Termovalorizzatore, la battaglia delle associazioni: “Val Bormida unita contro l’impianto”
- Postato il 3 luglio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Più di duecento persone hanno preso parte all’incontro pubblico organizzato presso la S.O.M.S. di Cairo Montenotte per dire un fermo “NO” all’inceneritore che la Regione Liguria ipotizza di realizzare in Val Bormida. Un impianto da 300 mila tonnellate che preoccupa sul fronte ambientale e della salute pubblica.
Una partecipazione ampia che ha coinvolto non solo i cittadini di Cairo, ma anche moltissimi abitanti dei Comuni limitrofi – Dego, Carcare, Altare, Cosseria – e della Val Bormida piemontese, con delegazioni da Merana, Monesiglio, Spigno Monferrato e la presenza di rappresentanti istituzionali del Comune di Saliceto.
L’incontro è stato promosso da: WWF Savona, Italia Nostra Savona, Medicina Democratica Savona, Progetto Vita e Ambiente, Comitato CulturAmbiente, il Bric Surite di Altare, l’Associazione per la rinascita della Valbormida, la Prima Langa, Pro Natura Alessandria e Laboratorio Synthesis, che hanno ribadito l‘impegno a mantenere alta l’attenzione e a continuare la mobilitazione civile.
Presenti anche rappresentanti del Comune di Vado Ligure, e il consigliere regionale Jan Casella, che ha accolto l’invito al confronto diretto con la popolazione. Assente per motivi personali ma vicino alla battaglia anche il consigliere regionale Stefano Giordano, da sempre attento al territorio, che ha fatto sapere di essere pronto a proseguire l’impegno politico e istituzionale contro il progetto.
Il progetto prevede un impianto capace di trattare oltre 300.000 tonnellate di rifiuti all’anno, tra rifiuti industriali, ospedalieri e urbani. Una prospettiva che ha sollevato gravi preoccupazioni per le conseguenze sanitarie e ambientali, con particolare allarme per l’esposizione della popolazione a polveri sottili, metalli pesanti, diossine e microinquinanti: “La vera emergenza non è dove mettere i rifiuti, ma come proteggere la salute pubblica. E la salute non si negozia” ha dichiarato un medico ambientale. “Portare un impianto di questo tipo in una valle già penalizzata sotto il profilo ambientale è un rischio inaccettabile”.
Molti interventi hanno evidenziato l’assurdità del progetto, che penalizzerebbe i Comuni più virtuosi nella gestione dei rifiuti: “A Genova la raccolta differenziata è appena sopra il 50%, mentre in Val Bormida si superano stabilmente il 70%. Come si può pensare di premiare l’inefficienza e scaricare il peso su chi ha fatto la propria parte?” ha osservato un tecnico ambientale.
Forte la delusione per l‘assenza del sindaco di Cairo Montenotte e del sindaco di Cengio, i due Comuni indicati come possibili sedi dell’impianto: “Il silenzio delle amministrazioni più coinvolte è assordante. Questo è il momento del coraggio politico, della responsabilità e del confronto. I cittadini lo stanno dimostrando” ha affermato un’associazione.
“Questa valle ha già dato. Ora è il momento di scegliere un modello di sviluppo sostenibile, che metta al centro la salute delle persone, la qualità dell’ambiente e la giustizia intergenerazionale. La lotta continua” hanno concluso le associazioni.