Sul caso Toti, Nordio perfetto: è più facile capire Hegel che il Riesame

  • Postato il 19 luglio 2024
  • Di Il Foglio
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Sul caso Toti, Nordio perfetto: è più facile capire Hegel che il Riesame

Al direttore - E’ facile immaginare che Elon Musk, nel tentativo di convincere Trump a scegliere J. D. Vance come suo vice, gli avrà detto qualcosa del tipo “prendi lui e io ti darò 45 milioni di dollari al mese per la tua campagna elettorale”. Promessa subito mantenuta. Beh, se l’avesse fatto in Italia, Musk probabilmente sarebbe già dietro le sbarre (o ai domiciliari). Dopo essere stato intercettato per un paio d’anni, naturalmente.
Luca Rocca

Sul caso italiano cui fa riferimento, perfetto Nordio: “Sono riuscito a capire Hegel, ma non l’ordinanza del Riesame che ha respinto la richiesta di revoca dei domiciliari per Toti”. Suggerisco l’editoriale a pagina tre.


Al direttore - A proposito di emergenza sovraffollamento nelle carceri: costruirne di nuove, no? Grazie.
Nicola Di Sanzo

A proposito di emergenza sovraffollamento nelle carceri: mettere fuori dalle carceri, agli arresti domiciliari, per esempio, tutti coloro che non sono in carcere a seguito di una condanna definitiva? 

Al direttore - “Dinanzi ad accuse così gravi, un presidente arrestato da due mesi e a misure cautelari confermate poco tempo fa come i domiciliari, Toti si sarebbe già dovuto dimettere” sono parole espresse ieri da Elly Schlein. Al di là del caso specifico, ciò che sconcerta è che il segretario del Partito democratico consideri vera, esaustiva, e sufficiente, la richiesta dei pm e del gip. E chi se ne frega della difesa, del processo, e dei tre gradi di giudizio. La posizione del Pd è: se il pm ti accusa, allora sei colpevole. E quanto più gravi sono le accuse, tanto più grave è la colpa dell’indagato. Che deve scontarla, immediatamente. Penalmente e umanamente. E se poi il tribunale decide di concedere gli arresti preventivi (anche a scopo ricattatorio secondo il rito ambrosiano), vuol dire che l’hai fatta proprio grossa, e devi smettere persino di lavorare. Tutto questo senza considerare che, nel caso specifico, l’accusa e l’arresto preventivo, si stanno trasformando in una sovversione della sovranità popolare. Quando Schlein dice che “il futuro va rimesso nelle mani dei liguri” dimentica che i liguri hanno già scelto. E nessun potere dello stato dovrebbe esondare sull’altro, prima di una sentenza definitiva. Se un giorno Toti, o qualunque altro eletto, dovesse essere dichiarato innocente, il segretario del Partito democratico si chiede cosa vorrebbe significare aver boicottato la democrazia? E se accadesse, come già troppe volte è accaduto, a un esponente del Pd? E, ancora più grave, se accadesse, come quotidianamente accade, a un cittadino qualunque? Si rende conto il Partito democratico che per la campagna elettorale di Andrea Orlando, ex ministro della giustizia, sta facendo strali della giustizia e dello stato di diritto? Poi al prossimo anniversario di Enzo Tortora faranno tweet e porteranno fiori sulla tomba. A che serve rievocare il caso di un innocente condannato preventivamente, se si reitera, e cavalca, quella condotta giustizialista?
Annarita Digiorgio
 

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Autore
Il Foglio

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