“Sono strato travolto da un gatto delle nevi di sei tonnellate e sono quasi morto. Ma non volevo tornare alla vita, quello che accade ‘dopo’ è una magia”: il racconto di Jeremy Renner

  • Postato il 7 maggio 2025
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La star di Hollywood Jeremy Renner ha raccontato in modo scioccante cosa ha vissuto quando è “momentaneamente morto”, nel 2023, dopo un terribile incidente avvenuto a casa sua nel Nevada. L’attore che ha interpretato l’Avenger “Occhio di Falco”, il giorno di capodanno è stato schiacciato da un gatto delle nevi dal peso di oltre sei tonnellate, riportando la frattura di 38 ossa, il collasso di un polmone e la perforazione del fegato. In seguito a questa disgrazia, è stato attaccato al supporto vitale per tre giorni e tutta la sua famiglia è rimasta in attesa di sapere se sarebbe sopravvissuto o meno.

Due volte candidato all’Oscar, Renner ha definito questa sua esperienza “l’esistenza più pura e bella”, ha anche affermato di aver provato una “pace elettrica” e di aver assistito alla “revisione della sua vita”. Inoltre Jeremy ha detto che, nonostante fosse praticamente morto, è riuscito a sentire tutto l’amore delle persone accanto a lui. Questi fenomeni, che per decenni sono stati studiati dai medici ma che ancora oggi non trovano risposte definitive,si verificano quando le persone sono clinicamente “morte” e le probabilità di sopravvivenza sono bassissime. Molti di coloro che hanno avuto un’esperienza del genere affermano di aver visto l’aldilà. Parlando al Podcast High Performance Jeremy Renner ha detto al conduttore Jake Humphrey: “È una cosa bellissima, bellissima. Si può vedere dietro il sipario e c’è una sorta di conforto che arriva… Guarda, non volevo tornare indietro, mettiamola così”. Alla domanda sul perché non volesse tornare, l’attore ha risposto: “È l’esistenza più pura e bella per noi. Non c’è molto da vedere, è un’esperienza umana. Nell’occhio della mente, nell’immaginazione di ciò che si vede quando si muore, non si vede, non si vede nulla, non si respira. Non c’è tempo, luogo o spazio. L’amore è l’unica cosa che esiste. Questo è ciò che si sente, questo è ciò che si sperimenta. Sperimentate la revisione della vostra vita. Avete chiunque abbiate mai amato, qualsiasi cosa sia legata all’amore, lì con voi in ogni momento, spazio e luogo. Voglio dire che tutto e tutti sono lì, tutti. È una magia. È la pace più elettrica”.

Alcuni studi affermano che il cervello umano continua a funzionare normalmente per un breve periodo dopo l’arresto del cuore ed è capace di sperimentare emozioni anche dopo un’ora senza ossigeno, durante la rianimazione. Queste scoperte hanno portato alcuni medici a chiedere una revisione della prassi standard secondo cui le persone dovrebbero essere dichiarate morte dopo tre-cinque minuti di privazione di ossigeno al cervello, in quanto questi pazienti potrebbero ancora, in teoria, essere rianimati. Il quasi fatale incidente con lo spazzaneve è avvenuto perché l’attore si era dimenticato di inserire il freno di emergenza e quindi l’enorme veicolo ha iniziato a muoversi incontrollato. Inizialmente, ha iniziato a dirigersi verso il nipote di Renner, Alexander Ries, che lo stava aiutando a spalare il vialetto di casa. A questo punto, Renner ha tentato di tornare al posto di guida, ma è stato trascinato sotto i cingoli del veicolo riportando lesioni potenzialmente letali: 38 ossa rotte in costole, ginocchia, bacino, caviglie e mani. Inoltre ha subito il collasso di un polmone, la perforazione del fegato e gravi lacerazioni alla testa.

Come racconta nel suo libro, “My Next Breath” (il mio prossimo respiro), dedicato al suo incidente quasi mortale, l’attore ha anche dovuto aspettare circa tre quarti d’ora sdraiato nel ghiaccio prima dell’arrivo dei soccorsi. Durante questo periodo il suo polso era sceso a 18 battiti al minuto: “A quel punto, sei praticamente morto”, ha scritto nel libro. Nonostante abbia avuto un notevole recupero dal punto di vista fisico, Renner soffre ancora per una dolorosa ferita alla bocca: “Ogni volta che parlo, mangio o dormo, voglio urlare a causa del caos che ho in bocca. I miei denti non si allineeranno mai più correttamente”. Nonostante tutto questo, l’attore è grato di essere vivo. Il suo libro si conclude con un pensiero molto profondo sulla morte: “Sapevo allora, come so ancora oggi e saprò sempre, che la morte non è qualcosa di cui aver paura. La morte è qualcosa da attendere con ansia, un ritorno a quella serenità elettrica al di fuori del tempo. Morendo, ci si connette all’energia collettiva, ovunque e in una volta sola, che è essa stessa una sorta di divinità”.

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