“Sono un signor nessuno e tale voglio rimanere”: chi è il consulente “segreto” di Giorgio Armani che gestiva il suo patrimonio miliardario
- Postato il 18 settembre 2025
- Moda E Stile
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un verbale notarile, tredici minuti di procedura e un nome che non dice nulla a nessuno. Ma è proprio da quel nome, Luigi Chiapparini, che emerge un tassello fondamentale per comprendere la gestione del patrimonio privato di Giorgio Armani. Era lui, un “signor nessuno”, come si definisce, il secondo testimone presente il 5 aprile 2025 quando lo stilista ha consegnato al notaio Elena Terrenghi il suo testamento segreto, sigillandolo con la ceralacca.
Il verbale, come riporta un’inchiesta del Corriere della Sera, racconta un momento di estrema riservatezza. Armani deposita sei fogli scritti a mano e due planimetrie, chiede che tutto venga sigillato. A osservare la scena, oltre ai notai, ci sono solo due testimoni: uno è un collega dello studio, l’altro è il signor Luigi Chiapparini, 73 anni, residente a San Giorgio su Legnano. Ma chi è quest’uomo, presente in un momento così cruciale? Sul web, quasi nessuna traccia. La sua identità, però, è quella di un private banker di lungo corso, prima alla Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, poi dal 1999 al Credit Suisse (oggi Ubs). Raggiunto nella sua elegante villetta, Chiapparini, guardingo, conferma il suo ruolo ma chiede riserbo: “Sono un signor nessuno e tale voglio rimanere, non sono mai apparso da nessuna parte”.
Ammette però che il rapporto professionale con Giorgio Armani “nasce negli anni Novanta”. Il tramite fu lo storico commercialista dello stilista, Vittorio Terrenghi, padre del notaio Elena. Negli anni, Chiapparini è diventato un gestore di fiducia, uno dei pochi professionisti esterni al cerchio ristretto di famiglia e collaboratori. “Spesso il mio tramite con Armani era Nicoletta Giorgino”, spiega, riferendosi alla storica collaboratrice che si occupava degli affari personali del designer. E rivela un dettaglio importante, che testimonia la lunga e meticolosa preparazione del testamento: “Sono stato tre volte dal notaio”.
La connessione con il Credit Suisse non è un dettaglio da poco. È proprio da conti correnti presso la banca svizzera, come emerge dal testamento, che sono partiti alcuni dei lasciti milionari che Armani ha destinato ai suoi collaboratori più stretti. Tra questi, il “pacchetto” da oltre 30 milioni di euro in titoli di Stato a favore del manager Michele Morselli, e altri BTP per centinaia di migliaia di euro destinati ad altri fedelissimi come Angelo Bonsignore.
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