Ufo, “c’è un oggetto misterioso che sfreccia nel nostro sistema solare a 210.000 km/h. Non è ‘terrestre'”: l’annuncio degli astronomi al New York Times

  • Postato il 4 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un visitatore inatteso, proveniente dagli abissi dello spazio profondo, sta attraversando in queste ore il nostro sistema solare. È un oggetto misterioso, estremamente veloce e luminoso, che gli scienziati hanno identificato come il terzo “oggetto interstellare” mai osservato dall’uomo, dopo il celebre ‘Oumuamua nel 2017 e la cometa Borisov nel 2019. Gli è già stato assegnato un nome ufficiale: 3I/ATLAS.

L’avvistamento è avvenuto martedì primo luglio, grazie a un telescopio in Cile che fa parte del progetto ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), un sistema finanziato dalla NASA per individuare oggetti spaziali potenzialmente pericolosi. In un primo momento, data la sua traiettoria insolitamente eccentrica, si era pensato a un asteroide. L’allerta è stata immediatamente trasmessa al Minor Planet Center dell’Unione Astronomica Internazionale, che ha condiviso i dati con la comunità scientifica globale. Poche ore dopo, la svolta. Alcuni osservatori hanno iniziato a segnalare una “attività cometaria provvisoria”, segno che l’oggetto stava rilasciando gas e polveri. La sua identità è così cambiata: non un asteroide inerte, ma con ogni probabilità una cometa interstellare, un corpo ghiacciato proveniente da un’altra stella.

Ma come fanno gli astronomi a essere così sicuri che non sia “nato qui”? La prova principale è la sua incredibile velocità. 3I/ATLAS si sta muovendo a circa 210 mila chilometri orari rispetto al Sole, e continuerà ad accelerare man mano che si avvicina, attratto dalla sua gravità. Questa velocità è “fuori scala”, troppo elevata per essere compatibile con un corpo celeste legato gravitazionalmente al nostro sistema solare. L’ipotesi più accreditata è che si sia formato come una cometa attorno a un’altra stella. Poi, una perturbazione gravitazionale – forse il passaggio ravvicinato di un altro astro o l’influenza di un pianeta gigante – l’avrebbe “lanciata” fuori dal suo sistema d’origine, condannandola a un lungo viaggio nello spazio interstellare, fino a incrociare casualmente il nostro quartiere cosmico. La sua elevata luminosità, infatti, non dipenderebbe dal suo nucleo solido, ma dalla cosiddetta “chioma“, il pennacchio di gas e polveri che si forma attorno al nucleo quando il calore del Sole ne attiva i materiali volatili, tipico delle comete.

Non c’è motivo di allarmarsi: 3I/ATLAS non colpirà la Terra. I calcoli della NASA sono chiari: la cometa raggiungerà il suo punto più vicino al Sole (perielio) a fine ottobre, spingendosi appena all’interno dell’orbita di Marte. Il massimo avvicinamento al nostro pianeta avverrà a dicembre, ma resterà comunque a una distanza di sicurezza di circa 256 milioni di chilometri. L’assenza di pericolo, però, non diminuisce l’importanza della scoperta. Anzi. 3I/ATLAS sarà facilmente visibile con grandi telescopi dagli astronomi di tutto il mondo per molti mesi, anche per buona parte del prossimo anno. Questo offrirà alla comunità scientifica un’opportunità unica e senza precedenti per studiare da vicino un “messaggero” proveniente da un altro sistema solare, analizzandone la composizione e le caratteristiche per capire meglio come si formano le comete e i pianeti attorno ad altre stelle della nostra galassia.

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