Una sfilata contro il tumore al seno: al Fatebenefratelli operatori sanitari in passerella con Antonio Marras per dire che prevenzione e bellezza possono coesistere
- Postato il 25 giugno 2025
- Moda E Stile
- Di Il Fatto Quotidiano
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Come un lancio di coriandoli, una spruzzata di colore, un angolo di gioia condivisa e quasi urlata. Rubato, custodito, conquistato a fatica e poi mostrato a tutti con orgoglio. Chi ha avuto un cancro al seno sa che tutto si riscrive, si trasforma in una nuova pagina. E ci si può ridere anche su. Gli operatori e operatrici sanitarie e socio sanitarie, gli infermieri e infermiere, i tecnici di radiologia hanno sfilato con tutine vintage da marinaretti, cappellini retrò e cagnolini al seguito, fiori nei capelli, abiti con allegre fantasie floreali, rouge svolazzanti, camicie hawaiane che ricordano le complici risate del varietà e delle commedie di una volta. Evocazioni da avanspettacolo che lo stilista Antonio Marras ha tirato fuori dal suo magico cappello creativo. “We Breast: Malattia – Cultura – Bellezza” è stata una serata speciale. Fra cultura e beneficenza, ha reso protagonisti lunedì 23 giugno al Chiostro dell’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano una categoria di lavoratori spesso dimenticati. Gli operatori sanitari e socio sanitari. Quelli che fanno la differenza, lontani dai riflettori, nel dare empatia, conforto, vicinanza a chi affronta il percorso di cura. Quelli di cui non si parla mai.
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Milano e dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, promossa dall’Intergruppo parlamentare “Nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella”, da Fondazione The Bridge, dall’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano, dalla Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia e da un gruppo di soggetti privati, è nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del tumore al seno. Una malattia che rappresenta il 30% di tutte le neoplasie che colpiscono la popolazione femminile e che ancora nel 2024 si conferma in assoluto il più frequente tumore diagnosticato in Italia: con oltre 53.600 casi, di cui 10mila nella sola Regione Lombardia.









Il progetto, finalizzato anche alla raccolta di fondi per l’acquisto di macchinari per i vari reparti degli ospedali coinvolti, parte dall’obiettivo di migliorare la qualità delle cure destinate alle pazienti. Come? Attraverso un’iniziativa pop capace di sorprendere, coinvolgere al di fuori dagli schemi tradizionali e accendere i riflettori su chi lavora dietro le quinte della salute. Un format inedito, solitamente adottato da strutture private, che per la prima volta è stato realizzato all’interno di un ospedale pubblico, il Fatebenefratelli di Milano, simbolo di eccellenza, in concomitanza con la Settimana della Moda Uomo di Milano. Tra i rappresentanti delle istituzioni che hanno patrocinato il progetto l’onorevole Simona Loizzo, presidente dall’Intergruppo parlamentare “Nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella”, Anna Scavuzzo, vicesindaco del Comune di Milano, Michele Lissia, sindaco del Comune di Pavia e Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia.
Nel progetto creativo anche la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado e gli allievi della Scuola del Piccolo Teatro di Milano, preceduti dalla stand up comedy di Velia Lalli, dal titolo “Ca***o (e contate gli asterischi)”, seguiti dall’irriverente intervento sul mondo della moda della Gialappa’s Band. Oltre ai cani salvati dalla Fondazione Bini Ers Lì L’Arca delle Code, provenienti da canili sovraffollati e situazioni di maltrattamento.
“Di fronte a numeri così preoccupanti serve una risposta diversa: informare non basta, bisogna sorprendere, coinvolgere, arrivare ovunque – ha detto Loizzo – perché ogni contesto può diventare occasione di prevenzione”. Anche gli uomini sono coinvolti: come partner, caregiver, alleati. Vanno inclusi nel percorso. Prosegue Loizzo: “Le donne, oltre a curarsi, hanno bisogno anche di altro, dialogare con eventi culturali, ridere, sentirsi ancora donne nonostante siano sottoposte a interventi durissimi per la loro identità femminile”. Fra i prossimi progetti, nel format We Breast, anche un corto con Monica Guerritore sulla vita di una paziente morta per cancro al seno. L’attrice stessa affrontò su sé stessa la malattia ma fu curata in tempo e perciò è molto sensibile all’argomento prevenzione. E poi la sensibilizzazione sui campi da calcio.
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