Toponomastica, monumenti e infrastrutture: i lasciti del mondo romano nel savonese

  • Postato il 4 novembre 2024
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  • Di Il Vostro Giornale
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Generico ottobre 2024

Savona. Sono numerose, nella nostra provincia, le città per le quali sono state attestate origini o contatti con il mondo romano. Ricordi di un tempo lontano, di cui talvolta è possibile tutt’oggi toccare con mano i lasciti. Toponomastica, monumenti, infrastrutture: varie sono le testimonianze di quell’antica IX Legio augustea abitata dai “Ligures”, popolazione agricola e pastorale, descritta dagli autori classici come primitiva e semiselvaggia ma allo stesso tempo solidale ed onestà.

“Si estende ora la Liguria fra i fiumi Varum e Macram tra cui passano 31 miglia. Questa regione nella descrizione di Augusto è la nona” scrive Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia”. La Regio IX, una delle undici divisioni regionali in cui Augusto ripartì l’Italia, comprendeva il territorio che andava dal fiume Varo ad occidente fino al fiume Magra ad oriente (al confine con l’Etruria), comprendendo le zone a ovest delle Alpi e l’area tra l’Appennino ed il fiume Po.

I centri principali di quell’antica Liguria erano Genua, Savo, Vada Sabatia, Albium Intemelium (Ventimiglia), Albium Ingaunum e Luna (Luni). Da aggiungere a questi Portus Veneris, Spedia (La Spezia), Portus Delphini (Portofino), Segesta (Sestri Levante) e Aquae Statiellorum (Acqui Terme).

Savo (Savona) fu alleata di Cartagine durante la Seconda guerra punica, contro Roma già alleata di Genova. Magone Barca, fratello di Annibale, nel 205 a.C. occupò Genova e la distrusse, depositando il bottino a Savona. Sconfitto due anni dopo dai Romani, Magone ritornò a Savona e si imbarcò con il suo esercito per l’Africa. Dopo alterne vicende, Roma sottomise Savona attorno al 180 a.C. e le diede il nome di Savo Oppidum Alpinum. Dalla fine del II secolo a.C., venne a soppiantare il ruolo di Genova come porto principale della Liguria.

Vada Sabatia (Vado Ligure) si sviluppò nel II secolo a.C., intorno ad uno dei primi campi militari della colonizzazione romana in Liguria. Divenne un importante nodo viario e commerciale, anche grazie all’opera di bonifica delle paludi eseguita dai conquistatori. Nel 109 a.C. Vado venne collegata con il centro di Luni e di Roma dalla Via Aemilia Scauri, che valicava gli Appennini liguri per mezzo del passo di Cadibona, per poi scendere verso il passo della Cisa nel territorio della Spezia.

Albingaunum (Albenga). Il primo nome della città fu Albium Ingaunum (dal nome dei suoi abitanti, i Liguri Ingauni). Si sviluppò presso la foce del Centa che, per la sua impetuosità, costrinse la popolazione a dotarlo di argini e svariati ponti. Fu alleata dei Cartaginesi contro Roma durante la seconda guerra punica, divenendo base navale del fratello di Annibale Barca, Magone. Fu conquistata da Roma nel 181 a.C., divenendo inizialmente “castrum” e cambiando denominazione. Cesare le conferì poi la cittadinanza romana e lo status municipale. Sotto l’impero ampliò i propri confini nell’entroterra, inglobando l’intera alta valle del Tanaro. Per noi oggi sopravvivono resti del Ponte Lungo e della Necropoli, tracce della Via Iulia Augusta, l’Anfiteatro, le Terme e soprattutto il Battistero (V secolo).

Da ricordare, infine, anche Alba Docilia (Albisola Superiore). Presente sulla “Tabula Peutingeriana”, una sorta di moderna carta stradale dell’Impero Romano (risalente al IV secolo d.C.), rappresentava una sorta di stazione di sosta lungo la strada tra Genua e Vada Sabatia. Il termine “Docilia” rimanda alla tribù dei Liguri Docilii, diffusi tra la zona di Albisola e Sassello; la parola “Alba”, invece, indicherebbe “collina”, “montagna” o “altura” in genere.

In Piazza Giulio II, di fronte all’uscita della stazione ferroviaria, si possono ammirare i resti della cosiddetta “Villa romana”, in gran parte emersi nel corso di scavi condotti nell’Ottocento: il complesso è stato interpretato quale villa rustica tuttavia, data la monumentalità della struttura, gli esperti sono indotti a supporre che si possano piuttosto da attribuire ad una “mansio”, ossia una stazione di sosta in prossimità della Via Julia Augusta.

Autore
Il Vostro Giornale

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