Un sit-in per non dimenticare Serafino Congi

  • Postato il 4 ottobre 2025
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Un sit-in per non dimenticare Serafino Congi

Un sit-in a nove mesi dalla morte per non dimenticare Serafino Congi, il 47enne sangiovannese che ha perso la vita in seguito alla mancanza di un’ambulanza medicalizzata


SAN GIOVANNI IN FIORE – A nove mesi dalla morte di Serafino Congi, il 47enne sangiovannese che ha perso la vita in seguito alla mancanza di un’ambulanza medicalizzata presso l’ospedale cittadino, che cosa è cambiato?

«Niente – sostiene la vedova, Caterina Perri”. I parenti più stretti, mamma Rosa, papà Giovanni e la stessa Caterina Perri, assieme al Comitato “Antigone – Siamo tutti Serafino” e alle ragazze dell’associazione Fiori Florensi hanno manifestato con un sit-in davanti all’ingresso dell’ospedale di San Giovanni in Fiore per gridare al mondo intero «ciò che è successo quel 4 gennaio, esattamente 270 giorni fa, alle ore 14,30 nel Pronto Soccorso cittadino e che cosa è andato in tilt quel giorno nella sala operativa del 118, mentre il 7 gennaio l’Asp di Cosenza apriva un’inchiesta, senza pubblicare mai gli esiti dell’indagine».

Aria pesante, davanti a quei gradini, non lontano da dove, 9 mesi fa spirava Serafino Congi, che a soli 47 anni lasciava moglie e due figlie in tenera età a causa della mancanza di sanità in cima alla montagna della Sila, dove una popolazione (quella sangiovannese) deve pagare lo scotto di essere distante 50 e più chilometri da un ospedale attrezzato. Succedeva che in una fredda e nebbiosa domenica di Gennaio (4 gennaio del 2025) Serafino Congi si presentava al Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino, perché stava male. Molto male.

Sono le 14,30. Sul posto non c’è un’ambulanza medicalizzata, perché l’unica disponibile è partita pochi minuti prima verso l’ospedale di Crotone per accompagnare un anziano colto da infarto. Fra telefonate, attese e frenetici contatti le ore passano. Serafino sta sempre peggio. Alla fine (sono le ore 17 e qualche minuto) viene caricato su un’ambulanza per essere trasportato all’ospedale di Cosenza. Non vi arriverà mai, perché lungo la strada Silana – Crotonese nei pressi di Spezzano della Sila, il cittadino sangiovannese muore.

Da qui in poi l’indignazione della popolazione. Sorgono comitati vengono presentate interrogazioni parlamentari. Anche dell’indagine condotta dall’Asp di Cosenza non si sa niente. Questa sera il sit-in per gridare al mondo come qui si possa morire in modo assurdo.

E al sit-in c’è anche Rosa, la mamma di Serafino Congi che, per la prima volta, parla in pubblico. Espone di fianco a sé la tela che l’artista Vincenzo Mancina ha donato all’Associazione Antigone- Siamo Tutti Serafino che rappresenta la marcia silenziosa attraverso cui è insorta la comunità a seguito della morte di Serafino. Lo stesso moto di protesta civile che si mosse quel 4 gennaio si ritrova adesso il 4 ottobre allo stesso orario in cui Serafino è stato accompagnato nel presidio.

Il silenzio che ancora perdura su questo tragico evento non fa cadere il ricordo e il fatto che la sua morte fosse evitabile. Gli interrogativi chiave restano ancora in piedi: perché , nonostante siano decorsi 9 mesi, non è dato ancora sapere cosa sia andato in tilt nella sala operativa del 118 il 4 gennaio scorso? Perché dal 118 non si riuscì a trovare in tempo un medico che trasportasse Serafino Congi da San Giovanni in Fiore a Cosenza?

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