Una scoperta archeologica in Portogallo riscrive la storia dei Neanderthal

  • Postato il 16 luglio 2025
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  • Di SiViaggia.it
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È in un tratto incontaminato della costa sud-occidentale del Portogallo che un team internazionale composto da scienziati e archeologi ha svelato un segreto millenario. Tra le dune di Monte Clérigo e Praia do Telheiro sono state individuate le prime impronte di Neanderthal mai scoperte nella regione, tracce che risalirebbero a circa 82.000-78.000 anni fa.

Camminavano sulla sabbia umida, cacciavano, si spostavano in gruppo: quelle impronte, impresse nella pietra, raccontano una storia straordinaria di vita preistorica in riva all’oceano.

La scoperta delle impronte di Neanderthal

In base a quanto riferito nello studio pubblicato su Scientific Reports, il team ha scoperto le impronte nei siti a Monte Clérigo e Praia do Telheiro, in Portogallo, conservate sull’arenaria fossilizzata. In particolare, presso il sito di Monte Clérigo, sono state trovate le impronte di un adulto, di un bambino tra i sette e i nove anni e di un bambino piccolo sotto i due anni.

L’impronta lasciata dal bambino ha rivelato dettagli sorprendenti: il piede non era ancora completamente sviluppato e mancava dell’arco plantare tipico dell’uomo moderno, una caratteristica che conferma quanto già noto sull’evoluzione del piede nei Neanderthal durante l’infanzia. Ma non solo: la presenza di un bambino così piccolo insieme agli adulti suggerisce che questi antichi umani vivevano in piccoli gruppi familiari, in cui anche i più giovani partecipavano attivamente alla vita quotidiana.

Accompagnavano i genitori nei loro spostamenti, osservavano, imparavano e iniziavano fin da piccoli ad acquisire le abilità necessarie per sopravvivere in un ambiente spesso ostile. Si tratta di una scoperta eccezionale anche perché mette in evidenza un nuovo dato sui Neanderthal: le impronte fossilizzate nelle antiche arenarie mostrano come questi antichi umani esplorassero il paesaggio costiero, probabilmente pianificando spostamenti e battute di caccia tra le dune.

Cosa ci svela questa scoperta

Le impronte trovate dal team di scienziati e archeologi dimostrano che i Neanderthal vivevano vicino al mare e sfruttavano le risorse offerte dall’ambiente costiero. Tuttavia, dalle analisi eseguite sui resti faunistici trovati nei siti lungo la costa della Penisola Iberica utilizzando un metodo chiamato “network analysis”, si evidenzia un dato interessante sulla loro dieta, incentrata soprattutto su grandi erbivori come cervi, cavalli e uri (una specie di bovino oggi estinta), oltre che su lepri.

La costante presenza di questi mammiferi suggerisce che rappresentassero una fonte di cibo affidabile, indipendentemente dai diversi ambienti in cui i Neanderthal si insediavano, come sottolinea lo studio. Allo stesso tempo, non disdegnavano animali marini provenienti dagli habitat circostanti, come molluschi e pesci, segno di una strategia alimentare flessibile e ben adattata alle risorse locali.

Inoltre, le impronte indicano che le dune venivano sfruttate come terreno di caccia: grazie alla loro vegetazione rada e ai rilievi irregolari, erano considerati luoghi ideali per avvicinarsi alle prede senza essere visti. Una dinamica che trova conferma anche in altri siti come Matalascañas, in Spagna, dove sono state scoperte impronte di Neanderthal accanto a strumenti in pietra e resti di animali cacciati.

Questa ricerca aggiunge nuovi tasselli alla conoscenza della vita dei Neanderthal e rafforza l’idea che si trattasse di un’umanità molto più adattabile di quanto si sia pensato in passato, capace di sfruttare al meglio le risorse costiere e di modulare la propria dieta in base alla disponibilità alimentare.

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SiViaggia.it

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