Ucraina, altro flop al vertice di Londra: retroscena, il punto su chi rischia di saltare tutto

  • Postato il 3 marzo 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Ucraina, altro flop al vertice di Londra: retroscena, il punto su chi rischia di saltare tutto

La buona notizia uscita dal vertice di Londra, è che i Paesi europei hanno iniziato a parlarsi ed è apparso evidente che questo vertice, a differenza di quelli un po' raffazzonati convocati in fretta e furia da Macron, ha messo sul tavolo una serie di idee che dovranno sfociare in un vero e proprio piano di pace che l'Europa dovrà presentare agli Stati Uniti. Perché è chiaro- e ieri lo hanno detto tutti- l'Europa da sola non basta e senza il coinvolgimento degli Stati Uniti la pace tra Russia e Ucraina resta una chimera. In pratica la linea dettata giorni fa dall'Italia.

Nella conferenza stampa finale è stato il premier inglese Keir Starmer a fare il punto della situazione: «Il nostro punto di partenza deve essere quello di mettere l'Ucraina nella posizione più forte possibile» e per farlo «qualsiasi accordo deve essere sostenuto dalla forza». Poi Starmer ha elencato i quattro punti che sono stati concordati tra i leader presenti alla al vertice londinese: «In primo luogo continueremo a fornire aiuti militari mentre la guerra è in corso e ad aumentare la pressione economica sulla Russia per rafforzare l'Ucraina. In secondo luogo abbiamo concordato che qualsiasi pace duratura deve garantire la sovranità e la sicurezza dell'Ucraina, che deve essere presente al tavolo. In terzo luogo, in caso di accordo di pace, continueremo a potenziare le capacità difensive dell'Ucraina per scoraggiare qualsiasi invasione futura. In quarto luogo ci impegneremo ulteriormente per sviluppare una “coalizione di volonterosi” per difendere un accordo in Ucraina e garantire la pace».

 

 

 

Fin qui potrebbe più o meno sembrare la stessa strategia che in questi tre anni non ha portato a grossi risultati. Le sanzioni non hanno indebolito economicamente la Russia - anche grazie all'aiuto della Cina - e il continuo invio di armi non è riuscito a spostare l'ago della bilancia sui campi di battaglia. Ecco perché è importante un'altra cosa detta da Starmer e cioè che «è impossibile immaginare un piano di pace che escluda Mosca», perché «un accordo negoziato con la Russia sarà alla fine necessario». Certo, in questo modo l'Europa potrà provare ad evitare che «Vladimir Putin possa dettare le condizioni di pace» unilateralmente.

Fin qui i desiderata del vertice, ma al termine della riunione sono rimasti anche parecchi dubbi. Il più pesante è quello che riguarda l'invio di truppe in Ucraina, la famosa “coalizione di volonterosi”. Indiscrezioni parlano di circa trentamila soldati europei. Sponsor principale dell'operazione è la Francia; la Gran Bretagna si è detta favorevole, ma solo se ci saranno anche gli Stati Uniti (cosa al momento tutt'altro che scontata), mentre il grosso dei leader europei - Meloni in testa - ha chiaramente fatto intendere la propria contrarietà all'idea. A questo si aggiunga che il piano europeo sarebbe a medio termine, mentre Trump ha fatto chiaramente capire di avere fretta di concludere un accordo di pace.

A complicare ulteriormente le ipotesi emersa a Londra ci sono da capire a che punto sono realmente i rapporti tra Usa ed Europa, ma soprattutto tra Usa e Zelensky, dopo la lite nello Studio Ovale. La maggior parte dei premier europei resta convinta di riuscire a convincere Trump ad addolcire il suo registro, ma proprio mentre il vertice era in corso, Mike Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale Usa - riferendosi a Zelensky, dichiarava alla Cnn che «abbiamo bisogno di un leader che possa trattare con noi, trattare con la Russia,e che a un certo punto ponga fine a questa guerra. In caso contrario... abbiamo un problema».

 

 

 

Al termine del vertice ha parlato anche il premier polacco Donald Tusk, sottolineando che «non c'è dubbio su chi sia l'aggressore e chi l'aggredito e che «l'Europa è al fianco dell'Ucraina». Poi, ricordando che la Polonia è il principale contributore europeo della Nato con il 4,7% del Pil destinato alla difesa, ha ribadito la soddisfazione per il fatto che «sempre più Paesi vadano oltre le parole aumentando la spesa». Infine si è detto convinto che il Consiglio europeo di mercoledì «invierà un impulso chiaro a Putin e alla Russia, dimostrando che nessuno, qui in Occidente, intende cedere al suo ricatto e alla sua aggressione». Intanto da Parigi fanno sapere «sta emergendo un accelerazione verso una difesa europea propria». Ed Emmanuel Macron, in un'intervista al Foglio ha spiegato: «Per essere forti abbiamo bisogno anche dell'Italia». A Mosca, invece, l'idea dell'invio di pacekeeper non piace al ministro Lavrov, che tuona: «È un'idea arrogante. L'Europa così fomenta la guerra contro la Russia. Zelensky? È un nazista».

 

 

 

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Libero Quotidiano

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