“Turbolenze record, voli sempre più a rischio”: l’allarme dei meteorologi. Le rotte più pericolose e come l’AI aiuta i piloti a prevederle

  • Postato il 4 novembre 2025
  • Viaggi
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Se il clima cambia, la ragione resta un punto di riferimento, e l’intelligenza artificiale un supporto che può fare la differenza. Sono sempre più numerosi gli strumenti in cabina cockpit che aiutano i piloti a prevedere e gestire le turbolenze aeree che in questi ultimi anni “movimentano” sempre di più il traffico d’alta quota. Prove da cardiopalmo per alcuni passeggeri, mentre altri sfidano i “vuoti d’aria” con tranquillità zen, senza distogliere l’attenzione da film, podcast, studio o lavoro da “aero-stacanovista”. Il primo suggerimento per affrontare il timore (o chiamiamola “paura” senza mezzi termini), è quello della conoscenza, partendo proprio dalla consapevolezza che lo stesso “vuoto d’aria” non esiste: l’aria c’è sempre e per svariate cause il suo flusso non scorre più in modo lineare, ma caoticamente diventando, per l’appunto, turbolento. A causarlo molteplici fattori, sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico in atto, responsabile del riscaldamento della superficie terrestre e degli oceani il quale comporta una sorta di “destabilizzazione delle correnti”.

Un altro aspetto fondamentale da tenere a mente è che gli aerei sono progettati per resistere a turbolenze molto più intense rispetto a quelle che noi passeggeri potremmo mai sperimentare, e che i piloti sono perfettamente addestrati nell’affrontare anche le rotte più “movimentate”, così la gestione del rischio grazie all’esperienza. Inoltre, le previsioni e il bollettino meteo prima della partenza, il radar della cabina di pilotaggio, e la comunicazione tra i veicoli che si trovano nella stessa area in quota, ultimamente sono affiancati da strumenti sempre più sofisticati che consentono di ottenere previsioni ancora più attendibili ed accurate grazie ai dati generati dall’intelligenza artificiale.

Scopriamo di cosa si tratta, impariamo a conoscere le turbolenze e quali sono i voli più adrenalinici, perché se è vero che il cambiamento climatico sta trasformando i viaggi aerei in roulette d’alta quota, alcune aree del pianeta sono sempre state sfidanti da attraversare a causa della morfologia terrestre o per le particolari correnti d’aria che le caratterizzano. Per tutto il resto, “allacciare le cinture”, non è un optional ma un obbligo da seguire quando necessario.

Tipologie di turbolenze e nuove soluzioni

Quando l’aereo comincia a sobbalzare è motivo di ansia e preoccupazione per molti passeggeri. La consapevolezza di arrivare a 11.000 metri d’altitudine risveglia l’Icaro che è in noi, capace di evocare ataviche paure. La calma e la ragione sono i migliori alleati per affrontare i timori che ci possono assalire in volo. In primis, è bene considerare che le turbolenze non rappresentano un rischio per l’aereo poiché strutturato per essere performante anche in occasione delle più forti, considerate estremamente rare. Inoltre, se vi capita di notare un vero e proprio “battito d’ali” fuori dal finestrino, nessuna paura, non è in atto nessun “worst case scenario”, sono progettate appositamente per flettersi con grande elasticità.

Le turbolenze vengono classificate in tre tipologie. La prima legata ai temporali localizzati, la più prevedibile e facilmente evitabile per i piloti. La seconda è chiamata “Clear Air Turbolence”, o “CAT”, ovvero turbolenze in aria chiara, in assenza di nuvole e ad altitudini elevate, dove le correnti che si muovono rapidamente entrano in contatto con quelle che fluiscono più lentamente, e l’attrito che ne deriva può creare turbolenze. Allo stesso modo, bruschi cambiamenti di temperatura possono causare variazioni nella densità dell’aria, e a loro volta possono provocare turbolenze. Le CAT sono le più comuni, specialmente lungo le rotte oceaniche, e allo stesso tempo si caratterizzano per essere inaspettate poiché non rilevabili dai radar. La terza tipologia si sviluppa in concomitanza di catene montuose dove si generano turbolenze meccaniche, ovvero quando il flusso dell’aria viene deviato da un ostacolo naturale causando dei vortici noti come “Mountain Waves”, onde d’aria che si propagano verso l’alto e che fanno sobbalzare gli aerei.

