Soccorsi fermi e pochi medici: La crisi dell’ospedale di Tropea

  • Postato il 15 dicembre 2025
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Soccorsi fermi e pochi medici: La crisi dell’ospedale di Tropea

Lettera di denuncia dello Smi: Reparti ai minimi termini, pochi medici, ambulanze senza sanitari: la grande crisi  dell’ospedale di Tropea. E il capo perfusionista della cardiochirurgia di Catanzaro va a operarsi a Napoli.


TROPEA – Una sanità sempre più fragile, fatta di reparti ridimensionati, servizi sospesi e personale insufficiente. È il quadro tracciato dal Sindacato Medici Italiani (Smi) di Vibo Valentia che, con un duro comunicato firmato dalla delegata provinciale Alessia Piperno, denuncia la situazione critica dell’ospedale di Tropea e chiede risposte immediate all’Asp e alla governance commissariale.

MEDICINA INTERNA: RIDUZIONE DEI POSTI LETTO

Uno dei segnali più evidenti della crisi riguarda la medicina interna, che ha formalmente comunicato all’Asp di Vibo Valentia la riduzione dei posti letto da dodici a otto a causa della carenza di personale infermieristico. Una scelta obbligata, spiegano i medici, per garantire standard minimi di sicurezza, ma che inevitabilmente riduce la capacità di risposta del presidio ospedaliero in un territorio che, soprattutto nei mesi invernali, resta privo di valide alternative.

UROLOGIA E MANCATA PROROGA INFERMIERI

A fronte di questo ridimensionamento, lo Smi evidenzia quella che definisce una gestione poco razionale delle risorse umane. Il reparto di urologia, ormai ridotto a una semplice attività ambulatoriale mattutina, mantiene infatti un organico infermieristico completo, mentre una decina di infermieri assunti durante il periodo estivo con contratti a termine non sono stati prorogati e sono stati mandati a casa allo scadere dei due mesi. Una situazione che, secondo il sindacato, evidenzia una mancanza di programmazione e di visione complessiva.

PROCTOLOGIA FERMA E RISCHIO CHIUSURA

Ancora più preoccupante è lo stato della proctologia, che si avvicina a un anno senza attività chirurgica. Un servizio di fatto sospeso, con il rischio concreto – segnalano i medici – che anche l’unico chirurgo proctologo in servizio possa dimettersi, decretando la scomparsa definitiva della specialità dal presidio di Tropea.

OSPEDALE TROPEA POCHI MEDICI IN ANESTESIA: UN SOLO MEDICO PER H24

Sul fronte dell’emergenza-urgenza, la situazione viene definita «al limite della sostenibilità». In tutto l’ospedale di Tropea, infatti, resta un solo anestesista a coprire sia l’attività ordinaria sia la reperibilità h24, una condizione che si protrae dallo scorso mese di marzo. Una criticità che stride con quanto annunciato a giugno, quando era stato comunicato l’esito positivo di un bando che avrebbe portato circa dieci anestesisti a lavorare nella provincia di Vibo Valentia. «Un vero miracolo – commentano amaramente dal sindacato – mai più ripetuto».

118: AMBULANZE “VICTOR” SOLO SULLA CARTA

Anche il sistema del 118 e dei soccorsi territoriali continua a mostrare gravi falle. A settembre era stata annunciata la fine del ricorso alle ambulanze gestite dai volontari, che sarebbero dovute essere sostituite dalle ambulanze “Victor”, con personale laico ma altamente formato dalla Regione Calabria. A distanza di mesi, però, nulla è cambiato e le ambulanze Victor restano solo sulla carta. Nel 2024, ricordano i medici, la situazione era stata parzialmente tamponata grazie al contributo dei medici cubani, che avevano consentito di medicalizzare circa il 90% dei turni.

OSPEDALE TROPEA, MEDICI CUBANI E PARADOSSI DI RECLUTAMENTO

A gennaio 2025 lo Smi ha formalmente chiesto di poter contare nuovamente su questo supporto, ma anche in questo caso le risposte tardano ad arrivare. «Il paradosso – sottolinea la nota – è che il reclutamento dei medici cubani continua, ma non per il Vibonese. I medici italiani, invece, se vogliono lavorare, vengono indirizzati a Catanzaro».

COSTI ALTI E ATTIVITÀ LIMITATA

Secondo il sindacato, l’Asp di Vibo Valentia continua a limitare l’attività assistenziale senza ridurre proporzionalmente i costi, in una spirale che penalizza cittadini e operatori sanitari. I dirigenti medici del 118, ad esempio, non sono autorizzati a svolgere prestazioni aggiuntive in regime di straordinario, una misura che avrebbe consentito di aumentare il numero delle ambulanze medicalizzate sul territorio. «Non abbiamo l’urologia e non abbiamo la proctologia – evidenzia lo Smi – ma basterebbero un anestesista per due mezze giornate a settimana e tre o quattro medici cubani per completare i turni per garantire entrambi i servizi».

INTERROGATIVI SU BILANCIO E RESPONSABILITÀ

Da qui una serie di interrogativi che il sindacato rivolge direttamente ai vertici aziendali: perché nulla di tutto questo è stato fatto? Esistono motivazioni valide che non vengono comunicate? La nota tocca anche aspetti istituzionali e finanziari, sollevando dubbi sulla situazione del bilancio di Azienda Zero e sulle modalità future di retribuzione del personale. E pone infine un tema cruciale di responsabilità professionale e morale. «Se un paziente muore o subisce un danno evitabile – si legge – per ritardi nei soccorsi o per la mancanza di ambulanze medicalizzate, chi se ne assumerà la responsabilità?».

APPELLO AL CONFRONTO ISTITUZIONALE

A chiudere il comunicato, l’appello della delegata provinciale Alessia Piperno a ristabilire un rapporto costante e collaborativo con i sindacati medici. L’incontro previsto con la triade commissariale, saltato il 15 ottobre scorso, non è mai stato riconvocato. «In una fase così delicata – conclude lo Smi – il confronto non è un’opzione, ma una necessità per tutelare la salute dei cittadini e la dignità di chi ogni giorno lavora in corsia».

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