Crotone, il caso Chimirri va in Consulta: l’archiviazione del poliziotto sarà rivalutata
- Postato il 6 ottobre 2025
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Crotone, il caso Chimirri va in Consulta: l’archiviazione del poliziotto sarà rivalutata
Svolta nel caso Chimirri a Crotone: la Cassazione accoglie il ricorso contro l’archiviazione del poliziotto, la Consulta rivaluterà.
CROTONE – Approda al vaglio della Consulta il caso del poliziotto Giuseppe Sortino. Dopo l’archiviazione dall’accusa di omicidio del pizzaiolo e tiktoker Francesco Chimirri, morto nel Far West dell’ottobre scorso nel quartiere Lampanaro, i legali della famiglia Chimirri hanno fatto ricorso ai supremi giudici. E la Prima Sezione Penale della Suprema Corte, accogliendo le tesi degli avvocati Tiziano Saporito e Andrea Filici, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale. Il quesito è: ha la persona offesa il diritto di ricusare un giudice della cui imparzialità dubita?
Secondo gli avvocati Saporito e Filici, si tratta di «Una decisione di portata storica, destinata a ridisegnare i diritti della vittima nel processo penale».
LA VICENDA
La questione, che secondo la difesa «avrà efficacia erga omnes e vincolerà tutti i tribunali italiani», scaturisce dal complesso procedimento per l’omicidio Chimirri. Come si ricorderà, hanno patteggiano la pena i quattro componenti della famiglia Chimirri imputati per il tentato omicidio del vice ispettore della polizia di Stato e per le lesioni gravissime nei suoi confronti. L’agente, esattamente un anno fa, uccise il pizzaiolo e tiktoker Francesco Chimirri ma, almeno questa è la tesi della Procura, fu legittima difesa mentre subiva una violenta aggressione. La difesa dei familiari aveva chiesto la sostituzione della gip Elisa Marchetto, sostenendo che avesse già manifestato un radicato convincimento sulla vicenda in un precedente provvedimento, rendendo la sua successiva decisione «un epilogo già scritto».
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La giudice, sposando la tesi difensiva dell’indagato Sortino, definiva la sua condotta come un «estremo atto di autodifesa». Mentre l’aggressione nei suoi confronti veniva descritta come un «deprecabile episodio di insensata e brutale violenza» perpetrata dal «clan Chimirri».
NUOVA VALUTAZIONE
La difesa dei Chimirri ha proposto ricorso alla Corte d’Appello per la ricusazione della giudice ritenuta imparziale. La Corte d’Appello ha dichiarato inammissibile il ricorso. È stato il successivo ricorso alla Suprema Corte di Cassazione a segnare la svolta. La Prima Sezione Penale ha riconosciuto la fondatezza dei dubbi sollevati dalla difesa, ritenendo la questione «rilevante e non manifestamente infondata» e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale. Sempre secondo la difesa, la decisione di archiviare il procedimento, «confermando quel convincimento già ampiamente espresso mesi prima», non era basata su un sereno vaglio delle prove, ma era la «naturale conclusione di un percorso argomentativo già tracciato».
«Nonostante la pendenza del giudizio di Cassazione e la sollevata questione di costituzionalità, che metteva in discussione la sua stessa legittimazione a decidere», evidenzia la difesa, la gip ha disposto l’archiviazione per legittima difesa. Qualora la Corte Costituzionale dovesse accogliere la questione sollevata, l’intero procedimento verrebbe riconsiderato e si aprirà la strada a «una nuova valutazione da parte di un giudice terzo e imparziale». La parola “fine” sulla tragica morte di Francesco Chimirri potrebbe essere ancora lontana dall’essere scritta.
LE DICHIARAZIONI
«Questa vicenda non riguarda solo la tragica morte di Francesco Chimirri, ma tocca un principio cardine del nostro sistema giudiziario – affermano gali avvocati Saporito e Filici – il diritto di ogni cittadino, e in particolare della vittima di un reato, a un giudice terzo e imparziale. La storica ordinanza con cui la Suprema Corte di Cassazione ha accolto i nostri dubbi e investito della questione la Corte Costituzionale è una vittoria non solo per la famiglia Chimirri, ma – aggiungono – per lo stato di diritto. L’archiviazione, emessa dallo stesso giudice di cui avevamo motivatamente messo in dubbio la serenità di giudizio, era un atto purtroppo atteso, quasi un epilogo annunciato. Ma è un epilogo con fondamenta d’argilla».
«Attendiamo con fiducia la pronuncia della Consulta, certi che ristabilirà un principio di civiltà giuridica – sostiene la difesa – Una decisione favorevole non solo travolgerà questa archiviazione, ma – osservano gli avvocati – garantirà in futuro a tutte le persone offese in Italia uno strumento essenziale per la tutela dei propri diritti. La garanzia di non essere giudicati da chi ha già, di fatto, deciso».
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Crotone, il caso Chimirri va in Consulta: l’archiviazione del poliziotto sarà rivalutata