Skymetro, Piciocchi non ci sta: “Salis ha fallito, io avrei ottenuto la proroga. La Corte dei conti? Ci andiamo noi”

  • Postato il 9 luglio 2025
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  • Di Genova24
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Generico luglio 2025

Genova. “La proroga? È uno specchietto per le allodole. Salis ha fallito, aveva assicurato che sarebbe riuscita a mantenere le risorse sulla Valbisagno, ma non ha mai fatto una negoziazione politica. Se l’approccio fosse stato diverso, il ministero le sarebbe venuto incontro. E adesso è inaccettabile che cerchi di scaricare la colpa su di noi“. Pietro Piciocchi, ex vicesindaco reggente e capogruppo di Vince Genova a Tursi, non ci sta e annuncia battaglia sullo Skymetro dopo il niet incassato ieri a Roma dalla nuova giunta e il “no” definitivo pronunciato dalla sindaca a mezzo social. E il primo terreno di scontro sarà probabilmente il consiglio comunale di giovedì pomeriggio.

“In campagna elettorale Salis aveva detto che era contraria allo Skymetro, ma aveva rassicurato la cittadinanza che tramite la sua negoziazione sarebbe riuscita a mantenere le risorse sulla Valbisagno per un progetto diverso che non hanno minimamente prospettato. Il risultato chiaro è la certificazione del suo fallimento – attacca Piciocchi -. Lei non è mai andata a Roma, non ha mai chiesto un colloquio, ha mandato Terrile e Ferrante da un funzionario. Dicono che la colpa è della precedente amministrazione, ma è ridicolo: loro lo Skymetro non lo vogliono fare, non hanno mosso un dito perché le risorse restassero a Genova. Adesso si prendano le loro responsabilità“.

Ieri il ministero dei Trasporti ha ribadito che il finanziamento da 398 milioni è vincolato al progetto Skymetro nello specifico, senza possibilità di proporre alternative, e che il termine del 31 dicembre 2025 per l’affidamento dei lavori è inderogabile. La giunta Salis ha fatto presente che la proroga di sei mesi l’aveva già chiesta l’amministrazione Piciocchi, come dimostra una lettera datata 16 maggio – ancora prima che il Consiglio superiore dei lavori pubblici desse il via libera con prescrizioni – e questo comproverebbe che il progetto non era ritenuto cantierabile nemmeno dal centrodestra. L’obiettivo del centrosinistra, in ogni caso, era temporeggiare per mettere sul tavolo un progetto diverso e trattenere i fondi.

“È vero, abbiamo chiesto una proroga perché le condizioni da soddisfare erano complesse – ammette Piciocchi – ma si poteva negoziare col ministero”. Però il viceministro Edoardo Rixi aveva anticipato che sarebbe stata negata in ogni caso. “Non sono d’accordo – ribatte l’ex candidato sindaco – e, anche se fosse, avrei fatto l’impossibile per cercare di rispettare le condizioni poste dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. Poi, a ottobre o novembre sarei andato a Roma e avrei cercato un’interlocuzione direttamente col Governo. È quello che avrebbe dovuto fare lei il giorno dopo le elezioni, perché questa era una partita troppo importante”.

E non c’entra invece l’allineamento politico? “Noi abbiamo sempre avuto un approccio collaborativo con tutti i governi, loro invece hanno un grande problema: non riescono a gestire i rapporti in maniera istituzionale. Ma se vai a chiedere una proroga dopo aver detto che non vuoi fare lo Skymetro e continui a sfidare il ministero, perché avrebbero dovuto dartela? È una questione di approccio e di atteggiamento. Se ci fossimo stati noi, anche non fossimo riusciti a rispettare il termine, ci avrebbero concesso una proroga o un finanziamento con un’altra misura, come è già successo in casi specifici come i piani urbani integrati”.

Sul cammino dello Skymetro c’era però un altro scoglio, l’assenza di risorse e certezze amministrative sulla demolizione e ricostruzione dell’istituto Firpo-Buonarroti, uno dei punti più critici evidenziati dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. “Ma in questi mesi –  contesta Piciocchi – si poteva lavorare sulla questione economica, chiedere finanziamenti al ministero, elaborare un appalto con alcune condizioni. C’erano possibilità che si potevano sfruttare, se si fosse realmente voluto“. E tre anni per un progetto non sono comunque troppi? “Sono tempi fisiologici per un’opera di questo tipo, in Italia non siamo abituati a realizzare infrastrutture così importanti”.

Nel frattempo il vicesindaco Terrile ha minacciato di chiamare in causa la Corte dei conti per contestare alla precedente amministrazione un danno erariale da 19 milioni: sono i soldi impegnati finora per la progettazione, soldi che il Comune dovrà restituire in caso di revoca definitiva del finanziamento per lo Skymetro. E Piciocchi – di professione avvocato come il suo successore a Tursi – risponde a tono: “Se effettivamente queste risorse si perderanno, saremo noi ad andarci perché, fino a prova contraria, ciò accade sotto la loro amministrazione e in conseguenza di loro scelte precise: non hanno mosso un dito per lavorare sulle condizioni poste dal Consiglio Superiore e per ottenere la proroga, impegnandosi formalmente con il ministero a realizzare l’opera. Hanno sempre detto che avrebbero proposto un progetto completamente diverso e un mese fa hanno richiamato espressamente il dirigente responsabile per fargli rallentare la conferenza dei servizi. Se vogliamo andare sul terreno dell’ipotetico danno erariale, di chi sono allora responsabilità?”.

Domani in aula rossa Piciocchi presenterà un’interpellanza per aprire subito una discussione sul tema e ha già pronta una mozione: “Li voglio costringere ad assumere una posizione politica – spiega -. Non è pensabile questa schizofrenia per cui dicono che non vogliono lo Skymetro e poi non assumono una posizione formale e mettono gli uffici nella posizione di fare ogni sforzo per chiudere la conferenza dei servizi. Questo glielo ha chiesto anche il comitato contro lo Skymetro, io mi allineo e pretendo che assumano una posizione. Non possono mandare gli uffici allo sbando in questo modo“. In cantiere c’è anche un’iniziativa pubblica organizzata dalle componenti di minoranza: “Ci sono tantissime persone che lo Skymetro lo vogliono e hanno capito che è tutto un pretesto per non farlo”.

Il presidente ligure ed ex sindaco Marco Bucci ribadisce la sua linea senza sollevare polemiche: “Ovviamente il sindaco ha il diritto e il dovere di scegliere. Come ha detto il ministero dei Trasporti, l’opera è cantierabile, si può fare e secondo me bisogna farla. Io rispetto la decisione del sindaco. Se per caso volessero cambiare idea, io sono pronto ad aiutare e andare avanti per dare tutto il supporto possibile. Non si può lasciare la Valbisagno senza alcun mezzo di comunicazione veloce”.

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Genova24

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