Torino si accende di nuovo: al via il 24 ottobre Luci d’Artista con 4 nuove installazioni
- Postato il 12 settembre 2025
- Cultura
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – L’autunno torinese si prepara a illuminarsi ancora una volta con la magia di Luci d’Artista, la manifestazione che da ventotto anni unisce arte contemporanea e spazio pubblico trasformando la città in un museo a cielo aperto. L’inaugurazione è fissata per venerdì 24 ottobre 2025 alle 18:30, con le installazioni visibili fino all’11 gennaio 2026.
Promossa dalla Città di Torino e curata dalla Fondazione Torino Musei, l’edizione 2025-2026 si annuncia particolarmente ricca: quattro nuove opere entrano nella collezione permanente, consolidando il percorso di crescita che negli ultimi anni ha trasformato Luci d’Artista in un progetto sempre più internazionale e sostenibile.
Le novità: da Tracey Emin a Patti Smith
Il nome che spicca tra i nuovi protagonisti è quello della britannica Tracey Emin, artista di fama mondiale che, grazie al sostegno della Fondazione CRT nel suo 25° anniversario, regalerà a Torino una prestigiosa opera al neon.
Grande attesa anche per il progetto delle OGR Torino, che ospiteranno un video realizzato dal Soundwalk Collective insieme alla poetessa e icona rock Patti Smith e al compositore Philip Glass.
Il legame con lo sport si rafforza grazie alla partnership con le Nitto ATP Finals: in occasione del torneo di tennis internazionale, in programma dal 9 al 16 novembre, l’artista Riccardo Previdi firmerà una nuova installazione.
Infine, nell’ambito dell’anno della cultura lituana in Italia, arriverà un’opera al neon del celebre artista Gintaras Didžiapetris, grazie al Lithuanian Culture Institute.
Una rete che cresce: DUET e Costellazione
La 28ª edizione segna anche la nascita di DUET, la nuova sezione dedicata alle collaborazioni internazionali, che debutta proprio con i progetti realizzati insieme al Lithuanian Culture Institute e al MAC Musée d’Art Contemporain di Lione.
Si rafforza inoltre Costellazione, la sezione parallela che raccoglie opere luminose prodotte da istituzioni artistiche: per la prima volta esce dai confini torinesi, grazie al coinvolgimento della Triennale Milano e dello stesso MAC di Lione, città simbolo della tradizione delle feste delle luci.
Sostenibilità, educazione e restauro
Non solo nuove installazioni: Luci d’Artista prosegue nel suo percorso di sostenibilità ambientale, con tecnologie a basso impatto e un piano di restauri che quest’anno riguarda in particolare l’opera storica Doppio Passaggio (Torino) di Joseph Kosuth, posizionata su Ponte Vittorio Emanuele I.
L’Accademia della Luce, il programma educativo nato dalla collaborazione con i Dipartimenti Educazione dei musei torinesi, continuerà con eventi lungo tutto l’anno, dalla conferenza di gennaio al Summer Solstice, ormai appuntamento fisso dell’estate.
Un modello di museo urbano
Dal 1998 Luci d’Artista accompagna l’autunno e l’inverno torinese, diventando simbolo di una città capace di coniugare tradizione e innovazione. Oggi il progetto, inserito a pieno titolo nel piano strategico della Fondazione Torino Musei accanto a GAM, MAO, Palazzo Madama e Artissima, punta a consolidarsi come istituzione permanente di ricerca artistica e come modello di museo urbano diffuso.
La ventottesima edizione si candida così a essere una tappa fondamentale nel cammino verso il trentennale, già atteso come un appuntamento di rilievo internazionale.
I quattro nuovi artisti di Luci d’artista
Tracey Emin
(Londra, 1963) ha studiato al Maidstone College of Art e al Royal College of Art di Londra. Ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia nel 2007 ed è stata eletta Membro della Royal Academy nello stesso anno. Nel 2011, Emin è diventata Professoressa di Disegno presso la Royal Academy of Arts di Londra. Nel giugno 2024, Re Carlo III l’ha nominata Dame Commander of the Most Excellent Order of the British Empire per il suo contributo alle arti visive. L’arte di Tracey Emin è caratterizzata dalla rivelazione di sé, utilizzando gli eventi della propria vita come ispirazione per opere che spaziano dalla pittura, al neon, al disegno, al video e alle installazioni, fino alla fotografia, al ricamo e alla scultura. Emin rivela speranze, umiliazioni, fallimenti e successi in lavori sinceri e, talvolta, spietati. La sua arte ha un’immediatezza e spesso un atteggiamento sessualmente provocatorio che collocano la sua produzione pienamente nella tradizione del discorso femminista. Emin vive e lavora tra il sud della Francia, Londra e Margate.
