Terzo Valico con l’incognita del gas, Salvini: “La scadenza del 2026 per il Pnrr verrà rivista”

  • Postato il 18 febbraio 2025
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salvini cantiere

Genova. Saranno gli esiti della nuova tecnologia di scavo sui fronti bloccati a causa dei giacimenti di gas a fornire una tabella di marcia aggiornata dei lavori del Terzo Valico, la nuova linea ferroviaria tra Genova e la Pianura Padana. Sebbene nessuno lo dichiari apertamente, l’obiettivo 2026 sembra ormai irraggiungibile, tanto che il ministro Matteo Salvini, a margine del sopralluogo in mattinata al cantiere del nodo ferroviario a Brignole, conferma la previsione legata ai finanziamenti Pnrr: “Io penso che non in Italia, ma in Europa la scadenza di giugno 2026 verrà rivista e ripensata per il caro materiali, per il caro energia, per il caro prezzi, per le guerre ancora in corso”.

Ad aprile si riparte coi lavori – conferma il titolare delle Infrastrutture, accompagnato in visita dal suo vice Edoardo Rixi, dal presidente Marco Bucci e dal vicesindaco reggente Pietro Piciocchi, oltre che dal commissario Calogero Maugeri -. Ovviamente se trovi del gas la priorità è garantire la sicurezza ai lavoratori. Il nostro obiettivo è fare in fretta, però quando c’è di mezzo la vita, se c’è bisogno di prendersi del tempo in più, ce lo si prende. A lavori ultimati, quando arriverai in meno di un’ora in treno da Genova a Milano cambia il mondo per la Liguria, per il Piemonte, per la Lombardia, ma anche per gli agricoltori, per gli imprenditori”.

Il rischio che il Terzo Valico esca dall’elenco di opere finanziate dal Pnrr, a questo punto, è più che concreto. “Ma in realtà non abbiamo problemi di soldi – garantisce il viceministro Rixi -. Si perderebbero solo 200 milioni per le opere non realizzate, e su quei 200 milioni il governo è già tranquillo. Non c’è problema, abbiamo già parlato con l’Europa e siamo in linea con tutti”. Il valore comprensivo del progetto unico, che include la nuova linea dei Giovi e l’intero nodo ferroviario di Genova, supera ormai i 10 miliardi di euro tra aumenti di prezzi, varianti progettuali e incidenti di percorso.

Per avanzare nonostante il grisù intrappolato nelle montagne si eseguiranno indagini controllate sui materiali rocciosi per intercettare e far defluire il gas. Nelle gallerie, oltre all’impermeabilizzazione, verrà potenziato l’impianto di ventilazione e lo scavo avverrà con esplosivo in modalità controllata. “Il nuovo sistema che sarà testato in queste settimane – spiega ancora Rixi – prevede di fare rilevazioni ogni 50 metri e quindi procedere. Il tratto in cui si pensa che sia gas è di 600 metri, se fossero 400 o 700 cambierebbero i tempi di progressione. Da aprile ripartono i tre fronti col gas, gli altri stanno andando avanti. Perciò conosceremo la chiusura dei lavori quattro-cinque mesi dopo che avremo sperimentato questa nuova tecnologia che consente di procedere con valori di gas superiori”. L’aggiornamento del cronoprogramma, prosegue il viceministro, avverrà di trimestre in trimestre grazie ai rinforzi previsti dall’ultimo decreto per la struttura commissariale, con ingegneri che andranno direttamente in galleria a controllare le operazioni: “La posa dei binari inizierà prima, quindi recupereremo un anno e mezzo”.

Senza dimenticare che i treni, una volta usciti dal Terzo Valico, troveranno ancora la vecchia linea in attesa di quadruplicamento nei tratti Tortona-Voghera e Pavia-Milano. Ad oggi, salvo imprevisti, si parla di 2030 per avere tutte le opere concluse e funzionanti. “Probabilmente ci sarà anche un cambiamento di alcuni commissari, aspettiamo il 6 marzo per i nuovi vertici delle società, poi si farà il punto su tutto – spiega Rixi sul punto -. Ma criticità oggettivamente non ce ne sono. Le stiamo affrontando e risolvendo tutte. Abbiamo allineato tutto anche col fatto che dobbiamo cambiare tutta la tecnologia sul nodo di Milano: se lo chiudessimo per due anni lo metteremmo a posto in due anni, ma sono scelte che hanno un impatto sui pendolari”.

Autore
Genova24

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