“Sono trans e sul passaporto c’è scritto Uomo, così per colpa di Trump non posso entrare in America”: il cantautore Bells Larsen costretto a cancellare il tour

  • Postato il 25 aprile 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il 12 aprile il cantautore canadese Bells Larsen ha annunciato su Instagram che avrebbe annullato i concerti in otto città americane questa primavera: “Per dirla in parole povere, poiché sono transgender (e ho una M di man sul passaporto), non posso andare in tournée negli Stati Uniti”, ha scritto. Conseguenza della politica restrittiva dell’amministrazione Trump su turisti e lavoratori in ingresso in America.

L’USCIS (Servizi per la Cittadinanza e l’Immigrazione degli Stati Uniti, ndr) ha aggiornato il suo regolamento per “riconoscere solo due sessi biologici, maschile e femminile”, invertendo una politica della gestione Biden che consentiva l’opzione di un terzo genere sui moduli per visti e immigrazione. Dunque i viaggiatori trans o non binari potrebbero avere grandi difficoltà per il visto.

Quindi, nel caso di Bells Larsen, un intoppo burocratico che ha avuto delle conseguenze per i progetti dell’artista. “Mi sento sopraffatto dal livello di disumanizzazione a cui è sottoposta la mia comunità – ha dichiarato l’artista al The Guardian – Mi hanno derubato dell’appoggio dei miei fan ma anche del sostentamento economico. Parliamo di cose molto più grandi di me. Ho ricevuto un’email che mi informava che la mia richiesta non sarebbe stata elaborata. Quindi so per certo che non potrò richiedere un visto e venire negli Stati Uniti in tournée, almeno per i prossimi quattro anni”.

Larsen proviene da una famiglia di artisti di Toronto. Suo padre era uno scrittore di libri per bambini mentre la madre ha frequentato una scuola di recitazione. Da parte loro, per stessa ammissione di Larsen, c’è stato sempre pieno appoggio per tutte le decisioni riguardanti la sua vita e la sessualità. E ha dichiarato: “Ho avuto un momento di grande illuminazione quando ho incontrato persone in terza media che si identificavano apertamente e con orgoglio come bisessuali, queer o gay, e ho provato un enorme sospiro di sollievo”.

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Il Fatto Quotidiano

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