Strada degli Scrittori, un itinerario nella Sicilia che ha dato vita a romanzi immortali

Sulla SS 640 non scorrono solo macchine, ma storie: romanzi, personaggi, misteri e visioni che hanno fatto della Sicilia una patria letteraria senza confini ed è proprio qui che nasce la Strada degli Scrittori. Siamo in Sicilia e il collegamento tra Caltanisetta e Porto Empedocle ora è da percorrere per scoprire la storia letteraria della regione.

Dove si trova la Strada degli Scrittori

La SS 640 si trova in Sicilia ed è stata rinominata la Strada degli Scrittori perché lungo alcune tappe sono nati o hanno vissuto grandi scrittori italiani. Il tragitto collega Caltanissetta a Porto Empedocle passando per Agrigento.

La nascita dell’itinerario arriva dopo anni di cura da parte dell’associazione che investe in percorsi didattici, master di scrittura e iniziative culturali in collaborazione con fondazioni e istituzioni nazionali. Non sorprende, infatti, che da qui sia transitata l’idea di un turismo consapevole, che non si limita alla foto ricordo ma sceglie di leggere, ascoltare, assaggiare. Una strada fatta di parole, di storie e di personaggi che hanno trasformato questo angolo di Sicilia in un universo narrativo riconoscibile in tutto il mondo.

Il 2025 consacrerà Agrigento Capitale Italiana della Cultura, condizione che punta di nuovo i riflettori su questo percorso. Ecco allora un viaggio in cinque tappe, cinque soste narrative, cinque stanze di un romanzo lungo 60 chilometri.

Caltanissetta e Rosso di San Secondo

La partenza avviene da Caltanissetta, città che conserva ancora l’eco teatrale di Pier Maria Rosso di San Secondo. Il teatro che porta il suo nome non appare come un monumento distante, ma come un sipario che si apre ogni giorno sulla città. Le sue opere, spesso visionarie e tragiche, hanno influenzato anche Luigi Pirandello, creando un ponte letterario che oggi viene raccontato con visite guidate, incontri e rassegne. Percorrendo le sale e gli archivi, si avverte quella tensione tra ironia e destino che ha reso celebre il suo linguaggio.

Racalmuto e Sciascia

Proseguendo verso sud, l’itinerario si ferma a Racalmuto, città natale di Leonardo Sciascia. Le sue pagine (da Il giorno della civetta a A ciascuno il suo) continuano a risuonare tra le piazze, i vicoli, le scuole intitolate allo scrittore. Nella fondazione a lui dedicata si custodisce una memoria che non si limita ai libri ma alla necessità civile di capire, analizzare, denunciare. Racalmuto non sia semplicemente la città di Sciascia, ma quella che Sciascia ha insegnato a guardare.

Favara e Russello

La terza tappa conduce a Favara, dove nacque Antonio Russello, autore meno celebrato ma decisamente iconico per chi ama la narrativa che affonda le mani nel mito e nella tradizione. La luna si mangia i morti rimane l’opera più evocativa e visionaria dell’autore, scoperto e apprezzato da Elio Vittorini.

Oggi Favara dialoga con l’arte contemporanea, grazie allo sviluppo di spazi creativi e museali che attirano un pubblico giovane e internazionale. Eppure, nella dimensione urbana che si rinnova, continua a sopravvivere l’immaginario rurale e notturno raccontato da Russello: silenzi, cortili, usanze antiche e leggende che avvolgono la città come la sua luna letteraria.

Porto Empedocle e Camilleri

Qualche chilometro ancora e si entra a Porto Empedocle, dove il profumo salmastro convive con quello delle pagine consumate di Andrea Camilleri. Il mare è dialogo costante con la vita quotidiana e con la scrittura. Il personaggio di Montalbano ha trasformato il territorio in un set internazionale, ma dietro la fiction si percepisce l’uomo, lo scrittore, l’intellettuale. Camminando lungo il porto, guardando le case leggere e i pescherecci, si riconosce la materia viva da cui nascono arancine, commissari, dialetti, misteri e ironia.

Vista da Porto Empedocle
iStock
Porto Empedocle, sulle tracce di Camilleri

Lampedusa e Tomasi

Nel percorso della Strada degli Scrittori trova spazio anche l’eredità di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de Il Gattopardo, il romanzo che ha trasformato un casato, un’epoca e un’intera visione politica in mito letterario. Pur vivendo gran parte della sua vita tra Palermo e Roma, lo scrittore mantenne un legame profondo con l’isola che portava nel nome, percepita come spazio originario, simbolo di nobiltà, distanza e malinconia.

Agrigento e Pirandello

L’ultima tappa, forse la più simbolica, è Agrigento dove si trova casa natale di Luigi Pirandello, oggi museo che custodisce manoscritti, fotografie, edizioni rare e oggetti personali.

Agrigento appare come un finale perfetto per questo viaggio: tra la Valle dei Templi e il Mediterraneo, l’opera pirandelliana continua a interrogare il senso del reale e dell’apparenza, tra maschere e verità, tra scena e vita.

Autore
SiViaggia.it

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