Trump umilia Zelensky e intima: «Torni quando è pronto per la pace»
- Postato il 2 marzo 2025
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Il Quotidiano del Sud
Trump umilia Zelensky e intima: «Torni quando è pronto per la pace»
Lite inedita alla Casa Bianca: il presidente Usa Trump maltratta il leader ucraino Zelensky che cancella la conferenza stampa
Quella di ieri è stata una giornata surreale. Il giorno dell’incontro fra Trump e Zelensky si è trasformato in una vera e propria rissa verbale svoltasi nello Studio ovale. Dopo le continue schermaglie e gli insistenti tentativi americani di trovare una quadra per l’arcinoto “accordo sui minerali”, ieri i riflettori avrebbero dovuto essere puntati sulla bozza definitiva dell’accordo. Abbiamo invece assistito ad un litigio fra capi di Stato che non ha forse eguali nella storia americana e che ha portato all’annullamento della firma dell’intesa.
I fatti antecedenti sono noti. La bozza iniziale dell’accordo sui minerali, che al rifiuto ucraino aveva portato il Presidente Trump a definire Zelensky un «comico di discreto successo» nonché «dittatore senza elezioni», prevedevano il sostanziale sfruttamento americano delle risorse minerarie ucraine fino al completo ripianamento degli aiuti forniti a Kiev durante il conflitto. Dopo che mercoledì il governo ucraino aveva approvato una versione aggiornata del documento in questione, che avrebbe provveduto alla creazione di un fondo di investimento congiunto tra Stati Uniti e Ucraina destinato alla ricostruzione, l’Ucraina avrebbe destinato il 50% dei futuri ricavi derivanti da petrolio, gas e risorse minerarie a questo fondo, che sarebbero stati impiegati per la riqualificazione del Paese devastato da più di tre anni di guerra. Il condizionale, a questo punto, è d’obbligo.
Ad ogni modo, va fin da subito specificato che tale trattato è stato spesso e volentieri impropriamente definito “accordo sulle terre rare”. Impropriamente perché, ad oggi, in Ucraina non esistono miniere di terre rare (ovvero 17 elementi critici usati soprattutto per la filiera produttiva tecnologica). Né tantomeno esistono depositi certificatiti di questi elementi. Le ottimistiche stime a cui fa riferimento l’Istituto di Geologia ucraino si rifanno, secondo S&P Global Commodity Insights, ad attività di esplorazione che hanno avuto luogo tra gli anni ’60 e ’80, quando lo stato sovietico stava attivamente mappando l’area. Ciò che invece abbonda in Ucraina sono i cosiddetti “minerali critici”, anch’essi indispensabili per la filiera produttiva tecnologica così come per quella legata alla Difesa, basti pensare al titanio (1% delle riserve mondiali) con cui vengono fabbricati alcuni componenti dei caccia e i dei droni militari o al litio (2%), utile per la realizzazione delle batterie elettriche.
Arriviamo dunque all’incredibile incontro nello studio ovale, subito apertosi sotto un tono poco amichevole, con un ironico «si è vestito tutto elegante oggi» pronunciato da Trump all’arrivo alla Casa Bianca di Zelensky, probabilmente riferito alla maglietta nera portata dal Presidente ucraino invece della consueta verde militare. Da lì l’escalation è proseguita al punto stampa dove i due leader hanno iniziato a rispondere alle domande dei giornalisti, tenendo inizialmente un tono rispettoso ma fermo sulle proprie posizioni. Il Presidente ucraino ha continuativamente definito Putin un «killer», reiterando che non ci dovrebbero essere «compromessi con un assassino sul nostro territorio» e sostenendo che «sia cruciale che gli Stati Uniti garantiscano la sicurezza a una futura forza di pace in Ucraina». Trump ha invece ripetutamente sottolineato la sua posizione di «arbitro e mediatore fra due parti che sono state molto ostili l’una con l’altra», aggiungendo che «è tempo di chiudere un conflitto» che avrebbe potuto facilmente «portare a una terza guerra mondiale».
A questo punto l’incontro con i giornalisti nello Studio ovale è completamente deragliato, trasformandosi in una quasi-rissa da saloon. I continui battibecchi fra i due hanno spinto il Presidente americano a dire a Zelensky che «il tuo Paese non sta vincendo, non sei nella posizione di dettarci i termini. Stiamo cercando di risolvere il problema. Dovete esserci riconoscenti!». Alle domande incalzanti dei giornalisti se fosse dalla parte dell’Ucraina, Trump ha risposto: «Non sarebbe qui altrimenti», aggiungendo che le armi continueranno ad affluire in Ucraina, anche se spera che «non dovremo inviarne molte». I toni hanno poi continuato ad accendersi, con Trump che ha gridato: «O fai l’accordo o siamo fuori!», alle proteste di Zelensky è intervenuto il Vicepresidente Vance: «Manchi di rispetto! Non puoi venire nello studio ovale e comportarti così!».
Trump ha poi continuato a sottolineare l’aiuto fornito all’Ucraina, asserendo che «lei in questo momento non è sufficientemente riconoscente! Deve fare l’accordo! Non ha più carte da giocare!». Zelensky ha ribattuto di «non essere venuto a giocare a carte!». A questo punto Trump è diventato incontenibile, le continue risposte di Zelensky, rese talvolta incomprensibili anche per via della barriera linguistica, hanno spinto Trump a gridare: «Senza le armi degli Stati Uniti avresti perso la guerra in due settimane», al che Zelensky ha risposto «ho sentito ‘3 giorni’ da Putin». Trump ha quindi concluso il litigio con un insulto al Presidente ucraino: «Non è tanto intelligente». Dopo circa mezz’ora di litigi, la stampa ha lasciato lo Studio ovale. Possiamo solo immaginare le espressioni soddisfatte dei membri del governo russo e quelle inorridite dei governanti europei di fronte a questo triste spettacolo.
Poco dopo lo scontro verbale, Donald Trump ha rilasciato una dichiarazione sul suo social network, Truth, in cui ha stroncato l’incontro affermando: «Abbiamo avuto un incontro molto significativo alla Casa Bianca oggi. Abbiamo imparato molto, che non si sarebbe mai potuto capire senza una conversazione sotto un fuoco e una pressione del genere. È incredibile ciò che emerge attraverso l’emozione, e ho stabilito che il Presidente Zelensky non è pronto per la pace se l’America è coinvolta, perché ritiene che il nostro coinvolgimento gli dia un grande vantaggio nei negoziati. Non voglio un vantaggio, voglio la PACE. Ha mancato di rispetto agli Stati Uniti d’America nel loro amato Studio Ovale. Può tornare quando sarà pronto per la Pace».
Come prevedibile, la conferenza stampa che avrebbe dovuto tenersi dopo l’incontro a porte chiuse (mai iniziato), è stata annullata, mentre l’account X della Casa Bianca ha pubblicato una bandiera americana con la sola scritta: «AMERICA FIRST». Il Presidente ucraino ha poi lasciato la Casa Bianca su richiesta di Trump. La firma dell’accordo sui minerali, che avrebbe dovuto essere il fulcro dell’incontro, è stata annullata e c’è anzi da scommettere che dopo ieri verrà rivisto in maniera più “punitiva” nei confronti dell’Ucraina. Un naufragio retorico prima ancora che politico, senza dubbio destinato a far tremare ancora una volta le cancellerie europee.
Il Quotidiano del Sud.
Trump umilia Zelensky e intima: «Torni quando è pronto per la pace»