Sulle orme di Pier Paolo Pasolini a Roma

Nella notte del 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini venne assassinato sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia: un evento che segnerà indelebilmente uno spaccato di storia italiana e una vicenda giudiziaria che ancora oggi solleva dubbi e domande. Da quella tragica notte sono trascorsi 50 anni e Roma ha deciso di omaggiare – nell’anno del Giubileo – il regista e scrittore con la rassegna PPP VISIONARIO, promossa da Roma Capitale e con appuntamenti fino a dicembre.

Due mesi ricchi di programmazione – tra spettacolo, cultura e sport – con tanti ospiti per onorare la memoria, l’eredità e la visione profetica di uno dei massimi intellettuali del Novecento. Una manifestazione diffusa che – da Tor Bella Monaca a Garbatella – ci riporta anche nei luoghi romani di Pasolini: angoli vissuti, ma anche ispiratori della visione artistica dello scrittore – tra cinema e letteratura – che val la pena esplorare e visitare, se volete ulteriormente avvicinarvi alla poetica di Pasolini.

Quello che vi proponiamo è dunque un itinerario tra i luoghi del regista della Capitale: troverete qui i simboli che caratterizzano la vita e l’opera di Pier Paolo Pasolini a Roma, ma anche targhe e luoghi di ispirazione per quella che fu la sua ricerca artistica.

Ostia, il Parco Pier Paolo Pasolini

Il nostro itinerario parte da Ostia, tristemente noto come luogo della morte di Pier Paolo Pasolini. Il corpo del regista fu infatti trovato la mattina del 2 novembre sulla spiaggia dell’Idroscalo ed è proprio in quell’area che tuttora viene intensamente e maggiormente ricordato.

Oggi quegli spazi – per lungo tempo abbandonati – sono diventati il Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia e – al suo interno – dal 2005, il Comune di Roma ha dato vita ad un giardino letterario dedicato proprio allo scrittore. Il Parco Pier Paolo Pasolini – in cui potrete passeggiare tranquillamente – vanta una stele a memoria proprio della scomparsa del regista, ma ci sono anche citazioni e percorsi bibliografici.

La scultura di Mario Rosati

La scultura – che giace proprio laddove venne ritrovato il corpo – porta la firma di Mario Rosati e riproduce, in forma stilizzata, una colonna spezzata (che rappresenta la morte violenta), due gabbiani in volo e la luna: tutti chiari riferimenti alla notte del 2 novembre 1975 in cui Pasolini morì. Nel 2005, l’area è stata ripulita e munita di una zona verde recintata. Per l’occasione, è arrivata anche una nuova versione della stele di Rosati.

Sono stati aggiunti inoltre due percorsi: se decidete di intraprenderli, incontrerete citazioni dai libri dello scrittore, titoli delle sue opere più importanti e qualche nozione. Se c’è un luogo che oggi, a Roma, parla di Pasolini e omaggia il regista è proprio questo lembo di litorale romano, che continua a mantenerne viva la memoria.

Ostia, Piazza Anco Marzio

Prima di allontanarvi da Ostia, fate un salto in Piazza Anco Marzio (dal Parco sono circa 40 minuti a piedi, oppure potete prendere uno dei bus che attraversano il Lido di Ostia per massimizzare i tempi e gli spostamenti). Qui troverete, proprio al centro di una aiuola, l’opera Interferenza n. 7 dello scultore Pietro Consagra. Inaugurata nel 1993, la scultura è stata realizzata in occasione del diciottesimo anniversario della scomparsa di Pier Paolo Pasolini ed è in travertino rosato e sbozzato proveniente da Pietrasanta.

Il luogo nello specifico non ha molto a che vedere con Pasolini (siamo pur sempre a Ostia, ad ogni modo), ma è stato selezionato perché permette all’osservatore vari orientamenti prospettici e giochi di luce.

Rebibbia, l’incontro tra Roma e Pasolini

Spostiamoci ora a Rebibbia, quartiere romano che ha abbracciato la vita di Pasolini più che la sua morte. Dal 1951 al 1953 lo scrittore visse infatti in un appartamento al primo piano di una palazzina in via Giovanni Tagliere. Viveva con la madre Susanna Colussi e insegnava presso una scuola media di Ciampino (proprio per questo riuscì ad affittare la casa ed evitare alla madre di lavorare).

