Turchia, non solo Göbekli Tepe: svelato un nuovo gioiello del Neolitico

  • Postato il 10 settembre 2025
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  • Di SiViaggia.it
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In un angolo remoto della Turchia sud-orientale, il tempo sembra essersi fermato a 9.500 anni fa. Qui, tra le colline dell’Alta Mesopotamia, gli archeologi hanno riportato alla luce le rovine di un edificio sorprendente: una struttura pubblica con un pavimento dipinto di un intenso rosso, utilizzata per secoli come luogo di incontro e di riti collettivi.

Una scoperta che apre una finestra sul passato, in particolare sul Neolitico, e sulla vita delle prime comunità agricole, mostrando il passaggio dal nomadismo ai primi insediamenti stabili. Si trova a Çayönü Tepesi, uno degli insediamenti neolitici più importanti al mondo insieme al più celebre Göbekli Tepe.

La nuova scoperta straordinaria in Turchia

Non è la prima volta che il sito di Çayönü, situato a Ergani (Diyarbakır), rivela straordinarie testimonianze del Neolitico. Gli scavi, qui, sono iniziati nel 1964 e hanno permesso agli studiosi di ricostruire gli albori dell’agricoltura, dell’addomesticamento degli animali e della metallurgia primitiva.

Ad aggiungersi alle tante “prime  volte” della storia umana custodite in quest’area della Mesopotamia è anche l’ultima scoperta realizzata da un team di archeologi guidato dal professor Savaş Sarıaltun dell’Università Onsekiz Mart di Çanakkale. In un’area di 900 metri quadrati sul lato orientale del tumulo hanno trovato quello che è stato battezzato “Edificio Pubblico dal Pavimento Rosso“, risalente al 7.600-7.500 a.C. circa.

A differenza delle abitazioni private, questo edificio sembra aver svolto a tutti gli effetti la funzione di luogo di ritrovo comunitario. Potrebbe aver ospitato riunioni, rituali o eventi collettivi, come ha spiegato Sarıaltun: “Questa struttura è diversa dalle abitazioni private. Rappresenta uno spazio condiviso dall’intera comunità, il che la rende una delle scoperte più preziose di Çayönü”.

Perché è importante

Quella avvenuta nel sito archeologico di Çayönü Tepesi è una scoperta epocale nell’archeologia neolitica e getta luce sulla vita sociale e culturale di alcune delle prime comunità agricole durante la transizione dell’umanità dalla vita nomade a quella stanziale. È infatti un’importante testimonianza di vita sociale organizzata, di una popolazione che occupava già spazi condivisi oltre il nucleo familiare.

Ad aver un valore simbolico di spicco è anche il colore rosso del pavimento, realizzato con pigmenti ottenuti dall’ocra naturale o dall’argilla ricca di ferro rinvenuta nelle montagne vicine. Un colore che rappresenta vita, sangue e ritualità: segni importanti che indicano come già 9.500 anni fa gli spazi comuni avevano significati spirituali e collettivi.

L’edificio appena scoperto, inoltre, sarebbe rimasto in uso per 150-200 anni. A testimoniarlo sono anche i vari strati di colorazione di cui è rivestito il pavimento: sono almeno quattro, a dimostrazione della continua importanza dell’edificio per la vita sociale e cerimoniale dell’insediamento, unita a quella che aveva un altro edificio con pavimento a mosaico già portato alla luce nello stesso sito archeologico.

Il sito di Çayönü Tepesi risale a oltre 12.000 anni fa e si collega agli altri luoghi di scoperte e misteri irrisolti (o quasi) della Turchia come Nevali Çori, Göbekli Tepe e Mendik Tepe (dove una recente scoperta ha riscritto la storia grazie a strutture che risultano ancora più antiche). Çayönü Tepesi rappresenta uno dei luoghi più importanti in cui sono custodite le testimonianze della cosiddetta “rivoluzione neolitica“, ovvero la transizione globale dalla caccia e raccolta all’agricoltura e all’insediamento permanente dell’uomo. Un sito che, siamo sicuri, non ha ancora smesso di stupirci.

Autore
SiViaggia.it

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