Tiziana Lazzari: “Commercio vivo, città viva. Restituiamo valore al territorio”
- Postato il 21 maggio 2025
- Politica
- Di Genova24
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Genova. Chi conosce Genova lo sa: i suoi negozi, le sue botteghe, le attività di quartiere sono più che esercizi commerciali. Sono parte della nostra identità. Luoghi dove ci si saluta per nome, dove il rapporto umano viene prima della transazione, dove si respira comunità.
Purtroppo oggi viviamo una situazione non certo facile e ogni serranda che chiude è un pezzo di Genova che muore. Il commercio di vicinato è un presidio sociale, un generatore di relazioni, una forma quotidiana di sicurezza e prossimità. Ma, specie negli ultimi anni, è in pericolo: politica incapace di dare risposte, crisi economica, concorrenza dei grandi gruppi, mutamenti tecnologici e desertificazione urbana rischiano di spazzare via interi pezzi del nostro tessuto cittadino e soprattutto sociale. Oltre che preziosi posti di lavoro.
Io non voglio vivere in una “città in franchising”, colonizzata dai monomarca, tutta uguale. Un “non luogo” come direbbe il grande Marc Augé, un ambiente fotocopia in cui si respira la stessa aria, si vedono le stesse insegne, medesimi ristoranti. Che sia Genova, Milano, Palermo, Londra o New York.
Al contrario, voglio una Genova che riaffermi la sua unica identità, che riconosca il valore delle sue botteghe, delle sue storie, della sua autenticità. Una delle forti motivazioni che mi ha spinto ad accettare la candidatura in Consiglio Comunale nella lista “Riformiamo Genova con Silvia Salis” è proprio quella di rilanciare il commercio anche dove è più fragile: nei Municipi, nelle periferie, nei quartieri che troppo spesso vengono dimenticati.
L’ambizione è quella di lavorare. per invertire la rotta. L’obiettivo è sostenere le attività locali non con promesse generiche, ma con strumenti concreti. Come agevolazioni per chi riapre fondi sfitti, incentivi fiscali per chi innova e si digitalizza, reti tra commercianti e realtà culturali per animare le vie dei quartieri. Credo che cultura, turismo e commercio possano e debbano dialogare, fondersi, generare flussi virtuosi e restituire vitalità anche alle zone meno centrali.
Penso a Cornigliano, a Certosa, a Molassana, a Marassi, per citare solo alcuni casi. Quartieri dove il commercio può tornare a essere un motore di comunità, un elemento di rigenerazione urbana. Sogno una città dove sia facile aprire un’attività, ma anche mantenerla e farla crescere. Dove chi ha il coraggio di mettersi in gioco non si senta abbandonato. Dove la burocrazia non sia un ostacolo, ma un alleato.
Propongo quindi di lavorare fianco a fianco con le associazioni di categoria per snellire la burocrazia, valorizzare le botteghe storiche, rendere i mercati rionali più attrattivi. Penso a eventi diffusi, piccoli festival di quartiere, attività all’aperto che rendano viva la città non solo nei grandi weekend, ma ogni giorno. Immagino un calendario civico che dia spazio e visibilità alle realtà locali, ai commercianti, ai laboratori artigiani.
Genova merita una rinascita che passi anche dalle sue vetrine.
E vorrei che tutti insieme facessimo la nostra parte, ascoltando chi ogni mattina alza una saracinesca e tiene acceso un pezzo di città.