“Sono preoccupato per l’isolamento dei giovani. La politica? Sfiducia nelle istituzioni e sempre meno elettori alle urne”: Giorgio Panariello prevede il futuro

  • Postato il 21 ottobre 2025
  • Cultura
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 3 Visualizzazioni

“E se domani cambiasse tutto? E se domani non cambiasse nulla?”. Sono questi gli interrogativi che Giorgio Panariello si pone nel suo nuovo spettacolo teatrale “E se domani…”. L’attore propone un viaggio nel futuro, esattamernte nel 2045, con un occhio nel presente con nuovi personaggi, aneddoti, musica e trovate tecnologiche. Tra le “chicche” dello spettacolo un cameo di Maria De Filippi. Dopo stasera 21 ottobre, al Teatro Brancaccio di Roma per la seconda delle due date, il tour farà poi tappa nei principali teatri italiani per un totale di 40 date nel 2025 e proseguirà anche nel 2026.

Che visione hai del futuro?
Ho una visione positiva del futuro, lasciando perdere quello che combinano gli uomini che ormai si mettono l’uno contro l’altro, ma penso che realmente, quello che succederà nel futuro sotto questo punto di vista non lo sa nessuno.

In cosa credi?
Credo nell’umanità, anche come sentimento, e quindi questo spettacolo è uno spettacolo che guarda al futuro, ma che conserva la sua umanità. Parafrasando una canzone di Pierangelo Bertoli, “A muso duro”, questo è uno spettacolo “con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.

Come hai messo insieme tutto il materiale per lo spettacolo?
L’ho tirato fuori durante gli incontri che ho fatto per il mio podcast “Nel garage”. Abbiamo parlato con Umberto Guidoni, Marco Peroni e Alvaro moretti, sono per citarne alcuni. Sono uscite fuori cose attendibilissime e interessanti su futuro e fantascienza. O quantomeno quello che crediamo oggi sia fantascienza diventerà il futuro, anche se alcune cose ci sono già come le macchine che guidano da soli o i cibi proteici ottenuti dalla cottura degli insetti.

Ti spaventa?
Ecco diciamo che spero però questo avvenga più tardi possibile (ride, ndr). Avrei voluto inserire tante altre cose, ma poi sarebbe diventato un testo di divulgazione scientifica alla Alberto Angela, cosa che non volevo perché ci tenesse si mantenesse il registro comico.

Qual è la tua preoccupazione per il futuro?
È l ‘isolamento. Io, non a caso, ho cantato ‘Almeno tu nell’universo’, che poteva sembrare anche un po’ blasfemo rispetto alla canzone, ma nel contesto di questo discorso secondo me ci stava. Ognuno cerca di crearsi il proprio metaverso con gli strumenti tecnici e digitali. Gli stessi che isolano sempre più i ragazzi di oggi, che io vedo vagare per strada isolati con le cuffiette oppure quando tornano a casa passano ore chiusi in camera a giocare con i videogame… Vorrei fossero più inclusivi più aperti al mondo e con un uso consapevole degli strumenti che devono essere al nostro servizio invece di isolarci.

Nei tuoi show hai un rapporto bilanciato con la politica?
Non faccio politica nei miei spettacoli a parte qualche battutina a Salvini, Meloni o la Schlein, ma da me viene qualsiasi persona di qualsiasi credo e colore politico. Quello che mi colpisce è il fatto che ci sia una sfiducia generalizzata nelle istituzioni. Penso ai dati di astensionismo sempre più marcato che è venuto fuori dalle ultime Regionali. Il futuro, se si continua così, vedrà le urne vuote. Bisogna che ci sia una politica che sia sempre meno ovvia e più inclusiva.

L'articolo “Sono preoccupato per l’isolamento dei giovani. La politica? Sfiducia nelle istituzioni e sempre meno elettori alle urne”: Giorgio Panariello prevede il futuro proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti