Skymetro, il comitato del no: “Il progetto non esiste, incredibile volerlo portarlo avanti”
- Postato il 16 gennaio 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Dall’incontro pubblico con assessore e ingegnere responsabile dell’opera per il Comune esce che: non esiste ancora il progetto (dopo due anni e mezzo dall’annuncio che il progetto era fatto), non si sa se il Firpo verrà abbattuto o fuso insieme allo Skymetro (e non è una battuta), non si sa se verrà prorogata la scadenza di giugno per affidare i lavori ma si prevede già che i lavori verranno affidati in autunno, non bastano i soldi stanziati ma non si sa cosa verrà tagliato. Tutto questo ribadisce ancora una volta che il progetto Skymetro non solo è la soluzione sbagliata ma non esiste, ed è talmente impattante che i progettisti hanno difficoltà a disegnarlo”.
Così il comitato Opposizione Skymetro – Valbisagno Sostenibile dopo la lunga commissione consiliare di martedì scorso in Municipio Bassa Valbisagno che ha lasciato delusi coloro che si aspettavano di vedere il progetto aggiornato. “Dopo più di un’ora di risposte del nuovo assessore De Fornari e dell’ingegnere Scarlatti, Rup dell’opera per il Comune, non era in corso nessun aggiornamento, non stavano dicendo niente di nuovo rispetto a quanto il comitato conosce da mesi grazie al proprio lavoro di richiesta di documenti attraverso gli accessi agli atti pubblici”. E le risposte arrivate alle domande del comitato vengono valutate “insufficienti e tutte negative per noi che ci opponiamo a questo scempio“.
La novità principale è l’ulteriore dilatazione dei tempi: l’assessore prevede una possibile aggiudicazione dell’appalto entro settembre 2025, per poi procedere alla progettazione esecutiva e all’avvio dei lavori nei mesi successivi. Ma la scadenza fissata per decreto, come ricorda il comitato, è il mese di giugno. E quindi sarà indispensabile ottenere un differimento per non perdere i finanziamenti.
Sull’istituto Firpo, interferente col nuovo tracciato dello Skymetro all’inizio del ponte obliquo che dovrà attraversare il Bisagno senza toccare l’alveo in alcun modo, l’assessore ha provato a rassicurare: “Il progetto non ne prevede la demolizione”, ma si lavorerà per integrare le due strutture. D’altro canto, l’eventualità di trasferire la scuola non è esclusa a prescindere. “In sintesi tutto è possibile”, riassume il comitato.
“Il finanziamento – proseguono gli oppositori – non basterà, per un normale aumento dei costi dovuto al tempo passato dall’approvazione (2022), ma l’assessore è sicuro che verranno concessi ulteriori finanziari dal Governo. Sappiamo però che il lievitare dei costi deriva anche dai problemi che un cattivo progetto iniziale non aveva preso in condensazione. Non hanno risposto chiaramente alla domanda se pensano di fare solo una parte del tragitto (Staglieno? Ponte Carrega?) in attesa dei finanziamenti necessari ad arrivare a Molassana, nonostante sia stato affermato da molti esponenti della maggioranza diverse volte ai giornali. Gli enti convocati nella conferenza dei servizi attualmente sospesa, perlomeno nei suoi termini temporali, dovranno valutare una ennesima versione del progetto che ad oggi, come le precedenti, non si vuole nemmeno descrivere qualitativamente”.
Dopo sei mesi dall’ultima risposta del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che ha rispedito il progetto al mittente, “ci si aspetterebbe che fossero presentate, come minimo, le nuove soluzioni progettuali, le planimetrie aggiornate, una sintesi dei risultati degli studi a corollario. Ci si aspetterebbe di capire dove è stato posizionato e quale sarà l’aspetto del ponte che dovrà portare, senza piloni in alveo, il treno da una sponda all’altra, o anche quale soluzione è stata trovata per il binario di raccordo tra la nuova linea e la vecchia, a Brignole, o come sono state affrontate e superate le interferenze con il Firpo e con il passaggio presso il sottopasso Garassini e la piastra sul Bisagno in fondo allo svincolo di Genova Est. Oppure come è stato pianificato lo spostamento dell’elettrodotto di Terna e di tutta la miriade di infrastrutture sotterranee presenti lungo il tracciato, e infine come verrebbe gestito l’infinito ennesimo cantiere che occuperà per anni la Valle con impatti logistici, ambientali, sociali e sanitari enormi. Invece, come detto in premessa, non c’è stato alcun aggiornamento.
“Vogliamo inoltre chiarire una cosa: grazie al nuovo codice degli appalti i pareri degli enti in conferenza dei servizi non possono bloccare l’opera, possono solo esprimere una valutazione positiva con l’indicazione di prescrizioni da seguire in fase di esecuzione. In pratica, è come se l’ente dicesse: non posso bocciarti ma spero che tu migliori il progetto; se non mi presenti ora quello che sarebbe auspicabile ti dico che lo devi comunque fare durante la realizzazione. Alla chiusura della conferenza dei servizi il progetto aveva collezionato decine di prescrizioni, cioè molte valutazioni negative virate al positivo con prescrizioni. La differenza fra prendere la laurea con 110 e lode e il minimo 66, col significato di “non ti posso bocciare, ma ti do il minimo”.
“Sono tutte dichiarazioni negative perché indicano l’assoluta incredibile volontà di portare a compimento quest’opera inefficiente e impattante, con tutti gli enormi problemi che si sono evidenziati fino a qui, anche a costo di fare mezza opera, di devastare la valle, di sfregiare un istituto scolastico di formazione superiore, di impattare sulle strade e sui sottopassi, su altre scuole ed asili. A costo di ogni evidenza, lo vogliono fare. Punto. Scommettono il futuro e il benessere della Val Bisagno su basi esilissime, mentre attorno moltissimi tecnici ed esperti gli dicono di fare attenzione, che l’opera avrà un impatto devastante ed è colma di difetti, e affermano di voler andare avanti a tutti i costi. Bisogna bloccare la metropolitana sopraelevata con qualunque mezzo possibile e cercare insieme un modo per migliorare la viabilità e la vivibilità della Val Bisagno”, conclude il comitato.