Blitz alla Dulbecco, il caso del medico antidoping
- Postato il 15 luglio 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Blitz alla Dulbecco, il caso del medico antidoping
Tra le persone coinvolte nell’inchiesta che ha portato al blitz all’Azienda Ospedaliera Renato Dulbecco c’è anche il caso del medico antidoping che secondo l’accusa “dopava” le fatture
Tra le persone coinvolte nel blitz messo a segno da Carabinieri e Guardia di Finanza all’Azienda ospedaliera Renato Dulbecco che ha portato all’emissione di diverse misure cautelari a carico di medici, infermieri e funzionari della struttura sanitaria c’è anche il caso del medico antidoping Gino Mancuso che alla Dulbecco ricopriva l’incarico di dirigente dell’Ufficio Alpi (ufficio che si occupa della gestione delle attività libero professionali intramoenia). Mancuso risulta sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
«Attività di vanto, con colleghi ed amici – scrivono gli inquirenti – quella svolta da Gino Mancuso per conto della Federazione medico sportiva italiana, quale DCO e BCO (letteralmente Doping control officer e Blood control officer) di NADO Italia, agenzia italiana della WADA che procede ai controlli
antidoping nei confronti degli atleti di tutte le discipline sportive riconosciute dal CONI».
Secondo l’accusa avrebbe «composto al computer, su un file word, la fattura dell’albergo “x” per attestare un importo di 20//30 euro in più a quello realmente sostenuto, durante le molteplici trasferte. Succedeva anche di trovarsi quasi in Basilicata, mentre ancora risultava in servizio presso il piccolo ufficio del Pugliese Ciaccio di Catanzaro, così come capitava di usufruire pranzi e cene presso ristoranti chiusi anni prima, e dei quali il Mancuso possedeva ancora i vecchi timbri. Biglietti del traghetto taroccati, fatture di ristoranti e hotel fatte a mano, chilometri mai percorsi, venivano sistematicamente allegati – sostengono gli inquirenti – alle richieste di rimborso, senza mai destare sospetto, ottenendo sempre il pagamento del “dovuto”. E tutto per il solo anno 2023, oggetto dell’analisi compiuta dagli inquirenti (NAS e GdiF)».
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