Toyota rilancia il mito, le V8 aprono una nuova era sportiva
- Postato il 7 dicembre 2025
- Auto
- Di Virgilio.it
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Con una calma che quasi mai accompagna le supersportive, Toyota apre una nuova era sotto l’egida Gazoo Racing. Il punto più alto della linea sia per i numeri sia per il metodo di sviluppo, che riporta ai tempi in cui i piloti si sedevano accanto agli ingegneri e i collaudatori avevano voce in capitolo. Lo stesso presidente di Toyota Motor Corporation, Akio Toyoda, alias Morizo, ha coordinato un gruppo ristretto formato da tecnici impegnati ogni giorno nei circuiti, insieme a qualche gentleman driver per avere anche la prospettiva di un guidatore non professionista.
GR GT, il nuovo corso sportivo
Il nuovo corso ha un nome preciso: GR GT, la coupé nata con l’idea di sembrare una macchina da gara in ogni occasione. Porta con sé un V8 biturbo da 4 litri affiancato da un motore elettrico, una combinazione elaborata a lungo dalla Casa nipponica che dovrebbe consentire una potenza complessiva di 650 CV. Ma prima dei numeri viene la filosofia costruttiva: baricentro e peso ridotti al minimo, a fronte di una rigidità elevata. Principi cardine di ogni scelta, dalla posizione del motore alla struttura del telaio, fino alla postura del pilota dentro l’abitacolo, così da trovare subito la perfetta alchimia con la vettura.
Per ottenere un baricentro molto basso, gli ingegneri sono ripartiti da elementi di solito trattati in una seconda fase. Dopo essersi messi all’opera sull’altezza complessiva dell’auto, gli sviluppatori hanno lavorato sulla posizione di guida, affinché guadagnasse una maggiore profondità rispetto ai modelli precedenti. A livello meccanico, hanno arretrato il motore e spostato il cambio al posteriore in maniera da bilanciare le masse, fino a raggiungere una distribuzione 45:55 che rende la GR GT stabile anche quando la si porta vicino al limite. Come spiega Toyota nel comunicato, la sensazione è di un blocco unico in cui il pilota è parte della meccanica.

Onde evitare di sacrificare la rigidità, il marchio ha pensato di ridurre il peso introducendo un telaio interamente in alluminio, una prima assoluta. In ogni punto ha rivisto la struttura, con rinforzi mirati e pannelli in CFRP nelle zone dove occorreva una maggiore resistenza, in modo da avere una carrozzeria leggera capace, però, di assorbire gli sforzi tipici in pista. Derivano altresì dal motorsport alcuni materiali e trattamenti applicati nella parte inferiore, volti a ridurre torsioni e vibrazioni, frutto dei test condotti a Shimoyama, Fuji e Nürburgring, prima del passaggio alla versione successiva.
Gli aerodinamici sono entrati nel progetto molto prima dei ritmi abituali. Invece di seguire il modus operandi, qui hanno seguito il processo opposto: definire prima la performance ideale e lasciare ai designer il compito di costruirci intorno le forme della vettura. Il team impegnato nel FIA WEC ha messo sul tavolo il modello di riferimento e da lì è partito tutto il resto, fino ad arrivare a uno stile che rispecchiasse direttamente i flussi necessari a superare i 320 km/h promessi dalla GR GT.
Fanno a loro volta poca scena gli interni. Grazie a continui aggiustamenti in corso d’opera, la posizione di guida garantisce una visibilità ottimale, pretesa da un driver sul circuito e funzionale pure su strada. L’avvicinamento dei comandi principali al volante riduce al minimo i movimenti e mantiene sempre le mani nel posto giusto, e la strumentazione abbraccia il minimalismo, sia nei display sia nelle informazioni. È un approccio pragmatico, basato sui feedback ricevuti sia dai driver professionisti sia dai gentlemen driver coinvolti nei test.
In parallelo si è anche dato forma alla GR GT3, destinata a correre nelle competizioni FIA GT3. Dal baricentro basso al peso ridotto, fino alla massima rigidità, fa leva sugli stessi concetti della GR GT, entro i limiti di omologazione della categoria. Toyota l’ha voluta così per andare incontro tanto alle esigenze dei professionisti quanto alle richieste dei team privati, in cui spesso si alternano piloti con livelli di esperienza diversi. Sulla stessa base tecnica della sorella stradale, monta il V8 biturbo da 4 litri, ma gli sforzi compiuti in termini di aerodinamica, impianto frenante e bilanciamento rispondono a logiche da gara.
Immancabilmente, le prove hanno avuto luogo a Shimoyama, Fuji e Nürburgring, teatro di lunghe e intense sessioni per condurre la vettura al limite e stabilire i margini di miglioramento. Dalle dichiarazioni rilasciate al debutto, la GR GT3 sarà competitiva fin dalle uscite iniziali, una scelta solida per militare nella categoria.
Il ponte tra il termico e la futura sportiva elettrica
La première della LFA Concept ribadisce l’importanza della guida anche su un’elettrica. Nonostante riprenda lo spirito della LFA originale, il prototipo Lexus persegue lo scopo di mantenere l’immediatezza e il feeling caratteristico delle macchine termiche, facendo tesoro delle lezioni apprese durante la realizzazione della GR GT e della GR GT3: cambia il contesto, non lo spirito.
Il telaio in alluminio, derivato proprio dal lavoro sulla GR GT, ha permesso di contenere il peso nonostante la presenza del pacco batteria. Alla pari delle due sorelle termiche, la posizione di guida risulta bassa, l’impostazione raccolta, il volante vicino e la visibilità adatta a un mezzo reattivo in qualunque circostanza. Con il claim “Discover Immersion” Lexus fa riferimento proprio a un abitacolo avvolgente, che riduce le distrazioni e fa sembrare la vettura più compatta di quanto sia in realtà.

Sotto il profilo estetico, la LFA Concept richiama alcune proporzioni della LFA del passato, soprattutto nella linea di collegamento tra cofano e tetto. Ma lasciate perdere l’effetto nostalgia: le superfici sono più pulite e la discesa della parte posteriore in modo quasi verticale ottimizza il comportamento aerodinamico, nonché la gestione dei componenti elettrici durante il raffreddamento. Siamo in presenza di un linguaggio visivo inedito, resistente alle mode passeggere e d’impatto nell’immaginario collettivo.
Al momento rimane un velo di segretezza sui numeri e sulle date di lancio. Non era il caso di specificarli: Toyota e Lexus hanno voluto gettare le prime fondamenta per una linea che non rinunci alla sensazione di sentirsi parte della macchina.