Risalgono a questo periodo le prime opere romane: dalle poesie che verranno raccolte in Roma 1950 – Diario al racconto Il Ferrobedò (poi contenuto in Ragazzi di Vita), fino al poemetto L’Appennino. Per la precisione, la targa si trova in Piazza Lino Ferriani ed è stata lì posta nel 1998, con un’iscrizione che contiene i versi dell’autore tratti dal poema Il pianto della scavatrice (Ah, giorni di Rebibbia / che io credevo persi in una luce / di necessità, e che ora so così liberi), apparso nel 1957 su Il Contemporaneo. Sono versi che mostrano attraverso le parole la rinascita romana di Pasolini, fuggito dal Friuli e con poche possibilità economiche dopo l’accusa per atti osceni.

Monteverde: la prima targa e le prime ispirazioni

Spostiamoci ora a Monteverde, dove troverete una targa sull’edificio della sede del Gruppo Polizia locale Municipio Roma XII (già XVI). Il progetto è di Enzo De Camillis, mentre l’opera è stata scolpita da Alessandro Ferretti e Adriano De Angelis. La targa – in travertino – fa sfoggio del profilo di Pier Paolo Pasolini con varie iscrizioni in bronzo: inaugurata il 15 ottobre 2005, il suo obiettivo è proprio quello di ricordare la quotidianità di Pasolini a Monteverde.

Dopo aver vissuto a Rebibbia, il poeta si trasferì infatti in via Fonteiana dal 1954 al 1959, per poi spostarsi – come vedremo dopo – in via Carini: Monteverde, per questi e altri motivi, è una zona romana molto cara al regista e scrittore. Basti sottolineare che la targa in questione si trova praticamente all’angolo con via Donna Olimpia, una via fondamentale per quelle che sono state le ispirazioni e le scene di Ragazzi di vita, pubblicato dall’editore Garzanti nel 1955.

Ancora Monteverde: via Giacinto Carini

Restiamo in zona Monteverde, che – come abbiamo sottolineato – è un luogo della Capitale molto caro al regista. Da Via Fonteiana a Via Giacinto Carini, nostra prossima tappa, sono del resto poco più di dieci minuti a piedi. Pasolini visse in Via Giacinto Carini 45 tra il 1959 e il 1963. Sono anni in cui il poeta lavorò come sceneggiatore e – forte di maggiori introiti – poté trasferirsi in una zona più centrale del quartiere (da via Fonteiana), la stessa in cui viveva tra l’altro Bernardo Bertolucci.

Nello stesso palazzo, abitava infatti il poeta Attilio Bertolucci – padre di Bernardo – con cui Pasolini aveva un forte rapporto intellettuale. Quel periodo intenso è oggi ricordato da una targa che si trova proprio in via Giacinto Carini 45, lì posizionata nel 1999. La trovate sopra il portone di una palazzina e recitano versi tratti dal poemetto Récit. La lapide porta la firma del famoso scenografo Dante Ferretti.

La vita di Pier Paolo Pasolini all’EUR

Spostiamoci ora all’EUR – per la precisione in via Eufrate n. 9 – dove si trova l’ultima abitazione di Pier Paolo Pasolini. In realtà, il palazzo in cui visse il poeta lo trovate proprio di fronte alla targa presso cui vi stiamo portando: qui Pasolini abitò dal 1963 al 1975, anno della sua morte.

L’EUR è un quartiere che il poeta sentirà molto e da cui trarrà molte ispirazioni: un esempio di questo legame lo troviamo nella poesia La ricerca di una casa, contenuta nella raccolta Poesie in forma di rosa. Arrivati in via Eufrate, per trovare la targa dovrete cercare tra i sanpietrini. Di forma rettangolare, riporta la scritta Qui abitò con la amata madre / Pier Paolo Pasolini / Roma, 15 settembre 2022 / Municipio Roma IX. Come indica la targa stessa, questa è stata posizionata qui nel 2022 in occasione del Centenario della nascita di Pasolini (1922-2022) e nell’ambito della rassegna 9 da leggere, Prima Edizione del Festival della Lettura e della Letteratura del Municipio Roma IX.

Autore
SiViaggia.it

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