Tirocinanti, Comuni in allerta

  • Postato il 7 maggio 2025
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Tirocinanti, Comuni in allerta

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Caso tirocinanti, il contributo regionale calabrese per stabilizzarli «non basta, rischiamo il dissesto». Le adesioni degli enti ad oggi garantirebbero l’assunzione di appena il 5%


SCADE il 22 maggio la manifestazione d’interesse lanciata dalla Regione per sondare la disponibilità di Comuni ed enti a stabilizzare i propri tirocinanti di inclusione sociale. A poco più di due settimane dal termine gli enti che hanno aderito sono 35 – su un totale di 474, tra Comuni e altri soggetti come scuole o Asp – e le adesioni garantirebbero l’assunzione di appena il 5 per cento dei tirocinanti ospitati. Ovvero 145 su una platea di 2.622 tirocinanti (il 95% circa del bacino complessivo).

TIROCINANTI E COMUNI IN DISSESTO O PREDISSESTO


Un dato che non sorprende, perché dopo l’approvazione in Parlamento delle norme che avrebbero consentito la stabilizzazione dei tirocinanti, la risposta dei Comuni era parsa un’incognita. Il 48% dei municipi calabresi è in dissesto o predissesto: hanno margine in bilancio per caricarsi i costi di nuovi assunti, pur trattandosi di risorse necessarie – uniche, in molti piccoli centri interni – per garantire i servizi? Dalla Regione arriverà sì un incentivo – una “dote”, destinata tanto ai tirocinanti che saranno assorbiti dai Comuni quanto a quelli che decideranno di uscire dal bacino e aprire un’attività – che ammonta a 25mila euro. Una somma sufficiente a coprire gli stipendi per un anno, un anno e mezzo. Da lì in poi i Comuni e gli enti dovranno fare da sé.

SUCCURRO: «CHIEDERE ULTERIORI RISORSE ALLO STATO»


«La strada da percorrere – dice Rosaria Succurro, presidente di Anci Calabria, al termine di un tavolo con la Regione – è quella di richiedere allo Stato ulteriori risorse, come è avvenuto per gli Lsu-Lpu, così da garantire la storicizzazione delle somme o, in alternativa, un finanziamento congruo che consenta agli enti utilizzatori di programmare stabilizzazioni con un respiro ampio e concreto. È una battaglia di dignità, che riguarda centinaia di persone impegnate da anni in servizi essenziali per i nostri territori».

TIROCINANTI, COMUNI NEL COSENTINO PRONTI ALLA MOBILITAZIONE


Nel cosentino i sindaci sono pronti alla mobilitazione. Più di 80 si sono riuniti nelle scorse ore alla Provincia, per confrontarsi tra di loro e con i sindacati. Il contributo regionale di 25mila euro «è una misura utile, ma non basta», hanno detto. I sindaci – tra loro anche quelli del capoluogo Cosenza, Franz Caruso, e di Corigliano Rossano, Flavio Stasi – hanno chiesto l’apertura di un tavolo istituzionale, con il coinvolgimento dei parlamentari calabresi, della Regione, delle parti sociali per trovare soluzioni sostenibili.

STASI E CARUSO CHIEDONO TAVOLO ISTITUZIONALE

«Qualora non si dovessero registrare sviluppi concreti entro un mese, organizzeremo una manifestazione presso il ministero competente per chiedere interventi veri, seri in grado di garantire la stabilizzazione reale di questi operatori – spiegano – La questione non può essere ridotta ad un “mero atto di volontà” dei Comuni, ma coinvolge problematiche economico-finanziarie che non possono essere ignorate con il rischio della tenuta stessa degli enti locali. Una eventuale stabilizzazione dei tirocinanti alle condizioni date rischierebbe di compromettere irrimediabilmente l’equilibrio di bilancio portando gli enti verso il dissesto».

ANCI E PD DALLA PARTE DEI SINDACI


A dar manforte a sindaci e Anci anche il gruppo consiliare regionale del Pd. «È urgente – dicono i dem – che la Regione si faccia portavoce delle necessità del nostro territorio e che interceda presso il governo nazionale affinché vengano stanziati fondi per la stabilizzazione dei tirocinanti». Ancor più dura è la deputata del M5S Anna Laura Orrico. I 25mila euro della Regione?

ORRICO: «25MILA EURO DELLA REGIONE? UNA ELEMOSINA»

«Un’elemosina – dice – Bene ha fatto, seppure timidamente, la presidente dell’Anci Calabria Rosaria Succurro a richiamare il lavoro fatto dal Movimento 5 stelle al governo, ed in particolare dei colleghi Auddino e Tucci, che per la stabilizzazione degli Lsu/Lpu, un bacino di 20 mila lavoratori, portò allo stanziamento di 59 milioni di euro a fronte di una parte residuale messi dalla Regione Calabria. Dove sono, dunque – conclude Anna Laura Orrico – i fondi del governo Meloni per i Tis e i tirocinanti del ministero della Cultura?».

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