Spostamento a monte della ferrovia Finale-Andora, il WWF Savona denuncia il progetto alla Commissione europea

  • Postato il 19 ottobre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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raddoppio ferroviario

Finale Ligure/Andora. Il WWF Savona ha presentato formale denuncia alla Commissione Europea in merito al progetto di spostamento a monte della tratta ferroviaria Finale Ligure-Andora, ritenuto in presunta violazione della Direttiva VIA.2011/92/UE (come modificata dalla 2014/52/UE), della Direttiva Habitat 92/43/CEE, della Direttiva Uccelli 2009/147/CE, della Direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE e della Convenzione di Aarhus. Il WWF evidenzia l’interferenza con aree protette da normative Europee in contrasto con le direttive della mobilità sostenibile riducendo ed eliminando dei servizi esistenti.

Il WWF sottolinea la necessità di una trattazione urgente della denuncia, poiché l’inizio dei lavori è prospettato come imminente entro il 2026, con possibili avvii di gare e cantieri anticipati. L’avvio delle opere comporterebbe rischi ambientali e culturali gravi e irreversibili tra cui la compromissione di falde e corpi idrici sotterranei specie in ambiti carsici, il danno al paesaggio costiero e consumo di suolo, la mancata tutela di siti archeologici e beni culturali e gli impatti socio-economici negativi derivanti dallo spostamento delle stazioni ferroviarie.

Alla luce del principio di precauzione (art. 191TFUE) e della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE [cause C-461/13, C-41,1/17, e altre), si chiede che: “La Commissione tratti la denuncia con priorità assoluta, solleciti le autorità italiane a sospendere ogni decisione esecutiva in attesa della verifica di conformità con il diritto UE e, infine, valuti, in caso di infrazione, la possibilità di adire la Corte di giustizia con istanza di misure cautelari ex art. 279 TFUE”.

Secondo il WWF le principali problematiche del progetto sono: i rischi ambientali e sanitari, il patrimonio archeologico e culturale: la nuova linea minaccia siti di rilevanza internazionale come la Caverna delle Arene Candide (resti paleolitici unici in Europa), i resti dell’antica città romana di Pollupice, la Pieve del Finale e altri insediamenti storici tutelati. Sarebbe a rischio anche la tutela paesaggistica e la biodiversità: il tracciato attraversa aree di pregio naturalistico e habitat protetti dalla direttiva Habitat (92/43/CEE).

L’organizzazione anzi sottolinea che si verificherebbe un peggioramento del servizio ferroviario poiché le nuove stazioni sarebbero collocate lontano dai centri abitati costieri, riducendo l’accessibilità per i cittadini e andando in direzione contraria agli obiettivi dell’Unione sulla mobilità sostenibile.

Il WWF segnala inoltre che le alternative sono ignorate e non sono state adeguatamente valutate soluzioni meno impattanti, come l’ammodernamento della linea costiera esistente (anche mediante tratti sotterranei o in trincea).

Secondo l’organizzazione occorre evidenziare che l’opera incide su parti di territori di assoluta rilevanza ambientale e paesaggistica, assistiti come tali da una pluralità di vincoli di tutela sia generali in relazione all’ubicazione e qualità delle aree (art. 142, lettere a, c, g, h, m del D.Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42) sia speciali (Rete natura 2000, Aree Protette).

“Sotto questo profilo, ribadita la diffusa esistenza in loco di vincoli paesistici ex lege, proprio in ragione degli elevati valori ambientali, anche sotto forma di habitat oltre che per la presenza di particolari specie animali e vegetali, nelle aree in oggetto sono state istituite ben sedici zone protette, ai sensi delle Direttive 79/409/CEE (“Uccelli”) e 92/43/CEE (“Habitat”), recepite dal D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, e di leggi regionali, in particolare la L.R. n. 12/1995. Tra queste figurano le ZSC IT 1323201 Finalese –Capo Noli; Monte Acuto –Poggio Grande –Rio Torsero, Torrente Arroscia e Centa, l’area protetta provinciale finalese e quella M. Grosso. inoltre l’aree protette Monte Acuto, Poggio Grande, Valle Rio Ibà, Rio Carenda e Testata Alte Valli Merula e Lerrone”, spiegano.

“Inoltre vi sono numerose riserve naturali come quella della Rio Torsero ed ecosistemi umidi e ripariali dei torrenti Varatella, S. Rocco, Rio Fontana, Fiume Centa, Torrente Neva e Arroscia, oltre ad aree carsiche di cui alla L.R. n. 39/2009 (Sigle SV29; SV28; SV23)”, aggiungono.

Le predette aree, secondo il WWf, possono subire un rilevante impatto ambientale diretto o indiretto dalla realizzazione dell’opera, perdendo, così, in tutto o in parte, i valori per i quali sono state riconosciute meritevoli di tutela in ambito internazionale, nazionale e regionale.

Autore
Il Vostro Giornale

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