Soundwalk Collective
Composto dall’artista contemporaneo Stephan Crasneanscki e dal produttore Simone Merli, Soundwalk Collective integra suono, film e tecniche miste in opere d’arte site-specific.
Evolvendosi lungo linee multidisciplinari, Soundwalk Collective ha coltivato collaborazioni creative, tra gli altri, con l’artista e scrittrice Patti Smith, il regista Jean-Luc Godard, la fotografa Nan Goldin, la coreografa Sasha Waltz, il regista e musicista Jim Jarmusch e l’attrice e cantante Charlotte Gainsbourg.
L’esplorazione del suono come mezzo per navigare e interpretare le complessità dell’esperienza umana e dell’ambiente è al centro della loro pratica artistica, che si avvale del potenziale narrativo del suono attraverso mezzi quali installazioni artistiche, danza, musica e cinema. La colonna sonora originale per “All The Beauty and the Bloodshed” (diretto da Laura Poitras) composta da Soundwalk Collective ha vinto il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia 2022 ed è stata eseguita dal vivo alla Neue National Galerie di Berlino con la Berliner Philharmonie.
Negli ultimi anni ha collaborato con Patti Smith, una delle figure più influenti della scena rock e poetica del XX secolo. Insieme, nel 2024, hanno curato ed eseguito un programma di tre giorni intitolato “Correspondences” al Festival del Cinema di Venezia, su invito della Fondation Cartier.
Riccardo Previdi
(Milano 1974) è un’artista contemporaneo che vive e lavora tra Zurigo, Svizzera e Milano. Ha studiato Architettura al Politecnico di Milano e Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Questi due percorsi di studio lo hanno portato a sviluppare un interesse per la relazione tra arte, architettura e design. La ricerca artistica di Riccardo Previdi esplora le possibilità e i limiti del pensiero tecnologico e scientifico, mettendo in luce i complessi meccanismi che si celano dietro gli oggetti e le immagini che ci circondano nella vita quotidiana. Registrando, e talvolta amplificando, le immagini prodotte in eccesso dalla nostra società, il lavoro di Riccardo Previdi intende sollevare interrogativi nello spettatore sulle promesse di progresso e riscatto sociale avanzate dalla modernità. Le opere di Previdi sono state esposte in diverse mostre collettive e personali internazionali, tra cui: Kunst Raum Riehen (2023); Museion Bolzano (2023 e 2018); PAC Milano (2015); Castello di Rivoli e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino (2011); MARTa Herford; Kunstverein Bielefeld (2008). Inoltre, ha partecipato alla Biennale di Mosca, a Manifesta 7 e alla Triennale T1 di Torino. Tra le mostre personali si annoverano: Galleria Francesca Minini, Milano (2022); Quartz Studio, Torino (2018); Villa Croce, Genova (2017); Kunstverein Arnsberg (2011).
Gintaras Didžiapetris
(Vilnius, 1985) è una delle voci più originali emerse dalla scena artistica lituana e internazionale negli ultimi anni. La sua pratica attraversa linguaggi e media diversi – dall’installazione al video, dalla fotografia alla scrittura – muovendosi lungo una linea di ricerca che interroga la natura della percezione, del linguaggio, del tempo e della memoria. Il suo lavoro è caratterizzato da una poetica che combina rigore concettuale e intuizione poetica, in cui rigore concettuale e intuizione immaginativa convivono in equilibrio creando connessioni inaspettate tra oggetti, idee e fenomeni naturali.
Spesso informata da un’intensa riflessione teorica, la ricerca di Didžiapetris si manifesta in opere che possono assumere molteplici forme – immagini, suoni, oggetti, testi, linee – dando luogo a quella che potremmo definire una “geometria mentale” stratificata. È un’arte che illumina il pensiero, evocando strutture invisibili o processi sommersi. Le opere di Didžiapetris sono state esposte in numerose istituzioni internazionali, tra cui il Contemporary Art Centre (Vilnius), il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce (Genova), il Salzburger Kunstverein (Salisburgo), la galleria Elba Benítez (Madrid) e Tulips&Roses (Bruxelles). Ha partecipato alla mostra ILLUMInations della 54ª Biennale di Venezia e alla 55ª nel Padiglione Lituano oltre a programmi di residenza presso il Palais de Tokyo/Le Pavillon (Parigi, 2010–2011) e la Fondazione Morra Greco (Napoli, 2010).
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