Tridico perde in Calabria: l’analisi della sconfitta deve partire dal partito e non dal candidato

  • Postato il 7 ottobre 2025
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di Giovanni Muraca

Si sono concluse da qualche ora le regionali in Calabria. Come ci s’immaginava, Roberto Occhiuto, candidato del centrodestra, ha stravinto con il 60% e più dei consensi tra gli elettori con una lieve flessione di affluenza alle urne rispetto al 2021 dove la Regione perse Jole Santelli. Una vittoria annunciata un po’ come il centrosinistra che vince in Emilia-Romagna. Un altro smacco che mette in discussione l’alleanza Pd-AVS e Movimento 5 stelle anche se il tempo, in questa tornata, ha giocato un ruolo fondamentale (anche sulla scelta del candidato e soprattutto di come si sia scelto).

Non dobbiamo dimenticarci che nel centrodestra bene o male il nome c’era sin dall’inizio, mentre nel centrosinistra si è discusso fino all’ultimo soprattutto per AVS che ha dovuto ingoiare il rospo. Malumori che in una regione che ha bisogno di certezze, hanno portato il popolo dei calabresi a scegliere la continuità.

Seppur Tridico ha dovuto districarsi in due mesi per farsi una lista e una campagna elettorale intensa, la fatica non l’ha premiato. Tridico, ex presidente dell’Inps, è stato un nome valido da spendere, ma lo stesso candidato conosce perfettamente la realtà calabrese che, a differenza di altre regioni e come il trend conferma, è a sé stante quando si parla di voto. Promesse come bollo auto sospeso fino alla sistemazione delle strade e reintroduzione del Reddito di cittadinanza non sono stati dei temi dirimenti per l’elettorato questa volta.

La sconfitta è anche una risposta che arriva al Movimento 5 Stelle. Seppur forte in alcune zone, i calabresi hanno preferito virare su Occhiuto.

Per quanto riguarda il vincitore c’è poco da dire. La vittoria era già scritta pur avendo Occhiuto la spada di Damocle delle indagini per corruzione a suo carico. Questo significa che coloro che hanno votato sono andati oltre visto che la sua lista e quella di Forza Italia sono state le più votate. Forte è stato il distacco generale, ma ancor di più in alcune province. Nella città Metropolitana di Reggio Calabria, Tridico, è stato nettamente doppiato. Un’altra verità che porta a galla risposte a una ventilata – e non confermata – candidatura dell’attuale sindaco Falcomatà durante le consultazioni.

Una roccaforte, la Calabria, che rimane al centrodestra ma che porta gli azzurri ad avere la meglio. Seppur la Premier e il suo vice – correttamente – hanno esultato, sono in coda al partito del vincitore. Sicuramente l’assist di Lamezia Terme della Premier ha dato lo sprint finale alla vittoria dell’Uscente, ma a differenza di una regione come le Marche dove Acquaroli ha un legame molto più forte col governo, in Calabria, Forza Italia è al momento la guardiana del faro dopo che Oliviero finì il suo mandato. Una percezione del colore politico che è relativo in una regione come questa e che rimette in discussione l’attuale e indiscussa leadership del centrodestra delle regioni da parte di Fratelli d’Italia.

Tridico ha fatto un buon lavoro in questi due mesi portando il csx dal 27% del 2021 al 40% di oggi, ma l’analisi deve partire dal partito e non dal candidato.

Il tutto su uno sfondo nazionale e internazionale di caos, incertezza e disinnamoramento della politica sempre più forte.
Ma allora, qual è il problema che attanaglia questa unione che non prende il volo e che ha permesso di perdere, da quando Giorgia Meloni è al governo, la maggioranza delle Regioni andate al voto?

Per i 5 Stelle, la presenza sul territorio sarà un tema su cui riflettere e, forse, da cui ricominciare. Stessa cosa per un Pd che , al contrario degli alleati, le sezioni ci sono ma l’assenza è tangibile. Oltreché ai continui malumori dei partiti che continuano a gravare sulla performance del candidato. La Toscana e la Campania saranno un test per questa alleanza. Nella prima, può essere che gli elettori del Pd portino a tenere Giani e la compagine in carica, ma non è detta ancora l’ultima parola.

La Campania sarà la grande sfida della coalizione.

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Il Fatto Quotidiano

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