Tutto quello che resta di te: la storia della Palestina in un film che parla di famiglia

  • Postato il 17 settembre 2025
  • Cinema & Tv
  • Di Artribune
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“Non sottovalutate il potere della vostra umanità, è l’unica cosa che nessuno potrà portarvi via”: è una delle frasi pronunciate dal personaggio di Salim nel trailer del film Tutto quello che resta di te e che forse racchiude il senso di questo progetto firmato dalla regista Cherien Dabis.

Tutto quello che resta: la trama del film 

“Cisgiordania, 1988. Un adolescente palestinese si unisce con determinazione alle proteste locali contro i soldati israeliani”, recita la sinossi ufficiale del film, scelto dalla Giordania per rappresentare il paese agli Academy Awards 2026 nella categoria Miglior Film Internazionale.

Diversamente da quanto si possa immaginare, la pellicola non si concentra sul conflitto, ma intende approfondire le ricadute che questo ha su tre generazioni di una famiglia e sulla propria identità. Tutto quello che resta di te è dunque “Una cronaca epica della lotta di una famiglia per rimanere unita e preservare la propria dignità di fronte alle forze d’invasione israeliane, che abbraccia gli ultimi 80 anni della storia della Palestina”.

Le parole della regista Cherien Dabis

Presentato lo scorso gennaio al Sundance Festival 2025, il film è stato accolto con calore dalla critica, non solo per il tema attuale affrontato. La sensibilità con cui Dabis narra l’epopea della famiglia protagonista, rende Tutto quello che resta di te emozionante e ben riuscito.

La stessa regista e interprete racconta di aver vissuto in prima persona alcune delle esperienze mostrate: “La mia vita è piena di storie di dolore e conflitto che ho visto e vissuto in Palestina. Eppure le mie esperienze, come palestinese-americana che vive principalmente nella diaspora, impallidiscono a confronto di quelle di chi vive in Palestina e delle generazioni che mi hanno preceduto”.

Spiega inoltre che: “Tutto quello che resta di te non ha un approccio politico. È profondamente personale e intimo”, concludendo: “Ma è soprattutto un’opportunità per innescare un cambiamento avviando una conversazione sulla necessità di riconoscere la nostra sofferenza, perché è lì che inizia la guarigione. Può sembrare un obiettivo ambizioso, ma credo fermamente nel potere del cinema di riformulare, ispirare e guarire”.

Il cast del film 

Ad interpretare il capofamiglia è un fantastico Saleh Bakri, affiancato da una altrettanto empatica Cherien Dabis che, oltre a dirigere il film, ricopre il ruolo della madre protagonista. Con loro gli attori palestinesi Adam Bakri, il padre Mohammad Bakri – fratello di Saleh – e Maria Zreik. 

Il ruolo della scuola 

Una nota doverosa da fare è l’importanza che il tema della scuola ha nell’economia del film. Come mostra la clip, il Professor Salim invita i suoi giovani studenti ad evocare il potere dell’immaginazione, attraverso la poesia e la letteratura, per innescare un processo personale in grado di esaltare il comportamento del singolo e le conseguenze che questo ha sulla collettività.

“La classe è una famiglia, vi dovete proteggere l’un l’altro, mi hai capito? Se ferisci qualcuno è come se ferissi tutto il mondo, incluse le persone che ami”, afferma infatti il docente in una delle sue battute.

Non a caso Tutto quello che resta di te uscirà con Officine UBU al cinema dal 18 settembre 2025, ma sono previste anche proiezioni nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Roberta Pisa

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Artribune

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