Tra i nuovi siti UNESCO c’è una meraviglia italiana
- Postato il 14 luglio 2025
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- Di SiViaggia.it
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La lista dei Patrimoni Mondiali riconosciuti dall’UNESCO cresce: l’elenco delle meraviglie in Europa e nel mondo ha delle new entry, ma il vero motivo d’orgoglio è che l’Italia resta in cima alla classifica con 61 riconoscimenti di cui una novità preziosissima da scoprire. Ecco quali sono i nuovi siti UNESCO del 2025.
Domus de Janas in Italia
L’Italia trionfa su tutta l’Europa e non solo: è il Paese con il maggior numero di Patrimoni dell’Umanità e con l’aggiunta delle Domus de Jana raggiunge i 61 siti premiati.
Le Domus de Jana sono un sistema di sepolture preistoriche disseminate in tutta la Sardegna; sono state costruite tra il V e il III millennio a.C. e sono state scavate direttamente nella roccia raccontando ancora oggi vita, credenze e altre informazioni legate all’epoca neolitica sull’isola. Risultano tra gli esempi più grandi e meglio conservati di architettura funeraria ipogea nel Mediterraneo.
Potremmo definirle piccole grotte scavate nella roccia, spesso mimetizzate nel paesaggio naturale, alcune isolate e altre riunite in vere e proprie necropoli. Il nome significa “casa delle fate” in sardo e viene dalla tradizione popolare. Secondo alcune leggende, erano infatti la dimora di queste creature.
Le Domus non erano solo luoghi di sepoltura, ma anche spazi sacri, simbolici, che riflettevano la visione del mondo delle comunità neolitiche. Le decorazioni interne (spirali, motivi taurini, elementi architettonici scolpiti nella pietra) evocano ritualità e cosmologia. Alcune Domus presentano persino porte finte, come a voler suggerire il passaggio tra due mondi: quello dei vivi e quello dei morti.
La cosa più incredibile? Sono i numeri. In Sardegna si contano oltre 3500 ipogei riconducibili proprio a questa categoria; si spazia dalle zone montuose dell’entroterra fino alle coste.
Perché sono state riconosciute come sito UNESCO da tutelare? Il patrimonio mondiale deve dimostrare il proprio valore universale eccezionale e le Domus de Janas rispondono a pieno a questo criterio diventando un esempio di come le prime società agricole e pastorali abbiano sviluppato sistemi complessi di architettura, ritualità e organizzazione sociale.
I castelli della Baviera
I castelli della Baviera sono ufficialmente riconosciuti come siti UNESCO. Sembrano usciti dalle favole ma esistono davvero e portano la firma del re Ludwig II. La Baviera conquista tutti con quattro delle sue residenze: Neuschwanstein, Linderhof, Herrenchiemsee e la poco conosciuta, ma affascinante, casa reale di Schachen. Vere e proprie opere d’arte architettonica, nate dalla mente eccentrica di un sovrano che sognava un mondo ideale e lo costruiva pietra dopo pietra.
Il più famoso è sicuramente Neuschwanstein, quello che ha ispirato il castello della Bella Addormentata della Disney. Ma anche Linderhof e Herrenchiemsee sono veri spettacoli, intrisi di stili barocchi, specchi dorati e giardini scenografici. Più raccolto e riservato, Schachen è il rifugio montano del re, decorato in stile moresco. Tutti insieme, raccontano la visione romantica e teatrale di un uomo che ha trasformato la sua nostalgia in monumento.
Oggi, con milioni di visitatori ogni anno, questi luoghi rappresentano non solo un patrimonio culturale, ma anche un forte simbolo dell’identità bavarese.

Carnac in Bretagna
In Bretagna, vicino all’oceano, si trova uno dei paesaggi più enigmatici d’Europa: Carnac. Un’immensa distesa di pietre erette, i famosi megaliti, che da migliaia di anni sfidano il tempo e l’interpretazione umana.
Risalgono a un periodo compreso tra il 4500 e il 3300 a.C., eppure nessuno sa con certezza quale fosse il loro scopo. Erano forse luoghi di culto? Osservatori astronomici? Segni territoriali? Qualunque sia la risposta, questi allineamenti megalitici colpiscono per la loro precisione, dimensione e quantità: migliaia di monoliti disposti in file regolari, che si snodano per chilometri. Carnac un sito archeologico che con duce, attraverso un viaggio, all’origine del pensiero simbolico umano.
Le meraviglie minoiche
Se ami la storia antica, i miti greci e le leggende del Minotauro, allora questa notizia ti farà felice. I principali centri della civiltà minoica sono finalmente Patrimonio dell’Umanità.
La lista si compone di nomi entrati nella storia: Cnosso, Festo, Malia, Zakros, Zominthos e Kydonia. Vere e proprie istituzioni che tra il 2800 e il 1100 a.C. hanno visto svilupparsi le civiltà più affascinanti del Mediterraneo. I Minoici erano all’avanguardia per la loro architettura sofisticata e gli affreschi che decoravano ogni costruzione. In più? Spiccavano per la capacità organizzativa.
Residenze reali di pregio, certo, ma si aggiungevano centri amministrativi, religiosi ed economici tutti pronti a soddisfare le esigenze di una delle società più sviluppate di quell’epoca. Ampi spazi, magazzini sotterranei e sistemi fognari efficienti, dimostravano un livello di civiltà che ancora oggi lascia gli studiosi a bocca aperta.

I luoghi della memoria in Cambogia
Ci sono Patrimoni dell’Umanità che non celebrano la bellezza, ma la memoria. Ed è giusto così. L’UNESCO ha inserito nella lista tre ex centri di detenzione e sterminio utilizzati dal regime dei Khmer Rossi in Cambogia tra il 1975 e il 1979.
Durante quei quattro anni di terrore, oltre 1,7 milioni di persone persero la vita a causa di fame, torture, lavori forzati ed esecuzioni. Oggi, quei luoghi di dolore diventano simboli universali di riflessione e testimonianza: luoghi della memoria, che non devono mai cadere nell’oblio.
L’inclusione, in questo caso, più che un premio va vista come un riconoscimento per preservare la verità storica, rendere omaggio alle vittime ed educare le generazioni future sui rischi degli estremismi. Una decisione che fa del Patrimonio Mondiale non solo un catalogo di meraviglie, ma uno strumento etico, impegnato nel ricordare anche ciò che è difficile guardare.
Camerun e Malawi
Tra le new entry anche due meraviglie che raccontano l’Africa più autentica. Il primo è il Camerun che con i monti Mandara ottiene il riconoscimento del sito tra quelli UNESCO. Comprende aree archeologiche risalenti al XII e XVII secolo, antichi insediamenti umani circondati da spettacolari terrazzamenti agricoli e luoghi sacri ancora oggi attivi nel culto tradizionale.
Il secondo è nel sud del Malawi che vede l’inserimento del monte Mulanje tra i luoghi più preziosi. Oltre ad essere una delle vette più alte dell’Africa è anche un luogo sagro che, secondo la tradizione, è abitato da antichi spiriti e dei.
I siti UNESCO non sono solo punti su una mappa: sono storie, identità, lezioni. Rappresentano il meglio di ciò che l’umanità ha costruito, vissuto e imparato. E sono lì, pronti per essere scoperti, capiti, protetti.