Musica contemporanea con strumenti medievali. Scopriamo Golem Mecanique 

  • Postato il 29 agosto 2025
  • Musica
  • Di Artribune
  • 5 Visualizzazioni

Golem Mecanique è lo pseudonimo della polistrumentista, cantante e compositrice francese Karen Jebane. Influenzata sin da giovanissima età dagli ascolti della vasta collezione di vinili del padre, muove i suoi primi passi nella musica alle scuole superiori cantando in band black metal/rock, ed avvia nel 2007 il suo progetto a nome Golem Mecanique. Utilizza la sua voce accanto a loop station, effettistica e registratori a nastro, per poi passare a uno strumento sperimentale appositamente costruito, una ghironda (cordofono di origine medievale) motorizzata in legno, che produce droni poi a lungo riverberati. Il risultato è una musica minimale, ipnotizzante, popolata da sovrapposizioni di cori e spoken word con versi poetici, difficile da riprodursi dal vivo nella stessa maniera della registrazione, e proprio per questo unica in ogni sua performance incantatoria e fuori dal tempo. Una sorta di plumbeo folk contemporaneo con raffinati droni dal richiamo gotico, influenzato principalmente da letteratura e poesia. Il suo più recente album, intitolato Siamo tutti in pericolo, è stato pubblicato nel 2025 dalla prestigiosa etichetta Ideologic Organ curata da Stephen O’Malley, fondatore del gruppo drone doom metal statunitense Sunn O ))), ospite alla prossima Biennale Musica di Venezia. Il titolo del disco riprende le parole pronunciate nella sua ultima intervista dal regista, scrittore, attore e drammaturgo Pier Paolo Pasolini, prima di essere tragicamente ritrovato morto qualche giorno dopo. Una litania popolata, nella visione dell’artista, dal corpo di Pasolini e dai fantasmi di Maria Callas e Scott Walker.  

Intervista a Golem Mecanique 

La tua definizione di arte. 
Deve essere la domanda più difficile dopo “Dio esiste?” haha! Sono una studentessa di storia dell’arte e teologia e dopo anni di studio non riesco ancora a rispondere in modo definitivo a questa domanda. L’arte deve essere salvata! L’arte è la linfa vitale di ogni cosa. L’arte è plasmare il vuoto e creare visioni uniche. Noi musicisti diamo forma al caos invisibile delle nostre menti. Scriviamo una messa. Una messa personale. Senza arte non ci sono resti, né archivi, né ricordi. Di solito dico che siamo l’archeologia di un altro. E attraverso l’arte diventiamo eterni. Qualsiasi forma d’arte potrebbe essere Dio. 

La tua definizione di musica.  
La musica è un linguaggio non verbale ma diverso. È il suono della notte, il mormorio della foresta, l’eco delle montagne oscure. La musica è un raduno, unisce sconosciuti con lo stesso filo conduttore. La musica è il nostro vestito preferito quando la pioggia non smette di cadere. La musica è un conforto, ma anche un dolore. Conosciamo questo potere. Comporre significa trasmettere un caos di emozioni a sconosciuti e lasciarli soli con esse! 

Ti definisci una “artista”?  
Sono riuscita ad ammettere di esserlo. Prima ero una pittrice, poi una musicista, sempre una poetessa e da qualche mese sono diventata anche una ceramista. L’artigianato e la composizione sono la linfa vitale del mio essere. Non riesco a trattenermi dal fare qualcosa quando la mia mente è vuota. Sono ansiosa quando non faccio nulla. Ancora più ansiosa quando faccio qualcosa!

Golem Mecanique. Foto Thomas Bel
Golem Mecanique. Foto Thomas Bel

L’opera di arte visiva che più ami. 
Posso avere un jolly? Nessuno può rispondere a questa domanda! Sono innamorata di tanti artisti: Caravaggio, Fussli, Basquiat, Van Gogh, persino gli uomini del Neolitico delle caverne di Lascaux. Se devo essere sincera, l’emozione che provo solo guardando i dipinti di Pierre Soulages è di profonda commozione e illuminazione. L‘Outrenoir è un’infinità di forme che mi ha fatto piangere. Mentre visitavo il Museo Soulages di Rodez, sono scoppiata in lacrime. Era una bellezza troppo grande per me. Una vera e propria sindrome di Stendhal. Soulages mi ha spinto in un ciclo infinito di emozioni, domande, misticismo. Ha capito questo colore come protagonista. Ha capito la luce dell’aldilà. 

La canzone che più ami. 
C’è una sfida tra Heart of Glass dei Blondie e Running Up The Hills di Kate Bush. Queste due donne mi hanno fatto entrare nel loro team di cantanti quando ero piccola. Erano libere, erano bellezze insolite, erano indipendenti e potenti! Volevo essere come loro e ora sono più una Nico che una Deborah Harry, ma va benissimo così, haha. Queste due canzoni sono ancora la mia zona di comfort, un rifugio sicuro quando ho dei dubbi, dolci ricordi d’infanzia perché le ascoltavo con mio padre, che era un grande fan dei Blondie! 

I tuoi progetti recenti. 
Il mio ultimo progetto è quello di suonare più spesso la chitarra e guidare il progetto Golem Mecanique sulla strada del dark folk e del black metal. Ho un legame molto forte con il black metal e ho cercato per tanti anni di essere qualcos’altro, ma ora voglio davvero immergermi nella foresta arida e oscura. Ho composto tutto quello che potevo con la ghironda. Ho bisogno di prendere un po’ di distanza da lei. Continuerò a suonarla dal vivo, ma non nei futuri album registrati. Gli artisti con anni di esperienza mettono più luce nelle loro opere… Credo di aver deciso di spegnere definitivamente la luce. 

Un ricordo della tua vita. 
Quando ho partecipato al festival Echoes che si è tenuto sulle montagne francesi, mi sono sentita rinata. Questo festival proponeva concerti dal vivo 24 ore su 24, di fronte alla montagna, sfruttando l’eco naturale. Durante un concerto stavo camminando su un sentiero di montagna, di notte, ascoltando gli echi e i suoni che rimbombavano sul fianco della roccia. E ho capito per sempre che questo è il mio posto. Non c’era altra possibilità. Io appartengo alle montagne, ai suoni della notte, al destino. E ho promesso a me stessa che non sarei mai tornata alla vita normale. Scriverò questa messa sacra, costruirò questa chiesa oscura personale, sarò un destino e un richiamo. 

Samantha Stella 

L’articolo "Musica contemporanea con strumenti medievali. Scopriamo Golem Mecanique " è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

Potrebbero anche piacerti