Tela gigante cosparsa di liquido rosso sangue, l’opera di Anish Kapoor su una piattaforma petrolifera (per protesta)

  • Postato il 14 agosto 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un gruppo di attivisti e attiviste di Greenpeace ha installato un’enorme opera inedita del celebre artista Anish Kapoor su una piattaforma della compagnia petrolifera Shell nel Mare del Nord: si tratta della prima opera d’arte al mondo a essere realizzata su un sito per l’estrazione di gas offshore in piena attività. L’opera di Kapoor, intitolata Butchered e concepita appositamente per questa azione di protesta, ha coinvolto sette climber di Greenpeace di grande esperienza, che sono saliti a bordo e hanno scalato in sicurezza la piattaforma “Skiff” di estrazione del gas, appartenente a Shell e situata a 45 miglia nautiche dalla costa del Norfolk, in Inghilterra. Nella giornata di ieri, dopo aver fissato sulla struttura una grande tela di 96 metri quadrati, gli attivisti di Greenpeace hanno issato un tubo ad alta pressione appena sopra il bordo superiore, a un’altezza di 16 metri sopra il livello del mare. Hanno quindi pompato 1.000 litri di liquido dal colore rosso sangue che è sgorgato sulla tela, creando un’ampia macchia cremisi. Il liquido colorato, prodotto appositamente per quest’opera d’arte, è una miscela di acqua di mare, polvere di barbabietola e colorante per stagni a base alimentare, atossico e biodegradabile.

Butchered è una cruda visualizzazione delle ferite inflitte all’umanità e alla Terra dall’industria dei combustibili fossili, evocativa del nostro dolore collettivo per ciò che è andato perduto, ma rappresenta anche un grido di riparazione. Arriva dopo un anno in cui diverse ondate di calore mortali hanno colpito l’Europa meridionale, Italia inclusa, alimentando enormi incendi in Spagna, mentre nel Regno Unito la siccità minaccia i raccolti degli agricoltori e la Cina l’India settentrionale sono state flagellate da gravi inondazioni. Commentando l’opera, Kapoor ha dichiarato: “L’anidride carbonica rilasciata dalla combustione delle fonti fossili è invisibile, ma la devastazione che provoca sul nostro mondo è sotto i nostri occhi. Ciò che invece rimane ancora nascosto sono le responsabilità dei giganti del petrolio come Shell nel causare questa distruzione e nel trarre profitto dalle sofferenze delle persone. Volevo creare qualcosa di visivo, fisico e viscerale che riflettesse la carneficina inflitta al nostro pianeta: un urlo visibile che desse voce al costo disastroso della crisi climatica, spesso a carico delle comunità più emarginate del mondo”.

Shell ha realizzato profitti per 54 miliardi di sterline dopo l’invasione dell’Ucraina, ma nello stesso periodo ha pagato appena 1,2 miliardi di sterline di tasse nel Regno Unito. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, le emissioni attribuibili a Shell in tre decenni hanno già causato danni climatici per 1,42 trilioni di dollari in tutto il mondo. E nonostante i chiari avvertimenti di scienziati ed esperti di energia, il gigante fossile sta ancora pianificando una significativa espansione delle sue attività, con 700 nuovi progetti petroliferi e del gas già in cantiere.

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Il Fatto Quotidiano

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