tra le vie cittadine più costose del mondo) e neppure via Toledo a Napoli. È una strada che sfugge ai cliché delle cartoline, che non si limita a offrire monumenti e souvenir, ma vibra della vita reale di un quartiere che ha saputo reinventarsi senza perdere la sua anima: via Panisperna, nel quartiere Monti di Roma.

Via Panisperna è una di quelle strade che non ti seduce con la spettacolarità immediata, ma con una bellezza che si rivela passo dopo passo. Non è una passerella di griffe, non è un corridoio museale. È Roma, ma la Roma che si vive, che si ascolta, che si sfiora. Una Città Eterna che ti parla tra una trattoria vintage e un palazzo aristocratico, tra una bottega artigiana e una chiesa nascosta.

La strada prende il nome da Santa Maria in Panisperna, la chiesa che secondo la tradizione sorge sopra il luogo del martirio di San Lorenzo.

Il toponimo è una piccola leggenda urbana a sua volta. Alcuni lo collegano alle famiglie Pane e Perna, altre fonti ricordano i frati della Basilica di San Lorenzo che distribuivano ai poveri pane et perna, pane e prosciutto. Ma l’interpretazione più affascinante sposta l’attenzione sulle radici linguistiche: “Panisperna” potrebbe derivare dal greco presso e dal latino antico sperno, termine legato all’idea di “confine”. Come se la strada stessa fosse una frontiera tra mondi, tra potere e quotidianità, tra storia sacra e storia laica.

Perché è così famosa

Se via Panisperna non è la più famosa strada d’Italia, lo è nelle coordinate delle idee. In un palazzo apparentemente anonimo, al civico 89, l’Italia ha scritto una delle pagine più luminose della scienza mondiale. Qui, negli anni Trenta, un gruppo di giovani ricercatori si riuniva per discutere, sperimentare, sognare: erano i ragazzi di via Panisperna, guidati da Enrico Fermi. Tra quelle pareti, nel Regio Istituto Fisico dell’Università di Roma, nacque la fisica nucleare moderna. Non una scuola, ma una rivoluzione.

Le immagini che ci restano di quei giovani (Ettore Majorana, Franco Rasetti, Emilio Segrè, Edoardo Amaldi) sembrano quasi fotografie di una band musicale d’avanguardia. E, in un certo senso, lo erano: il loro strumento era la materia prima dell’universo. Li chiameremmo oggi visionari. Allora erano “solo” studenti in un’Italia sospesa tra sogni di modernità e ombre politiche.

Tra provette, lavagne e calcoli che sembravano formule magiche, Enrico Fermi creò il primo metodo pratico per rallentare i neutroni, aprendo la strada ai futuri reattori nucleari. La Roma degli Anni Trenta non era solo palazzi ministeriali e manifesti littori: era un cantiere di pensiero libero, di scoperte che perforavano il velo del già noto.

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SiViaggia.it

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