Strisce bianche sui polli: il caso del white striping approda in Parlamento

  • Postato il 20 novembre 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il caso white striping arriva in Parlamento e deputati e senatori chiedono risposte sulla realtà della produzione di carne di pollo in Italia. Si tratta di una patologia muscolare legata alla rapida crescita dei polli e che si presenta sotto forma di strisce bianche, costituite da grasso e tessuto cicatriziale. Dopo la pubblicazione dei risultati dell’indagine condotta da Essere Animali su 619 confezioni a marchio Conad, Coop ed Esselunga e acquistate in 48 supermercati italiani sono state presentate due interrogazioni parlamentari al Senato e alla Camera dei Deputati, dirette al ministero della Salute e al ministero dell’Agricoltura, a firma dei deputati del Partito democratico, Eleonora Evi, Ilenia Malavasi e Gian Antonio Girelli e della senatrice Dolores Bevilacqua del Movimento 5 Stelle. Al centro delle interrogazioni il sistema di allevamento, che solleva preoccupazioni riguardanti la salute pubblica, la qualità della carne venduta nei supermercati e il benessere degli animali allevati.

L’inchiesta di Essere Animali e la risposta di Coop

Durante le sue osservazioni, Essere Animali aveva riscontrati segni evidenti di white striping sul 90 per cento dei polli presi in esame. L’indagine faceva seguito a quella condotta, tra dicembre 2023 e gennaio 2024, su su oltre 600 campioni di petto di pollo da allevamento convenzionale a marchio Lidl venduti nei punti vendita di 11 città italiane, da Bari a Torino. Secondo Coop, il white striping non comporta “rischi di sicurezza del prodotto, come dimostrato da autorevoli studi scientifici”. E, relativamente al caso segnalato, l’aziende ha dichiarato a ilfattoquotidiano.it che “i controlli sistematici, effettuati con metodologie che prevedono l’apertura delle confezioni e la verifica di tutti i tagli presenti all’interno, non confermano le percentuali riportate”. Secondo quanto riferito da Coop, nel 2024 (ultimo dato annuale), sono state analizzate da personale esperto oltre 1500 confezioni rilevando la presenza del fenomeno ad una percentuale inferiore al 5%.

Pd e M5S chiedono di sottoscrivere l’Ecc

Nel documento presentato dalla senatrice Bevilacqua sull’inchiesta e sulla presenza di white striping, si ribadisce che, per ridurre drasticamente le criticità legate alla miopatia che colpisce i petti di pollo “a causa della selezione genetica estrema dei polli a crescita rapida” e che “intacca la qualità della carne”, è necessario adottare anche in Italia standard migliori per i polli da carne (Ecc, ovvero l’European chicken commitment). “Ho presentato un’interrogazione con la quale chiedo al Governo di intervenire con decisione – ha dichiarato – sostenendo una transizione verso filiere più responsabili e trasparenti”. Il testo presentato dai deputati del Partito democratico ricorda come “in Europa più di 380 aziende hanno sottoscritto l’Ecc, mentre solo un numero ridotto di gruppi italiani che vi hanno aderito”. E lo conferma Simone Montuschi, presidente di Essere Animali: “Purtroppo, ancora oggi, aziende come Coop non hanno preso impegni sufficienti per garantire quelle minime condizioni di benessere che consentirebbero di affrontare il fenomeno del white striping”. Il fenomeno, infatti, è direttamente connesso alla genetica spinta con la quale sono stati “prodotti” i cosiddetti polli broiler, le razze a crescita rapida che rappresentano oltre il 95% dei polli negli allevamenti intensivi.

Più consapevolezza nei cittadini europei

Questa selezione comporta per i polli enormi sofferenze, una crescita spropositata che si ripercuote su articolazioni e organi interni, mentre la carne viene colpita a livello qualitativo proprio dall’aumento della presenza di grassi. In Italia sono oltre 550 milioni i polli macellati ogni anno. Scondo i dati dell’ultimo Eurobarometro 2025, promosso dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) in Unione Europea, circa 7 cittadini su 10 dichiarano di essere interessati alla sicurezza alimentare. Per quanto riguarda la carne, è aumentata la consapevolezza riguardo alle malattie animali (il 65% degli europei), mentre il 36% dei consumatori si dice preoccupato per la presenza di residui di antibiotici, ormoni e steroidi. Gli italiani sono i più attenti alla sicurezza del cibo, ma allo stesso tempo i meno informati rispetto alla media europea.

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Il Fatto Quotidiano

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