Svelato il vero volto di Giulio Cesare. Ci pensa l'intelligenza artificiale

  • Postato il 1 dicembre 2025
  • Cultura
  • Di Agi.it
  • 1 Visualizzazioni
Svelato il vero volto di Giulio Cesare. Ci pensa l'intelligenza artificiale

AGI - Dopo aver raccontato la vita di Roma al tempo di Nerone, descrivendo in tre libri in maniera accurata e appassionata l’incendio del 64 d.C. che ha distrutto la città, dopo tre anni di attesa, Alberto Angela torna in libreria con un’altra opera, stavolta in un unico volume, dedicata agli uomini che hanno fatto la storia della Città eterna: ‘Cesare. La conquista dell’eternità’ (Mondadori editore, pagg. 616 - 24 euro). Non è una biografia, ma il racconto di un’impresa di cui tutti hanno sentito parlare e studiato in parte (e tradotto a scuola in numerose versioni di latino), quella che lo stesso Cesare ha narrato nel ‘De Bello Gallico’. Angela compie un viaggio immersivo in quell’opera letteraria di altissimo pregio.

E lo fa alla sua maniera, portando il lettore dentro Roma, raccontando la vita quotidiana degli abitanti della Città eterna del I secolo avanti Cristo. Con uno stile elegante e coinvolgente che riporta in qualche modo alle opere di Gregorovius, Alberto Angela ricostruisce il mondo di Cesare con lo sguardo del divulgatore e la cura dello storico, restituendo la ricchezza di un’epoca che ha gettato le basi della civiltà europea. Nel libro si alternano archeologiaantropologia, storia e geografia, con l’obiettivo di far ‘rivivere’ l’antichità e di far capire ai lettori quanto l’impresa raccontata nel ‘De Bello Gallico’ abbia determinato la storia dell’Occidente e le sue ripercussioni arrivano fino ai giorni nostri.

Cesare: eroe epico, condottiero e uomo

Il ‘De Bello Gallico’, spiega l’autore, “è un viaggio irripetibile nell’antichità. È la sceneggiatura ideale di una grande serie: battaglie epiche, tradimenti, passioni, guerre e amori. È il racconto del momento in cui Cesare conquista la Gallia e, simbolicamente, l’eternità”. In Cesare ritroviamo l’eroe epico e umano, razionale come Ulisse, ma anche pronto a cadere e rialzarsi. Un condottiero e un uomo che affronta le sue guerre pubbliche e private, che ama, soffre, tradisce, spera. ‘Cesare. La conquista dell’eternità’ non è solo un’opera storica (documentata in maniera maniacale e basata su ricerche approfondite): è una riflessione sull’attualità, “un grande racconto d'avventura, un viaggio che regala scoperte di archeologia e antropologia, curiosità geografiche e riflessioni sul mondo romano”. Ricordare la guerra per comprendere il valore della pace, osservare la nascita dell’Europa per capire le sue radici, guardare al passato per interpretare il nostro futuro. Immaginate di partire con Giulio Cesare e le sue legioni per un’impresa che nella mente del condottiero deve ricalcare le gesta del suo idolo, Alessandro Magno: la conquista della Gallia.

La campagna di Gallia: dal 58 a.C. al Rubicone

È il 58 a.C. e quella terra misteriosa, abitata da popolazioni bellicose che avevano già sconfitto i Romani, era stata assegnata a Cesare da amministrare per conto di Roma. È proconsole di tre regioni le cui popolazioni di recente hanno giurato fedeltà a Roma ma sono giovani e irrequiete. Cesare sogna di conquistarle militarmente e allargare di fatto il dominio di Roma. Può farlo solo se c’è un ‘casus belli’. E questo arriva puntuale nel marzo del 58 a.C., oppure, usando il calendario dei Romani dell’epoca di Cesare, il primo mese del 695 ‘ab urbe condita’, dalla fondazione della città (753 a.C.). Iniziano nove anni destinati a cambiare il mondo e a segnare la fine della Roma repubblicana. Accade nell’ultima pagina del libro, quando alla fine della campagna di Gallia, Cesare dopo aver tentato di trovare un accordo col Senato e col suo grande avversario Pompeo, decide di compiere il passo che darà il via alla guerra civile (raccontata nel ‘De bello civili’), il passaggio del fiume Rubicone con l’esercito, atto che significa dichiarazione di guerra contro Roma.

Angela descrive la campagna di Gallia di Cesare le cui legioni affrontano marce nella neve, battaglie sanguinose, devono costruire ponti, creare flotte, attraversare foreste che si credono stregate e santuari popolati da scheletri decapitati. Le pagine si susseguono con il ritmo e le atmosfere dei grandi kolossal: luoghi che sembrano usciti dai grandi film d’avventura anche se qui, sottolinea Angela, “è tutto vero”.

L'intelligenza artificiale al servizio della Storia

Alberto Angela, storico e divulgatore, è sempre proiettato in avanti. E anche in occasione di questo libro fa un regalo ai lettori utilizzando l’intelligenza artificiale (IA) per fare un salto nel tempo e nella Storia. In un video scaricabile inquadrando un QR Code e nelle immagini inserite all’interno del volume si vedono ricostruiti i volti, le scene di battaglia e momenti di vita quotidiana realizzate grazie all’IA, guidata da un’approfondita ricerca storico-scientifica. Su tutte, ovviamente, è interessante la ricostruzione del volto di Giulio Cesare quarantenne (l’età che aveva quando conquistò la Gallia).

Qui i prompt che danno le istruzioni all’intelligenza artificiale sono di natura letteraria – Svetonio, unico a dire che aveva “occhi neri e vivaci”, e Plutarco – e di natura artistica, ossia basati sui busti di marmo e i ritratti delle monete che mostrano un Giulio Cesare con la mandibola squadrata e sporgente, la fronte alta e spaziosa con rughe marcate. Ha le guance scavate e gli zigomi sporgenti e su ambo i lati del viso una profonda ruga si stacca dalla narice e scende fino di fianco alla bocca. Il naso è importante e leggermente arcuato, aquilino, mentre le labbra sono sottili e strette. Infine il pomo d’Adamo è pronunciato e le orecchie sono piccole e non staccate dalla testa.

Inoltre Cesare è stempiato. A quarant’anni ha un’incipiente calvizie che cerca di mascherare pettinando i capelli verso la fronte. Come raccontano gli storici, Cesare aveva grande cura del corpo per cui era sempre ben rasato (e spesso si depilava). Inoltre, come scrive Svetonio, era alto per quel periodo, ossia almeno 170-175 centimetri, circa 10 al di sopra della media. Quello che realizza l’intelligenza artificiale, mettendo insieme queste e tante altre indicazioni storiche o storiografiche, è l’immagine più realistica e probabile mai ottenuta di Giulio Cesare. Un primo passo, spiega ancora Alberto Angela.

“Abbiamo adottato un approccio innovativo. L’intelligenza artificiale, guidata da un’indagine storica, ha trasformato le parole in immagini, permettendo di rivedere, quasi fossero scatti di un fotoreporter, pezzi di vita andati perduti. Continuiamo sulla strada che utilizza la tecnologia per aiutare la divulgazione, restando fedeli al principio che bisogna usare lo spettacolo per fare scienza e non viceversa”, aggiunge.

 

Continua a leggere...

Autore
Agi.it

Potrebbero anche piacerti