Trump chiede 1 miliardo alla Bbc entro venerdì: “Obbligato a fare causa, ha ingannato i telespettatori e ha ammesso di averlo fatto”

  • Postato il 12 novembre 2025
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“Beh, credo di doverlo fare. Hanno truffato il pubblico e lo hanno ammesso”. Con queste parole, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha confermato l’intenzione di fare causa alla Bbc per 1 miliardo di dollari. La colpa dell’emittente britannica, secondo Trump, è aver manipolato un suo discorso in un documentario, facendolo apparire come un incitamento alla violenza. La vicenda, che sta scuotendo i vertici del servizio pubblico britannico, è esplosa dopo che gli avvocati del Presidente hanno inviato una lettera formale alla Bbc, fissando un ultimatum per venerdì 14 novembre per “conformarsi” alle richieste, pena l’avvio dell’azione legale.

Il documentario “manipolato”

Al centro della contesa c’è il documentario “Trump: A Second Chance?“, trasmesso lo scorso anno dal programma d’inchiesta “Panorama“. Nel documentario, realizzato da una società di produzione indipendente, era stato modificato un discorso di Trump del 6 gennaio 2021, quello tenuto ai suoi sostenitori poco prima dell’assalto a Capitol Hill. Parlando con Fox News, Trump ha dichiarato che il suo era “un discorso bellissimo, un discorso molto rassicurante”, ma che la Bbc lo ha “massacrato” e lo ha “fatto sembrare radicale”. “Quello che hanno fatto è stato piuttosto incredibile”, ha aggiunto. Alla domanda se avrebbe proceduto legalmente, ha risposto: “Penso di avere l’obbligo di farlo, perché non si può permettere alla gente di fare una cosa del genere”.

Il terremoto ai vertici della Bbc

Le accuse di Trump hanno avuto un effetto immediato e devastante ai piani alti della tv inglese. Il Direttore Generale, Tim Davie, e l’Amministratore Delegato News, Deborah Turness, hanno rassegnato le dimissioni in seguito alla polemica: nelle loro note ufficiali, pur ammettendo che “ci sono stati degli errori“, hanno respinto “le accuse di faziosità”.

Le scuse del presidente dell’emittente

Prima ancora dell’annuncio della causa, il Presidente del consiglio di amministrazione dell’emittente britannica, Samir Shah, era corso ai ripari. Durante un’audizione in Parlamento, Shah ha ammesso l’errore e ha diffuso una lettera formale di scuse: “Ammettiamo che il modo in cui il discorso era stato montato abbia dato l’impressione di un appello diretto all’azione violenta”, ha scritto Shah alla Commissione Cultura della Camera dei Comuni. “La Bbc desidera scusarsi per quell’errore di giudizio”. Lo stesso Shah, però, ha dovuto ammettere di non poter escludere la causa miliardaria minacciata da Trump.

La difesa (politica) di Keir Starmer

La vicenda ha assunto anche contorni politici. Il Primo Ministro britannico, il laburista Keir Starmer, pur definendo il montaggio un “errore grave”, ha difeso l’istituzione, sottolineando l’importanza di “una Bbc forte” in “un’era segnata dalla disinformazione” globale. Ora la palla passa alla Bbc, che ha dichiarato che risponderà “a tempo debito” alla lettera dei legali di Trump, il cui ultimatum scade venerdì 14 novembre alle 23:00, ora italiana.

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