Stellantis, la mossa anti dazi: pronti 13 miliardi da investire negli Stati Uniti
- Postato il 15 ottobre 2025
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- Di Virgilio.it
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Stellantis lancia un piano di investimenti di 13 miliardi da portare negli USA, per rafforzare la presenza e aumentare la capacità produttiva del 50%. Insieme all’investimento più grande della storia americana di Stellantis, arriva anche l’annuncio di cinque nuovi modelli tra Jeep, Dodge e SUV elettrici. Il Gruppo punta così a produrre localmente per evitare una possibile stretta commerciale da parte di Washington, con la minaccia di dazi sempre incombente.
5.000 nuovi posti di lavoro
Un piano industriale che porta fabbriche, vetture e posti di lavoro, con un vantaggio netto per l’intera filiera americana. Si prevedono oltre 5.000 nuovi posti di lavoro sparsi tra le fabbriche di Illinois, Ohio, Michigan e Indiana. Investimenti anche per fornitori e centri di ricerca, per aumentare la competitività del Gruppo nei settori più in voga nel marcato americano. Per l’amministratore delegato Antonio Filosa, si tratta di una mossa necessaria e strategica in quanto “Accelerare la crescita negli Stati Uniti è stata una priorità assoluta fin dal mio primo giorno. Il successo in America non è solo un bene per Stellantis negli Stati Uniti, ma ci rende più forti ovunque”.
Nuovi modelli in arrivo
Stellantis ha confermato due nuove Jeep che verranno costruite in Illinois, un nuovo pick-up di medie dimensioni destinato all’Ohio e un SUV di grandi dimensioni con doppia motorizzazione — termica ed elettrica con range extender — che nascerà in Michigan. A Detroit, invece, tornerà un nome storico: la nuova generazione della Dodge Durango, attesa per il 2029 e pensata per sfidare i colossi americani come Ford Expedition e Chevrolet Tahoe.
Infine, nello stabilimento dell’Indiana verrà prodotto il nuovissimo motore GMET4 EVO, evoluzione del già noto 2.0 turbo a quattro cilindri, destinato a equipaggiare diversi modelli globali del gruppo.

Nel frattempo, in Italia
La situazione è però molto diversa nel nostro Paese. Secondo i dati diffusi da Fim-Cisl e ripresi da Reuters, la produzione complessiva negli stabilimenti italiani di Stellantis è crollata del 32% nei primi nove mesi del 2025 rispetto all’anno precedente e le previsioni per fine anno non lasciano spazio all’ottimismo: la produzione nazionale potrebbe fermarsi intorno alle 310.000 unità totali, di cui meno di 200.000 autovetture per un livello che non si vedeva dagli anni Settanta.
A Mirafiori, cuore storico della produzione torinese che ha appena visto ritornare la 500, la situazione non brilla: nel primo semestre 2025 la produzione è scesa del 21,5%, passando da 19.510 a 15.315 unità. A Cassino, dove nascono Alfa Romeo Giulia e Stelvio, la produzione è diminuita del 34%, con turni ridotti, giornate di fermo e un contratto di solidarietà che coinvolge circa 700 lavoratori. Lo stesso scenario si ripete in altri poli produttivi italiani, dove si alternano periodi di cassa integrazione e rallentamenti dovuti al calo della domanda.
Il compito di Stellantis in questo momento è quindi duplice: riuscire a spingere l’offensiva commerciale negli Stati Uniti per consolidare la crescita, mentre allo stesso tempo riuscire a contenere le difficolta europee di produzione e commercializzazione. Il Gruppo controlla marchi iconici sia per l’Italia che la Francia e perdere le propria identità nazionale potrebbe essere un problema a livello commerciale su lungo periodo. Il successo del nuovo piano americano potrà forse fornire la spinta economica necessaria per sostenere anche la produzione nel nostro Paese, ma serviranno decisioni politiche e industriali chiare per riportare lavoro e fiducia in fabbriche che, fino a pochi anni fa, erano simbolo dell’automobile italiana.