Uccide la moglie perché lei è depressa e non vuole curarsi, condannato a 15 anni
- Postato il 18 luglio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Lo scorso settembre aveva ucciso la moglie perché secondo il racconto dell’uomo lei non voleva curare la sua depressione. Questo avrebbe comportato un peggioramento delle condizioni della donna, rendendola sempre più insofferente e aggressiva. Di qui il gesto di ucciderla. Un ennesimo caso di femminicidio in cui chi ha commesso il delitto prova a fornire una giustificazione alle sue azioni in sede processuale.
Protagonista della vicenda un ex comandante di navi 72enne di Sestri Levante (Genova), condannato a 15 anni per l’uccisione della moglie. Non è stata riconosciuta l’attenuante della provocazione. La difesa aveva chiesto il proscioglimento per totale infermità di mente e, in subordine, al seminfermità, mentre il pm aveva chiesto la condanna a 12 anni. Quest’ultimo aveva ritenuto, nel calcolo della sua richiesta, la prevalenza delle attenuanti generiche sull’aggravante del femminicidio, quella della provocazione e ha chiesto di tenere conto anche del risarcimento del danno nei confronti del figlio della coppia.
Il 72enne ha rilasciato spontanee dichiarazioni davanti alla corte d’Assise: “Ho tentato di salvarla in ogni modo – ha detto – poi quel giorno non ho capito più niente e le ho sparato”. L’uomo, dopo avere sparato alla moglie, aveva chiamato i carabinieri. “Non avevo mai pensato di ucciderla, al massimo in quest’ultimo anno ho pensato un paio di volte di darle uno schiaffo. Non so cosa mi è successo, alla fine sono esploso”, le sue parole davanti al giudice dopo l’arresto. La gip aveva scritto che l’ex comandante aveva ucciso “in preda a un raptus”.
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