Un posto per volare, il 24 e 25 ottobre al Teatro Studio Bunker di Torino la poetica di Tenco e Pavese

  • Postato il 20 ottobre 2025
  • Cultura
  • Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Venerdì 24 e sabato 25 ottobre riparte Teatro Studio Bunker 05, la stagione teatrale curata dall’Accademia dei Folli con la direzione artistica di Carlo Roncaglia.

Protagonista sul palco del teatro di via Paganini è la compagnia Santibriganti con lo spettacolo Un posto per volare, un recital-concerto che intreccia le canzoni di Luigi Tenco e gli scritti di Cesare Pavese, due poeti piemontesi dalle vite intense e tragiche, in un mix di musica, parole e poesia che celebra la loro profonda umanità.

Quante cose in comune hanno Tenco e Pavese? Tantissime, più di quante non si riesca a spiegare sulla carta. Sicuramente il coraggio di andare all’osso, la semplicità della voce poetica, il passo confessionale, il senso musicale della frase, la nudità del verbo e, di questo, l’essere così coraggiosamente esposto al banale.

E poi, l’eterna fanciullezza, assetata d’ogni cosa e, dall’altra parte, la disillusione, la malinconia, quel triste pulviscolo che si posa sull’esperienza; il difficile “impegno” nel mondo; e ancora, la considerazione postuma davvero popolare della loro opera e della loro figura (sono lo scrittore e il cantautore di tutti e di un tempo che fu) e, infine, il suicidio, che per entrambi non fu solo un tragico dato contingente ma una postilla (pacificamente) possibile della propria parabola poetica ed esistenziale.

Orlando Manfredi e Luca Occelli danno vita sul palco alla storia di un Epigono – chiamato il Nostro – che cerca con esiti tragicomici di replicare le grandezze e i fallimenti, l’arte e la vita dei due idoli piemontesi.

Partendo dal proprio vissuto di cultori ed estimatori di Luigi Tenco e Cesare Pavese fin dall’infanzia, muovendosi da esperienze familiari autentiche e suggestive, gli attori portano in scena le intersezioni da un autore all’altro, attraverso un viaggio sensoriale dove i confini sfumano e si contaminano, così come contaminato è il motore del racconto scenico: di volta in volta musicale, narrativo, evocativo, agiografico, canzonettistico, poetico, dialogico, scultoreo. La musica evoca, la canzone poeta, il verso suona in una creazione originale, lontana da operazioni di raccolta di successi per interposte persone.

Lo spettacolo è una creazione originale all’insegna di una leggerezza e di una originalità di lettura, che rimettono al centro la vitalità di due traiettorie artistiche e umane tra le più incisive del Novecento.

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Quotidiano Piemontese

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