Ucraina, è partita la corsa alle terre rare: Putin propone un accordo a Trump “anche su quelle delle regioni occupate”

  • Postato il 25 febbraio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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La nuova corsa all’oro è partita. Inaugurata da Donald Trump a inizio febbraio, la ricerca di un accordo sulle terre rare contenute nel sottosuolo ucraino si arricchisce di altri due protagonisti: Mosca e Bruxelles. Questa mattina, nel clima di distensione instaurato tra i due paesi ex nemici nella Guerra fredda con l’arrivo del miliardario newyorkese alla Casa Bianca, il Cremlino ha fatto sapere che esistono “vaste” possibilità di cooperazione tra la Russia e gli Stati Uniti per l’estrazione dei minerali indispensabili all’industria dell’hi-tech, dal momento che Washington ne ha bisogno e la Federazione russa ne ha a sufficienza. Eventuali accordi, tuttavia, saranno possibili solo dopo che sarà stata raggiunta un’intesa sul cessate il fuoco. “Il prossimo punto in agenda – ha detto il portavoce Dmitry Peskov – è la fine della crisi ucraina. E poi, poiché gli stessi americani hanno parlato di questo, verrà il tempo per considerare possibili progetti per il commercio, l’economia e la cooperazione negli investimenti. Ci sono prospettive molto vaste per questo”.

E’ stato Vladimir Putin in persona a introdurre l’argomento delle terre rare, mettendo l’accento sul fatto che molte di esse si trovano nelle regioni occupate in Ucraina. In un’intervista alla tv di stato il presidente russo ha affermato che Mosca possiede un “ordine di grandezza” maggiore in quanto a terre rare rispetto a Kiev e che i Cremlino è “pronto a lavorare con i nostri partner stranieri, compresi gli americani” nello sfruttamento dei depositi. Putin ha specificato che l’invito riguarda anche i territori dell’Ucraina occupati dalle forze armate russe. Le aziende americane, inoltre, potrebbero “fare buoni affari” anche aiutando a sviluppare la produzione di alluminio in Siberia.

In un momento in cui una normalizzazione dei rapporti sembra possibile, il presidente russo si è anche detto d’accordo con l’idea avanzata da Trump circa un possibile accordo in base al quale Stati Uniti, Russia e Cina dimezzerebbero i loro bilanci per la difesa. “Mi sembra che l’idea sia buona: gli Stati Uniti ridurrebbero del 50%, noi lo taglieremmo del 50%, e la Repubblica Popolare Cinese si unirebbe se lo desiderasse”, ha detto Putin, specificando: “Siamo pronti a discutere su questo argomento”.

La Russia non è la sola a essere interessata alle terre rare. Nelle stesse ore in cui lunedì Trump diceva che l’accordo con l’Ucraina era vicino, anche l’Unione Europea ha proposto a Kiev di raggiungere un’intesa sui “materiali essenziali“. Il Commissario per la strategia industriale, Stéphane Séjourné, ha reso noto di aver presentato la proposta ai funzionari ucraini incontrati a Kiev durante la visita della Commissione Ue per il terzo anniversario dell’invasione. “Ventuno dei trenta materiali essenziali di cui l’Europa ha bisogno le possono essere forniti dall’Ucraina in una partnership vantaggiosa per tutti”, ha detto Séjourné, che ha specificato: ” “Il valore aggiunto offerto dall’Europa è che non chiederemo mai un accordo che non sia reciprocamente vantaggioso“, a differenza di quello proposto dagli Stati Uniti.

“Non c’è nessuna proposta” della Commissione europea, ha corretto il tiro questa mattina un portavoce della Commissione. “Dal 2021 abbiamo una partnership sulle materie prime critiche con l’Ucraina, formalizzata attraverso il nostro memorandum d’intesa. Come per tutti i partenariati sulle materie prime critiche che abbiamo, questa cooperazione non riguarda solo la sicurezza delle catene di approvvigionamento per l’Ue, ma anche la promozione e la creazione di valore locale e lo sviluppo di capacità nei Paesi partner, garantendo vantaggi reciproci”. “Si tratta di cooperazione con l’Ucraina, non c’è alcun tipo di competizione con gli Stati Uniti”, ha sottolineato. Le parole di Séjourné si riferiscono all’impegno dell’Ue a “attuare questo memorandum d’intesa e accelerare i lavori per rafforzare la nostra partnership reciprocamente vantaggiosa”.

Da tre settimane Trump sta facendo pressioni affinché Kiev conceda a Washington i diritti sulle proprie ricchezze minerarie, proponendo un accordo che consenta a Washington il loro sfruttamento per un totale di 500 miliardi di dollari. Il tycoon lo considera un risarcimento per il sostegno economico e militare garantito negli ultimi tre anni a Kiev contro l’invasione di Mosca. Finora, tuttavia, Volodymyr Zelensky si è rifiutato di firmare due bozze di accordo proposte dalla Casa Bianca, affermando che i termini proposti (un fondo congiunto tra Usa e Ucraina che consenta ai primi di decidere sui futuri contratti; lo sfruttamento di risorse minerarie, petrolio e gas, porti, altre infrastrutture”: il 50% delle entrate che Kiev ricaverà dall’estrazione di risorse e il 50% del valore finanziario di “tutte le nuove licenze rilasciate a terze parti”) sono troppo rigidi. “Non firmerò ciò che 10 generazioni di ucraini saranno costretti a restituire”, ha detto il presidente ucraino domenica. Il tycoon, tuttavia, non molla e ieri ha ripetuto che un “accordo finale” è “molto vicino” e che includerà “terre rare e varie altre cose”.

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