Storia della Stanza di Zurigo, emblematica ora di Zoran Mušic ora in mostra a Gorizia

  • Postato il 30 agosto 2025
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  • Di Artribune
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È la Stanza di Zurigo il cuore della mostra proposta a Gorizia per celebrare il ventennale della morte dell’artista Zoran Mušic (Boccavizza, 1909 ‒ Venezia, 2005), all’interno del programma di Nova Gorica – Gorizia Capitale Europea della Cultura: un’opera magistrale, realizzata tra la fine degli Anni ’40 e l’inizio dei ’50, per decorare il seminterrato di una villa nei dintorni della città svizzera.

La storia della Stanza di Zurigo di Zoran Mušic

Nel 1949 le sorelle di nazionalità svizzera Charlotte e Nelly Dornacher, affascinante dai decori dello studio veneziano di Zoran, chiedono all’artista di riprodurli nella cantina della loro villa a Zollikon, sulle colline di Zurigo, per trasformarla in un locale accogliente di ritrovo tra amici. Si tratta di un esempio di “opera d’arte totale”: oltre alle pitture su intonaco, tela di lino e juta, l’artista disegna i motivi decorativi ricamati sulle tende e sulla tovaglia che ornano la sala e seleziona, insieme alle padrone di casa, i mobili destinati a completare la stanza.

L’allestimento della Stanza di Zurigo nella mostra a Gorizia

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La stanza di Zurigo Courtesy Charlotte und Nelly Dornacher Stiftung, Svizzera ©Zoran Music, by SIAE 2025

Ricostruito al primo piano di Palazzo Attems Petzenstein, l’ambiente evoca i temi della produzione artistica di quegli anni: dai motivi dalmati di donne a cavallo, col parasole, agli asinelli e cavallini nel paesaggio roccioso o danzanti nel vuoto; dai traghetti affollati di cavalli o bovini alle fasce decorative a losanghe, righe, volute, tondi o scandole; dai volti incorniciati e ieratici che ricordano Campigli, al proprio autoritratto e a un ritratto allo specchio dell’amata Ida Barbarigo, anche lei pittrice e ultima erede dei Cadorin, dinastia veneziana di intagliatori e scultori, pittori e fotografi.

Il restauro della Stanza di Zurigo

Proprio l’intervento di recupero di suo fratello Paolo Cadorin – cognato di Mušic e a capo del dipartimento di restauro del Kunstmuseum di Basilea all’epoca in cui supervisionò lo stacco degli intonaci dalle pareti della casa di Zurigo e il loro trasferimento su pannelli in alluminio – ha sottratto all’abbandono la Stanza, ora ricomposta in questa mostra-omaggio al suo autore. Oltre alla stanza, l’esposizione offre anche un colpo d’occhio su oltre 100 opere divise in decenni, dagli anni ’30 al 2000, che ripercorrono il percorso artistico e la vita di Zoran Music, custodite nell’archivio dell’artista e in collezioni private.

Il commento della curatrice della mostra Daniela Ferretti

Penso che nulla sia in grado di ritrarre un artista meglio dell’insieme della sua opera ed è da questo presupposto che ho cercato di sviluppare un impianto narrativo capace di raccontare, dagli esordi fino all’ultimo segno tracciato sulla tela, il percorso di arte e di vita di un uomo puro e di genuino talento”, spiega la curatrice della mostra Daniela Ferretti. “Il punto di partenza della mostra è la ‘Stanza di Zurigo’ un vero e proprio compendio della produzione artistica di Mušic dopo l’inferno di Dachau. Alcuni frammenti delle pitture murali con cui l’artista aveva decorato il suo studio veneziano nel 1948 testimoniano la genesi di quest’opera straordinaria. Il racconto si sviluppa poi in un percorso cronologico-tematico per giungere alla chicca finale che è la rappresentazione (tutta realizzata con gli arredi originali provenienti dagli atelier di Parigi e di Venezia) dello spazio di lavoro dell’artista in cui, tra pennelli, colori, libri, mobili e tele poste sui cavalletti campeggia l’ultimo abbozzo di un quadro che Mušic ci ha lasciato prima di andarsene a 96 anni il 25 maggio 2005”.

Claudia Giraud

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Autore
Artribune

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