Trump si fa la sua parata in stile nordcoreano e mostra tutta la debolezza
- Postato il 15 giugno 2025
- Blog
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
Sullo sfondo di notizie dal mondo agghiaccianti come l’attacco di Israele all’Iran e l’allargamento del conflitto in Medio Oriente e all’interno di una cornice nazionale preoccupante, dagli scontri a Los Angeles tra la Guardia Nazionale e la popolazione fino alle manifestazioni anti Trump del No Kings Day, il presidente americano mette in scena una parata militare a Washington nello stile nordcoreano. Perché lo fa?
Ventotto carri armati Abrams da 61 tonnellate, 56 veicoli corazzati, artiglieria, elicotteri d’assalto, 6.600 soldati, cavalli, muli e persino un cane addestrato, la parata è senza precedenti in tempo di pace, gli americani, va detto, ci regalano questo tipo di prove di forza solo dopo le vittorie belliche. Ufficialmente l’evento è coinciso con il 250esimo anniversario dell’esercito americano, ma anche – guarda caso – con il 79esimo compleanno di Donald J. Trump, tuttavia le motivazioni sono ben diverse.
Dato che non era una ricorrenza appartenente alla tradizione repubblicana, la parata è stata una dimostrazione di potere personale pensata per consolidare il culto del leader. Un leader che poco più di quattro anni fa incitò i suoi seguaci ad assaltare il Parlamento per inficiare i risultati elettorali, un leader che si piace molto immaginare supremo. Una parata, insomma, che ha l’obiettivo di spostare il baricentro della democrazia americana verso territori pericolosamente autoritari.
E come un monarca assoluto, non illuminato, a Los Angeles pochi giorni prima della parata, il presidente non ha attivato il meccanismo della legge, ma quello dell’occupazione da parte di chi detiene il primato della forza, i.e. i soldati, su chi la subisce, i cittadini. Sia la Guardia Nazionale che i Marines non sono stati inviati per proteggere la popolazione contro, ad esempio, un disastro naturale o un potere esterno, ma per intimidirla. Le strade si sono trasformate in campi militarizzati, mentre i cittadini protestavano contro l’uso politico della forza. Trump non ha ancora invocato formalmente l’Insurrection Act del 1807, ma nei fatti ha già cominciato ad applicarlo, ponendo le basi per un uso sistematico delle forze armate come polizia politica.
Sabato è stato anche il “No Kings Day”, il giorno scelto da attivisti e cittadini per protestare contro la deriva monarchica della presidenza Trump. Non è solo una contestazione: è un grido d’allarme che esce dal cuore della democrazia americana. Il rischio non è più teorico, è reale. La militarizzazione della politica interna, la celebrazione del leader, la repressione delle proteste, l’uso simbolico della forza… tutto indica un passo deciso verso un modello autocratico.
La parata richiama anche alla mente quelle militari in Corea del Nord, dove Kim Jong-un esibisce missili e soldati in una coreografia di fedeltà assoluta al leader supremo. Questo tipo di messe in scena militari non sono rivolte agli avversari internazionali, ma ai cittadini, per consolidare un’identità nazionale fondata sulla paura e sull’obbedienza. Trump ripropone lo stesso copione, però lo fa in salsa americana, e cioè nell’ottica della superpotenza mondiale, lo spettacolo è dunque anche per il mondo intero, il messaggio internazionale è tanto importante quanto quello nazionale e denota un’identica debolezza.
Donald Trump sostiene che fosse al corrente dell’attacco israeliano all’Iran, ma si tratta di un attacco che va decisamente contro la sua volontà di ‘pacificatore’ dei conflitti attuali. La verità è che il presidente è rimasto spettatore passivo di un’escalation che può trascinare il mondo in un nuovo conflitto. Israele, storico alleato e beneficiario diretto del riarmo voluto dalla sua amministrazione, ha agito senza consultare la Casa Bianca, dimostrando che la leadership americana non è più un punto di riferimento geopolitico, ma un elemento decorativo, simbolico, incapace di esercitare reale influenza sugli equilibri regionali.
Ed ecco il paradosso che Trump condivide con Kim Jong-un: la grande parata, pensata per dimostrare forza e supremazia, amplifica l’immagine di debolezza strutturale dell’inquilino della Casa Bianca, Trump, a capo di un impero che mostra i muscoli alle telecamere, ma a cui nessuno più chiede il permesso di fare nulla, incluso quello di attaccare una potenza straniera.
L'articolo Trump si fa la sua parata in stile nordcoreano e mostra tutta la debolezza proviene da Il Fatto Quotidiano.