Termovalorizzatore, scatta la raccolta firme: “Non serve ed è dannoso, creiamo un percorso di rifiuti zero”

  • Postato il 9 novembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Liguria. “L’inceneritore non serve” è il titolo del manifesto e della annessa petizione contro l’ipotesi di un inceneritore in Liguria. La raccolta firme ha come primi firmatari circa un centinaio tra comitati, associazioni, circoli e realtà locali delle quattro province liguri e si propone di presentare “un’alternativa all’inceneritore in Liguria” e “un impegno collettivo e buone pratiche di sostenibilità ambientale”.

Come si legge nel manifesto, i promotori ritengono che “un inceneritore, anche se chiamato ‘termovalorizzatore’ non serva, essendo dannoso per molti motivi. Per motivi economici perché, essendo molto costoso e con ammortamenti molto lunghi, fa aumentare la Tari; sanitari perché produce ceneri e fumi dannosi alla salute che provocano aumento di tumori e morti premature; ambientali perché le ceneri (almeno 30% dei rifiuti) vanno comunque in discarica; etici perché richiede sempre maggiori rifiuti residui e quindi favorisce uno scarso impegno nella loro riduzione (non risolve il problema ma lo aggrava); climatici perché emette molta CO2, climalterante che provoca eventi disastrosi per persone e territori; contrari all’economia circolare perché distrugge materia che dobbiamo nuovamente produrre consumando energia; occupazionali perché altamente automatizzato; una raccolta differenziata di qualità produce molta più occupazione, ripagandosi con la vendita del materiale raccolto e selezionato”.

Perciò, secondo i promotori dell’iniziativa, si rende “indispensabile una scelta alternativa, partendo da una comune opposizione alla proposta della Regione Liguria. In Liguria, terra di paesaggi unici, biodiversità e ricchezze culturali è tempo di scegliere una via virtuosa, partecipata, circolare, democratica per i materiali post consumo”. Da qui la richiesta, alle amministrazioni comunali, di creare un “percorso verso rifiuti zero” fatto di alcune pratiche virtuose: “Riduzione dei rifiuti prodotti, riuso e riparazione, raccolta differenziata spinta col metodo porta a porta e tariffa puntuale, riciclo dei materiali di qualità raccolti, recupero dal residuo con impianti a freddo ‘fabbriche di materiali'”.

Tutto ciò secondo alcuni principi cardine: “Economia circolare e giustizia ambientale: un modello economico che riduca gli sprechi e tuteli le comunità. Trasparenza e partecipazione: coinvolgimento attivo di cittadini, scuole, imprese ed istituzioni per costruire scelte politiche condivise e consapevoli. Educazione e responsabilità comuni: solo una diffusa consapevolezza può rendere possibile il cambiamento culturale verso una gestione virtuosa in cui tutti fanno la propria parte”.

Oltre a promuovere una serie di “buone pratiche” per cittadini, scuole, amministrazioni, aziende, sindacati, associazioni e comitati, dal canto loro, i sottoscrittori del manifesto si impegnano a “rifiutare ogni progetto di gestione a caldo dei rifiuti sul territorio ligure; promuovere in ogni ambito azioni concrete di riduzione, riuso e riciclo così da non gravare su altri territori; collaborare a costruire una Liguria libera da rifiuti, equa, verde e partecipata“.

Autore
Il Vostro Giornale

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