Rabat, la Capitale sottovalutata del Marocco tra arte, oceano e vita vera
- Postato il 3 novembre 2025
- Idee Di Viaggio
- Di SiViaggia.it
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Rabat finisce spesso in fondo alla lista dei desideri, messa in ombra dalle ben più famose Marrakech, Fès e Casablanca. Chi la guarda da lontano la immagina grigia, politica e noiosa. Invece la realtà è abbastanza diversa (e per fortuna!). La città è equilibrata, seria senza essere rigida e accogliente senza trasformarsi in un luna park per turisti. Ha il passo calmo delle Capitali che non devono dimostrare nulla, l’aria fresca dell’Atlantico che addolcisce il clima e un ritmo quotidiano che sembra più europeo che nordafricano.
Questa sobrietà la fa passare inosservata, ma è proprio lì che sta il valore: Rabat incanta senza effetti speciali e resta impressa proprio per la sua normalità ben fatta. Chi arriva con poche aspettative se ne va convinto di aver scoperto una località vera, spesso ignorata da chi segue solo le mete famose.
Cosa vedere a Rabat
La forza della Capitale del Marocco è la somma: storia stratificata, architettura coloniale in ottimo stato, musei curati, quartieri pianificati con criterio e oceano a un passo. Qualsiasi zona mostra un volto diverso e insieme costruiscono una città più complessa di quanto suggerisca la sua fama tiepida.
Kasbah degli Oudaïa
Edificata nell’XII secolo per proteggere l’estuario del Bou Regreg, la Kasbah degli Oudaïa è un labirinto di vicoli bianchi e blu che scendono verso l’oceano. Le sue porte in stile almohade, con archi a ferro di cavallo e decorazioni scolpite nella pietra, mostrano la precisione architettonica del periodo. Dal belvedere si vede l’Atlantico e la città nuova sullo sfondo. All’interno, il Jardin des Oudaïa aggiunge un tocco geometrico, poetico e silenzioso.
Torre di Hassan e Mausoleo di Mohammed V
Nata come parte di una moschea gigantesca del XII secolo, la Torre di Hassan doveva essere uno dei minareti più alti del mondo islamico. È rimasta incompiuta, ma la sua imponenza è senza dubbio intatta. Accanto, il Mausoleo di Mohammed V, inaugurato nel 1971, unisce marmo bianco, mosaici zelij e legno di cedro scolpito. Le guardie reali sorvegliano l’ingresso in uniforme cerimoniale, ma senza teatralità.
Necropoli di Chellah
Un luogo che sembra sospeso è Chellah, prima colonia romana e poi necropoli merinide nel XIV secolo. Le rovine sono invase da cicogne e da erba alta, e questo equilibrio tra storia e natura è ciò che lo rende speciale. Le colonne romane, le mura merinidi e le vasche delle antiche terme convivono nello stesso spazio, quasi come a sembrare una rovina viva.
Medina di Rabat
La Medina di Rabat risale al XII secolo ed è più raccolta rispetto a quelle di Fès o Marrakech. Le strade sono più larghe, segno del riordino francese durante il Protettorato, e la pulizia è sorprendente. Porte in legno di cedro, finestre in ferro battuto e colori tenui fanno comprendere che è una medina che non cerca l’effetto scenico, e proprio per questo convince.
Ville Nouvelle
Costruita dai francesi nei primi decenni del Novecento, Ville Nouvelle è la parte pianificata della città. Boulevard ampi, facciate art déco, caffè storici, ministeri e giardini con palme alte e ficus secolari rendono ogni passo un momento impossibile da dimenticare.
Jardin d’Essais Botaniques
Un parco disegnato nel periodo del Protettorato francese, concepito come laboratorio botanico e giardino ornamentale, è il Jardin d’Essais Botaniques. Qui tutto è caratterizzato da ampie prospettive, palme, piante tropicali e una calma che sembra fuori dal tempo.
Cattedrale di San Pietro
La Cattedrale di San Pietro è stata edificata nel 1930 in pieno stile art déco, con facciata bianca e torri gemelle che si vedono da lontano. L’interno è essenziale, luminoso, più razionale che religioso.
Cosa fare a Rabat
Dalle premesse fatte, appare piuttosto evidente che Rabat non cerca applausi. Le attività migliori, infatti, nascono dall’osservare, respirare l’aria dell’Atlantico, camminare tra vicoli, piazze e quartieri e comprendere il ritmo della città. Tra le esperienze da non perdere ci sono:
- Scoprire mercati e suq della medina: tra spezie, tessuti, ceramiche e cuoio, osservare i dettagli, le incisioni sui legni e sui metalli dà più informazioni sulla città di quanto farebbe una qualsiasi guida cartacea.
- Provare la cucina locale: ristoranti familiari e taverne senza fronzoli servono piatti tradizionali, dai tajine di agnello o pesce al couscous e alla harira.
- Visitare i musei: ce ne sono sia di grandi e moderni che di più piccoli e specifici.
- Osservare il tramonto sull’Atlantico: le spiagge di Oudayas e il lungomare offrono uno spettacolo semplice ma potente. Le onde, il vento e le barche dei pescatori creano un’atmosfera reale, senza artifici.
- Escursione a Salé: in pochi minuti di traghetto si attraversa il Bou Regreg e si arriva presso una medina più vissuta, meno turistica, e in cui i vicoli narrano storie di corsari e commercianti. La differenza tra le due città è evidente, perché Salé mostra la vita popolare in modo diretto, Rabat un’incredibile calma ordinata (soprattutto se paragonata ad altre città marocchine).
- Vita notturna: la sera Ville Nouvelle e Avenue Mohammed V si animano di famiglie e giovani. Piccoli ristoranti, pasticcerie storiche, caffè e locali consento di osservare la Capitale in movimento, ma rigorosamente senza fretta (come fanno i suoi abitanti).
Come arrivare
Dall’Italia arrivare a Rabat è semplice, anche se non ci sono voli da ovunque. Le compagnie low cost e quelle tradizionali collegano Milano, Roma e qualche altra città dello Stivale con l’aeroporto Rabat-Salé, alcune volte con uno scalo a Casablanca o a Marrakech. Dall’aeroporto al centro città bastano venti-trenta minuti in taxi o navetta: le strade sono larghe e ordinate, il traffico tendenzialmente gestibile, e il primo contatto con il vento dell’Atlantico rende subito chiaro che si è arrivati in una Capitale diversa dal solito Marocco turistico.

Chi si trova già in questo sorprendente Paese può scegliere tra treno, auto o bus. La stazione di Rabat Ville è collegata a Casablanca, Fès, Marrakech e Tangeri con treni moderni e puntuali. I convogli regionali lungo la costa permettono di muoversi tra Rabat e Salé in pochi minuti. In auto, le autostrade principali sono ben tenute e segnate; parcheggiare in centro non è quasi mai un grande problema, e le vie ampie rendono gli spostamenti piuttosto semplici.
In generale, raggiungere Rabat significa entrare in una città senza troppo stress: poco caos da grande Capitale e nemmeno accoglienza con eccessivo traffico caotico. Si arriva, si respira l’aria salata dell’oceano e si capisce subito che qui la città vive a un ritmo suo, preciso e misurato.