Tombolini, l'assistente di Ilaria Salis che vuole bruciare Meloni dietro l'assalto alla Fiera
- Postato il 8 dicembre 2025
- Personaggi
- Di Libero Quotidiano
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Tombolini, l'assistente di Ilaria Salis che vuole bruciare Meloni dietro l'assalto alla Fiera
Avvertenza: non essendo autolesionisti come la sinistra antagonista, non intendiamo fare pubblicità a libri che hanno il diritto di essere esposti ovunque, ma che tuttavia non acquisteremmo né consiglieremmo mai. Basterà dire che, tra gli editori che espongono in fiera, ce ne sono alcuni che rappresentano il megafono degli antifà di tutta Italia, e che propongono testi sovrapponibili in tutto o in parte al programma politico-tra-molte-vigolette di Ilaria Salis: abolizione delle carceri, assalti alla polizia, legittimazione della violenza politica.
E la prova l’abbiamo mostrata noi di Libero, raccontando ieri l’accerchiamento che abbiamo subito sabato assolutamente non casuale. In prima fila, a coordinare il tutto, c’era infatti una sagoma ben riconoscibile: quella di Mattia Tombolini. Ex militante della sinistra radicale romana e legato al centro sociale “Alexis”, è, come riporta Il Giornale, «assistente locale» di Ilaria Salis al Parlamento europeo. Avendo rammendato fin da subito molte delle iniziative nate per escludere l’editore Passaggio al Bosco da “Più Libri Più Liberi”, Tombolini incarna alla perfezione il volto “politico” e assolutamente non spontaneo del sit-in che ha portato a chiusure temporanee di stand condito da cori, insulti, spintoni, e culminato davanti ai libri di PaB.
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Il suo nome era già balzato agli onori delle cronache per aver vinto una condanna in primo grado a quattro mesi di reclusione per diffamazione nei confronti di un esponente locale di Fratelli d’Italia: Marco Cossu. In più, sui suoi canali social non sono mai mancati contenuti violenti: un video raffigurante un pupazzo con il simbolo di Fdi; un volto caricaturale di Giorgia Meloni bruciato, con la scritta «Brucia stronza»; foto di poliziotti presi a bastonate; addirittura un’immagine in bianco e nero di cinque ragazzi armati di bastoni che picchiano un agente caduto.
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Sorgono due domande: 1) Sarebbero questi campioni della divulgazione culturale incaricati di redigere il passaporto di legittimità per esporre a Più Libri? 2) Siamo certi che dietro tutto il caos non ci sia un disegno politico della cricca di Salis volto a lanciare una sorta di Opa sugli spazi della Fiera ed escludere gli editori considerati non conformi?
Di sicuro, visto il Cv di Tombolini, è necessario sgombrare il campo dalla definizione di «pacifico» associata al flash mod di sabato. La direzione della kermesse l’ha considerato tale, e anzi un momento che avrebbe aperto il dibattito «su un tema particolarmente delicato, che pone domande enormi che non sono solo nostre ma di tutti quelli che organizzano eventi culturali». Francamente però, alla luce di quanto raccontato da Libero, con le minacce e le intimidazioni riservate da lorsignori a Francesco Giubilei e a noi, definire ancora «pacifico» un momento come quello non sembra un’ideona. Vieppiù visto ciò che emerge sul conto di uno dei suoi ideatori.
Ciò che è certo è che, sullo sfondo di tutta questa tombolata, bisogna tenere presente la battaglia che si sta ormai da anni combattendo tra gli ambienti della sinistra più sinistra che ci sia e la governance di “Più Libri Più Liberi”. Libero è in grado di rivelare che l’intento di un manipolo sempre più numeroso di sigle editoriali sarebbe quello di affossare la reputazione della kermesse, a causa di diversità di vedute ormai insanabili nel concepimento e nella gestione di vari aspetti di quello che è l’evento librario dedicato alla piccola editoria più importante d’Europa. Si parte dagli indirizzi programmatici fino ad arrivare agli aspetti più pratici: prezzo dei biglietti, costo degli stand, coinvolgimento dei librai romani che non accettano lo svolgimento di una Fiera del genere al ridosso del Natale.
Così, oltre a rinunciare anno dopo anno alla partecipazione (permettendo, per paradosso, l’ingresso di nuovi editori, come la stessa PaB), cercano di montare casi mediatici, veri o presunti, sempre diversi (l’anno scorso, ad esempio, si scagliarono contro Chiara Valerio per aver dedicato la Fiera alla compianta Giulia Cecchettin e allo stesso tempo ospitato il filosofo Leonardo Caffo, protagonista di un caso di violenza domestica). Tutto, pur di far emergere quelle che ritengono essere le inadeguatezze gestionali della direzione.
Oggi l’evento chiuderà i battenti, ma certo l’edizione 2025 non sarà dimenticata facilmente. E già da domani inizierà un delicato capitolo di storia che porterà dritto al prossimo anno, quando terminerà il “mandato” di Chiara Valerio e alla guida dell’evento arriverà Giorgio Zanchini, molto noto per le conduzioni via etere di “Radio anch’io” (Rai Radio 1).
Zanchini erediterà non una, non due, ma almeno tre patate bollenti: il coro di richieste per escludere Passaggio al Bosco, la possibile fuga di altri editori, scrittori, intellettuali e giornalisti, la lotta tra bande mossa dal mondo della sinistra radicale per mettere il cappello sulla Fiera. O, in caso contrario, per affidare ai Tombolini di turno il compito di fare ciò che gli riesce meglio: trovare pretesti per fare casino.
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