L’aumento delle turbolenze causato dai cambiamenti climatici di questi ultimi anni sta diventando una sfida sempre più seria per le compagnie aeree. La loro crescente frequenza e gravità ha incentivato una ricerca di strategie utili per potenziare ancora di più la loro prevedibilità, al fine di minimizzare i rischi e garantire maggiore comfort e sicurezza ai passeggeri e al personale di bordo. Nel 2018, l’Associazione internazionale del Trasporto aereo (Iata) ha lanciato la sua Turbulence Aware Platform, piattaforma globale di scambio dati a cui partecipano oltre 25 compagnie aeree, le quali condividono in tempo reale dati meteorologici raccolti da oltre 2.700 velivoli, i quali consentono di informare i piloti in tempo reale e aumentare considerevolmente la sicurezza dei voli.

Un valido esempio arriva da Emirates che si è distinta per aver adottato una strategia diversificata e multilivello per fornire informazioni dettagliate e in tempo reale sulle turbolenze. I piloti dispongono infatti di una previsione estremamente accurata grazie a tecnologie complementari che utilizzano l’intelligenza artificiale come IATA Turbulence Aware, Lido mPilot di Lufthansa Systems e SkyPath, quest’ultimo un sistema che consente di integrare i rapporti in tempo reale sulle turbolenze provenienti da migliaia di aeromobili utilizzando l’AI avanzata, generando così un’analisi all’avanguardia. Si parla dunque di voli a rischio zero? No, poiché nessun sistema integrato e neppure le strategie più raffinate possono promettere viaggi privi di sobbalzi, ma va sottolineato come queste iniziative supportate dall’AI possano contribuire a una significativa riduzione di incidenti imprevisti dovuti a turbolenze gravi, causati sempre dalla rottura di parti interne alla cabina, fisse e poco flessibili, rendendo così i viaggi più sicuri e confortevoli per i passeggeri e tutta la crew.

Quali sono le tratte più turbolente al mondo

Dopo più di 100 anni di aviazione è ormai risaputo che alcune tratte aeree circoscritte in alcune aree del pianeta siano note per le turbolenze. La distanza da percorrere non incide, è una questione di geografia fisica, e anche tratte a corto raggio possono rivelarsi piuttosto “movimentate”. La International Civil Aviation Organization (ICAO) classifica la turbolenza in base all’intensità dei suoi effetti sugli aeromobili e sui passeggeri e può essere leggera, moderata, forte, severa ed estrema in base a parametri tecnici come il tasso di dissipazione dei vortici (EDR). Quel che è certo, è che bisogna tenere sempre allacciate le cinture (saggia abitudine consigliata per tutto il volo), lungo le tratte Nizza-Zurigo, considerata la tratta più adrenalinica d’Europa, a seguire Lione-Zurigo, Milano-Zurigo e Venezia-Zurigo, oppure, stesse partenze con destinazione Ginevra, a causa delle correnti che si generano sulle Alpi svizzere, così la Milano-Lione che attraversa la corona alpina non senza sobbalzi.

Ma le rotte più turbolente della Terra si attraversano in Sud America, precisamente sopra le Ande. Anche in questo caso, le montagne regalano emozioni forti ad alta quota, soprattutto lungo Mendoza-Santiago, Cordoba-Santiago e Mendoza-Salta. Batticuore anche da Kathmandu a Lhasa (Tibet), e da Kathmandu a Paro (Bhutan), a causa delle forti variazioni di venti che si generano sopra l’Himalaya. Potreste “danzare” anche in un volo transatlantico, soprattutto attraversando l’Oceano Atlantico settentrionale, dove negli ultimi decenni si è verificato un aumento significativo di turbolenze. Ad alta quota si può sempre “ballare” ma è possibile viaggiare sereni grazie a ferree consapevolezze, confidando nella professionalità dei piloti e nelle nuove tecnologie che ci assistono in tutti i cieli del mondo.

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