Stromboli vuole la secessione: raccolta firme per staccarsi da Lipari e diventare il quinto comune delle Eolie
- Postato il 27 ottobre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Lipari potrebbe perdere – amministrativamente s’intende – un’altra isola. Da Stromboli, infatti, è partita la protesta contro l’assenza di attenzione da parte del comune. Una raccolta firme per separarsi amministrativamente dall’isola madre. Da tempo, ormai, gli strombolani lamentano la lentezza degli interventi. Soprattutto dall’incendio causato dalla produzione della fiction andata in onda sulla Rai, che ha fatto perdere la gran parte della vegetazione e che ha causato un vero e proprio dissesto idrogeologico successivo. Adesso, però, sono passati ai fatti: la costituzione di un comitato per la separazione da Lipari. Sarà questo collegio ad avviare la raccolta firme che poi porterà al referendum. Basta un terzo degli aventi diritto al voto.
A Stromboli risultano 600 residenti, di cui 530 aventi diritto. Solo nel comitato promotore sono già 200. Saranno loro a stilare una relazione in cui spiegheranno le ragioni e porteranno le evidenze che l’isola economicamente può essere stabile. Se poi passasse il referendum, Stromboli sarebbe il quinto comune delle Eolie. In tutti l’arcipelago è formato da sette isole: Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Panarea, Alicudi e Filicudi. L’unica al momento ad essere separata dall’isola madre, che è la più grande e la più urbana, è Salina. Ma Salina è separata anche al suo interno, non già in frazioni, ma addirittura in tre comuni diversi: Leni, Malfa e Santa Marina.
L’attuale sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, eletto nel 2022, era stato già sindaco sia a Leni (due volte dal 2009 al 2019) che a Santa Marina (tre volte dal 1988 al 2002). Tanto che la sua elezioni al comune dell’isola “rivale” sembrava un segnale di riunificazione delle Eolie. Rischia invece una maggiore frammentazione amministrativa: “I numeri che abbiamo adesso fanno ben sperare”, dice Giuseppe Fulco, ingegnere che a Stromboli è proprietario di alcune abitazioni. “Abbiamo acceso un faro simbolico per richiedere attenzione sulla nostra isola”, spiega Rosa Oliva presidente della Pro Loco Amo Stromboli.
Oliva lo scorso 4 e 5 ottobre ha organizzato il convegno “Stromboli, quale futuro”. Dopo il convegno e l’azione simbolica dell’accensione del faro, ha scritto una lettera diretta al ministro della Protezione civile, Nello Musumeci: “Abbiamo bisogno di vicinanza e ascolto – ha scritto – parliamo di essenziali diritti umani. Sono stati anni duri, dall’incendio e seguente alluvione del 2022 ad oggi, le ferite sono evidenti e aiutare è un dovere visto che Stromboli è patrimonio dell’Unesco”. Una lettera inviata al ministro prima degli Stati gli generali sulle isole minori che si sono tenuti a Lipari il 10 e 12 ottobre.
Adesso però la protesta è passato alla decisa volontà di separarsi da Lipari: “In quell’occasione è emerso coma fattore di forte preoccupazione quello dello spopolamento delle isole minori marine – ricorda Fulco -. Ebbene Stromboli anche da questo punto di vista è in controtendenza: quest’anno abbiamo 94 bambini iscritti alla scuola materna elementare e media. Questo è un motivo in più per avviare un percorso virtuoso che potrebbe vedere Stromboli come modello pilota per l’autonomia, che assegni ad ogni piccola isola marina le giuste attenzioni per creare comunità inclusive, dove una vita il più possibile normale sia sostenibile”. “Noi chiediamo questo – aggiunge Oliva -: nell’ambito delle norme che saranno emanate dal disegno di legge che terrà conto dei punti emersi agli Stati generali, volete adottare Stromboli come isola pilota? Siamo in crescita demografica in contro tendenza anche col dato nazionale e se c’è la volontà possiamo dimostrare che l’emigrazione non è l’unica soluzione”.
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